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Tampon Tax: nuovo “artentato” a Milano dell’artivista Cristina Donati Meyer

 

(mi-Lorenteggio.com) Milano, 16 gennaio 2019 – Il tartufo tassato con IVA al 5% e i tamponi tassati con IVA al 22%, come un “bene di lusso”. L’agevolazione dell’IVA è fissata al 10% per la maggior parte dei prodotti alimentari: al 5% per le piante aromatiche, come salvia, rosmarino e tartufo, al 4% per i beni primari deteriorabili, come la frutta e i formaggi, ma anche per occhiali e apparecchi acustici, libri e giornali. Per i tamponi vaginali la tassa è al 22%.
Tassare con un’IVA del 22% può compromettere la qualità della vita di tutte coloro che non hanno una disponibilità economica tale da sostenere una spesa fissa mensile che si protrae nel tempo. Per contestare la decisione del Governo “del cambiamento” contro le donne, inserita nella Manovra finanziaria, l’artista e attivista Cristina Donati Meyer, ha allestito in piazza San Babila a Milano una delle sue provocatorie opere d’arte: un busto di donna immersa in un lago di sangue rosso fiammante. Intorno al busto, sparsi sull’asfalto, tamponi femminili.

“L’IVA al 22% sui tamponi sembra ribadire che essere donna è un lusso o una colpa e che le mestruazioni devono essere colpevolizzate, altro che Arabia Saudita. E siamo in Italia”, ha commentato l’artista attivista, autrice dell’”Artentato” rosso sangue!

Nei mesi scorsi, Cristina Donati Meyer, aveva realizzato diverse performance a tinte forti, tra le quali:
Il giorno dopo le elezioni di medio termine negli USA, l’opera pittorica affissa su un muro lungo i Navigli a Milano, rappresentava Trump che bacia una Frida Kahlo, la grande artista-icona messicana (visibilmente schifata);
“Una pisciata vi seppellirà” che reinterpreta il motto anarchico “Una risata vi seppellirà” (o più precisamente “la fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!”), per accogliere il “Decreto Salvini”. L’opera rappresentava il ministro degli Interni, Matteo Salvini, nelle vesti di un gerarca littorio, al quale due bambini orinano irrispettosi sugli stivaloni marziali
“Sogno di un ministro in una notte di mezza estate”, raffigurante Saviano dietro le sbarre e affissa sotto la casa milanese di Salvini;
un Salvini Robocop sotto la Prefettura di Milano e un’opera con due bambini nei campi di sterminio nazista sotto la sede della Lega in Via Bellerio, per contestare le politiche xenofobe del ministro degli Interni, mentre sempre sul Naviglio Grande era apparsa la “Madonna dei migranti”, ennesima opera sul tema;
“Il bacio tra Putin e Trump” esposta all’ingresso del Consolato USA di Milano.
Nel corso dell’incontro presso la Prefettura di Milano tra il ministro Salvini e l’oligarca xenofobo ungherese, Orban, l’artista aveva affisso in piazza San Babila l’opera “Europa”, raffigurante una madre che allatta attraverso la rete di separazione il figlio piccolo rimasto dall’altra parte con il padre, nell’Ungheria di Orban.
Al “Bosco della droga” di Rogoredo, ai primi di dicembre, l’artista affisse l’opera “La Pietà di Rogoredo”, opera che reinterpreta la “Pietà” di Michelangelo, con un tossicodipendente nei panni di Gesù e l’Italia al posto della Madonna. Il tossicodipendente/Gesù ha una siringa infilata nel braccio, un laccio emostatico e un cagnolino ai piedi.
Lo scorso dicembre, in prossimità delle feste natalizie, l’artivista ha affisso in piazza San Babila, all’incrocio delle vie fulcro dello shopping di lusso l’opera “Natale 2018, sfratto alla Sacra Famiglia”, rappresentante una famiglia di profughi siriani in una capanna.
A gennaio 2019 Cristina Donati Meyer, ha esposto in Darsena l’opera “Clandestini”, in seguito affissa lungo il Naviglio Grande. L’opera raffigura un barcone alla deriva con migranti africani e migranti “d’eccezione”: come Sigmund Freud, Isabel Allende, Rodolfo Valentino, Lady Gaga, Albert Einstein, Madonna; tutte e tutti migranti che, partiti o fuggiti dai propri Paesi per cause diverse, hanno offerto al mondo contributi significativi nel campo dell’arte, della scienza, della cultura.
Nella notte di giovedi 10 gennaio 2019, l’artivista Cristina Donati Meyer ha affisso all’ingresso del MUDEC, in Via Tortona a Milano, l’opera “Il ratto di Banksy, la privatizzazione dell’arte pubblica”, raffigurante la Banda Bassotti (al posto dei numeri sul petto la scritta “Mudec” e “Collezionisti”) che ruba un’opera di Banksy.

 

Redazione

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