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Buccinasco. Legalità, il Prefetto di Milano ordina di chiudere bar in via dei Mille

 

(mi-lorenteggio.com) Buccinasco, 31 gennaio 2019 – “Abbiamo agito immediatamente non appena arrivata l’informazione antimafia interdittiva firmata del Prefetto di Milano Ernesto Saccone – dichiara il sindaco di Buccinasco Rino Pruiti dopo la chiusura del bar di via dei Mille – che rileva l’esistenza di concrete connessioni con la criminalità organizzata per cui ci ha chiesto di chiudere l’impresa individuale L’Angolo del Caffè. Gli agenti di Polizia Locale di Buccinasco guidati dal comandante Matteo Lai pochi minuti fa si sono quindi recati presso il bar L’Angolo del Caffè per informare il titolare e porre i sigilli al locale”.

“Insieme alle Forze dell’Ordine – continua il primo cittadino di Buccinasco – siamo il braccio dello Stato sul territorio, rappresentiamo le Istituzioni e compiamo ogni giorno il nostro dovere per mantenere la legalità a Buccinasco. Ringrazio personalmente la Prefettura di Milano e, per il lavoro quotidiano sul territorio, i Carabinieri della Compagnia di Corsico guidati dal capitano Pasquale Puca e della locale Stazione dei Carabinieri di Buccinasco diretti dal maresciallo Vincenzo Vullo”.

“La storia del bar oggi chiamato L’Angolo del Caffè – conclude il sindaco Pruiti – è nota da decenni: col nome di Lyons Bar, a fine anni Ottanta, era il luogo di ritrovo dei boss della ‘ndrangheta e restò famigerato e mal frequentato fino ai nostri giorni. Anche in anni recenti è stato chiuso più volte su ordine del Questore di Milano per le frequentazioni abituali di pregiudicati. Poi, circa due anni fa, il titolare decise di cambiare nome al bar e installare telecamere anche su sollecitazione nostra e delle Forze dell’Ordine: un cambiamento che, a detta del titolare, non era solo formale. L’interdittiva di oggi ci racconta però una storia diversa, evidentemente nel bar di via dei Mille il passato non è superato. Anzi, non lo è stato fino a ieri, oggi la storia la cambia lo Stato che ha deciso di chiudere un luogo simbolo della malavita organizzata. E allora quella frase stampata sui cartelli agli ingressi della città, per noi da sempre intesa come un auspicio e una precisa battaglia culturale, diventa realtà. Qui la ‘ndrangheta ha perso.”

 

V. A.

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