(mi-lorenteggio.com) Milano, 1° marzo 2019. “Un fantasma si aggira per l’Italia” (parafrasando Karl Marx), è il titolo dell’ultima opera di arte pubblica dell’artista e attivista Cristina donati Meyer. Il fantasma, è inteso, è quello di un partito di sinistra che fatica a ritrovare una propria identità e un proprio ruolo e che, per fare questo, si affida a tre figure modeste, neutre, sicuramente inadeguate a contrastare la deriva autoritaria e razzista del governo in carica.
Ecco che dal muro sul Naviglio Grande spuntano i tre fantasmi, avvolti nei loro lenzuoli con le facce di Giachetti, Zingaretti e Martina. Uno dei tre “fantasmi” sembra avere aneliti di vita.
Domenica 3 si voterà in tutta Italia per eleggere il nuovo Segretario del Partito Democratico. Si contendono lo scettro due renziani, totalmente succubi del “reuccio di Rignano” e uno scolorito presidente della Regione Lazio, mentre un partito serio di opposizione che si ricandida a governare l’Italia dovrebbe avere figure di ben altro spessore, capacità e autorevolezza.
“Dovremo rassegnarci a tenerci Salvini per molto tempo?” si domanda con imbarazzo l’artista.
Nei mesi scorsi, Cristina Donati Meyer, aveva realizzato diverse performance a tinte forti, tra le quali:
Il giorno dopo le elezioni di medio termine negli USA, l’opera pittorica affissa su un muro lungo i Navigli a Milano, rappresentava Trump che bacia una Frida Kahlo, la grande artista-icona messicana (visibilmente schifata);
“Una pisciata vi seppellirà” che reinterpreta il motto anarchico “Una risata vi seppellirà” (o più precisamente “la fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!”), per accogliere il “Decreto Salvini”. L’opera rappresentava il ministro degli Interni, Matteo Salvini, nelle vesti di un gerarca littorio, al quale due bambini orinano irrispettosi sugli stivaloni marziali
“Sogno di un ministro in una notte di mezza estate”, raffigurante Saviano dietro le sbarre e affissa sotto la casa milanese di Salvini;
un Salvini Robocop sotto la Prefettura di Milano e un’opera con due bambini nei campi di sterminio nazista sotto la sede della Lega in Via Bellerio, per contestare le politiche xenofobe del ministro degli Interni, mentre sempre sul Naviglio Grande era apparsa la “Madonna dei migranti”, ennesima opera sul tema;
“Il bacio tra Putin e Trump” esposta all’ingresso del Consolato USA di Milano.
Nel corso dell’incontro presso la Prefettura di Milano tra il ministro Salvini e l’oligarca xenofobo ungherese, Orban, l’artista aveva affisso in piazza San Babila l’opera “Europa”, raffigurante una madre che allatta attraverso la rete di separazione il figlio piccolo rimasto dall’altra parte con il padre, nell’Ungheria di Orban.
Al “Bosco della droga” di Rogoredo, ai primi di dicembre, l’artista affisse l’opera “La Pietà di Rogoredo”, opera che reinterpreta la “Pietà” di Michelangelo, con un tossicodipendente nei panni di Gesù e l’Italia al posto della Madonna. Il tossicodipendente/Gesù ha una siringa infilata nel braccio, un laccio emostatico e un cagnolino ai piedi.
Lo scorso dicembre, in prossimità delle feste natalizie, l’artivista ha affisso in piazza San Babila, all’incrocio delle vie fulcro dello shopping di lusso l’opera “Natale 2018, sfratto alla Sacra Famiglia”, rappresentante una famiglia di profughi siriani in una capanna.
A gennaio 2019 Cristina Donati Meyer, ha esposto in Darsena l’opera “Clandestini”, in seguito affissa lungo il Naviglio Grande. L’opera raffigura un barcone alla deriva con migranti africani e migranti “d’eccezione”: come Sigmund Freud, Isabel Allende, Rodolfo Valentino, Lady Gaga, Albert Einstein, Madonna; tutte e tutti migranti che, partiti o fuggiti dai propri Paesi per cause diverse, hanno offerto al mondo contributi significativi nel campo dell’arte, della scienza, della cultura.
Nella notte di giovedi 10 gennaio 2019, l’artivista Cristina Donati Meyer ha affisso all’ingresso del MUDEC, in Via Tortona a Milano, l’opera “Il ratto di Banksy, la privatizzazione dell’arte pubblica”, raffigurante la Banda Bassotti (al posto dei numeri sul petto la scritta “Mudec” e “Collezionisti”) che ruba un’opera di Banksy.
Il 16 gennaio Donati Meyer ha allestito a Milano, in piazza San Babila, una delle sue provocatorie opere d’arte: “Tampon Tax”, un busto di donna immersa in un lago di sangue rosso fiammante. Intorno al busto, sparsi sull’asfalto, tamponi femminili. L’”Artentato” intendeva contestare l’IVA al 22% sugli assorbenti femminili, come se le mestruazioni rappresentassero un “bene di lusso”.
Sempre a gennaio 2019, diversi ministri “Selfini” (Salvini nei panni di un neonato, con cellulare in mano su cui campeggia la scritta “Hate”), appaiono in punti strategici della città. L’opera intende additare l’abuso dei (a) Social da parte della politica e del Ministro degli Interni in particolare, il quale ad ogni ora twitta e posta su ogni argomento e sui propri pasti, mentre 100 persone stanno annegando nel Mediterraneo
“A Vucciria, il mercato dell’arte”.
L’opera, contestazione della mercificazione del’arte, è una rivisitazione del famoso quadro di Renato Guttuso “A Vucciria” (il mercato più popolare di Palermo), con le insegne della Fiera “Affordable Art Fair” che si è svolto a Milano a fine gennaio 2019.
L’ultima opera, in ordine di tempo (febbraio 2019) è costituita da due Madonnine con la maschera anti gas, dal titolo “Milano soffoca” ed è stata affissa sul muro di un ponte in Ripa di Porta Ticinese.
Redazione