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GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA: BUON 8 MARZO!

Il progetto: opere idrauliche e irrigue lombarde nella lista del Patrimonio Mondiale, Naturale e Culturale dell’Unesco

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 2 marzo 2019 – ‘La civiltà dell’acqua lombarda’, ossia
il progetto di Regione Lombardia e dei Consorzi di bonifica e
regolazione dei laghi e delle loro associazioni nazionali (ANBI)
e regionali (URBIM) per inserire le grandi opere idrauliche e
irrigue lombarde nella lista del Patrimonio Mondiale, Naturale e
Culturale dell’Unesco, è in attesa di essere inserito dal MIBAC
(Ministero per i Beni e le Attività Culturali) nella lista dei
siti italiani da candidare alla salvaguardia.
L’importante passo per la tutela di 15 impianti idrovori, 7
manufatti irrigui, 13 fontanili e marcite e 7 ecomusei, è atteso
entro l’estate.

ROLFI: IL KNOW HOW ACQUA LOMBARDA È IDENTITÀ DA PROTEGGERE –
“Investire ancora di più sull’acqua. È una sfida importante che
possiamo vincere partendo proprio dalla nostra storia. Canali,
rogge e fontanili, frutto dell’ingegno dell’uomo, che irrigano
oggi 700.000 ettari di campagne – ha spiegato l’assessore
all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi –
sono un’articolazione capillare, efficiente ed efficace che
s’innerva nel territorio e hanno creato un’identità lombarda
basata sull’acqua, a seguito della quale si è generata una
cultura dell’utilizzo dell’acqua che altre regioni non hanno.
Infatti l’acqua non è solo elemento paesaggistico, ma anche
elemento chiave della storica produttività lombarda perché
alimenta da secoli una delle agricolture di maggiore qualità del
nostro Paese”.

GALLI: GRAZIE A LAVORO SVOLTO A UN PASSO DA RICONOSCIMENTO –
“Siamo ormai a uno stadio molto avanzato, grazie al lavoro che
è stato svolto – ha sottolineato l’assessore regionale
all’Autonomia e Cultura Stefano Bruno Galli – Quella lombarda è
una storia di liquidità, perciò candidare questo grande
patrimonio di acqua e ingegno all’Unesco è un omaggio alle
nostre radici. Metterlo a sistema e costruirci sopra degli
itinerari di senso è fondamentale, ma – ha precisato –
l’auspicio è che si vada oltre il semplice riconoscimento”.

“Dei 54 siti italiani nella lista Unesco – ha proseguito – ben
11 sono lombardi ma spesso questo riconoscimento si è fermato ad
un cartello stradale. Serve che quello della civiltà dell’acqua
non diventi il dodicesimo medaglione, ma occorre piuttosto
utilizzare i siti Unesco come leva per lo sviluppo strategico
economico, turistico, monumentale: questa è la vera sfida e
proprio per questo abbiamo chiesto, nel pacchetto
dell’autonomia, la regionalizzazione delle sovrintendenze.
Giusto che la tutela dei siti resti in capo allo Stato ma la
loro valorizzazione deve essere regionale”.

FORONI: MANUFATTI FUNZIONALI A PROTEZIONE SUOLO E SVILUPPO –
“Regione Lombardia – ha spiegato l’assessore al Territorio e
Protezione civile Pietro Foroni – utilizza le opere idrauliche
anche contro il dissesto idrogeologico, e i consorzi per la
programmazione della protezione del suolo. Una plurifunzionalità
dei manufatti che costituisce un’articolazione ambientale che
può diventare anche un volano turistico se adeguatamente
valorizzato. Un contesto fino adesso inesplorato – ha concluso
l’assessore – con grandi prospettive, che è dovere di Regione
Lombardia proteggere, attenzionare e promuovere”.

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