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Rho. Basta al linguaggio violento, dal Consiglio Comunale parte #+stile-ostile

In occasione del Consiglio Comunale del 28 marzo 2019, è stato avviato il progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole per una comunicazione più giusta

 

(mi-Lorenteggio.com) Rho, 2 aprile 2019 – Avvio dell’ultimo Consiglio comunale di Rho all’insegna della comunicazione civile, etica, positiva e consapevole con l’inizio della campagna #+stile-ostile approvata con mozione presentata da tutti i gruppi consiliari (delibera CC 68 del 28/11/2018): il Presidente del Consiglio Comunale, Giovanni Vittorio Isidoro, e tutti i Consiglieri dicono basta a linguaggi irrispettosi e violenti.

“Abbiamo presentato e approvato all’unanimità questo impegno – afferma il Presidente del Consiglio Isidoro – perché siamo convinti che il dibattito politico debba concentrarsi sui contenuti e sul bene dei nostri cittadini attraverso un linguaggio rispettoso”.

Il Manifesto della comunicazione non ostile è promossa dall’associazione no profit Parole O_Stili ed è un impegno di responsabilità condivisa per creare una Rete rispettosa e civile, che ci rappresenti e che ci faccia sentire in un luogo sicuro. Si basa su dieci principi di stile per ridurre e arginare i linguaggi negativi online.
Grazie a questo lavoro partecipativo, il Manifesto è stato poi declinato per diversi ambiti: per la politica, per la pubblica amministrazione, per le aziende, per l’infanzia e per lo sport.

Al progetto Parole O_Stili è stato riconosciuto il premio di rappresentanza del Presidente della Repubblica Italiana Mattarella.

Si procederà con la campagna di comunicazione on line e off line e l’adesione formale sul sito Parole O_Stili

Manifesto della comunicazione non ostile per la politica

1) Virtuale è reale
So che la comunicazione è parte integrante della mia azione politica, orientata al bene comune. Dunque mi assumo sempre la responsabilità di ciò che comunico, sia online sia offline. Non considero o uso la rete come zona franca in cui tutto è permesso.
2) Si è ciò che si comunica
La mia comunicazione mi definisce. Faccio sempre in modo che ciò che comunico e ciò che viene comunicato per mio conto sia rispettabile, così come io sono rispettabile in quanto persona che agisce politicamente.
3) Le parole danno forma al pensiero
Sono intellettualmente onesto. Definisco al meglio le mie idee e le mie intenzioni. Non approfitto dei media e della loro brevità per diffondere messaggi attraenti ma offensivi o infondati. Rispetto l’intelligenza di chi mi ascolta.
4) Prima di parlare bisogna ascoltare
Prendo in considerazione gli argomenti dei miei interlocutori anche se non li condivido. Non li interrompo. Non deformo le loro parole per controbattere meglio. Preferisco il dialogo e il serrato confronto delle idee al monologo.
5) Le parole sono un ponte
Credo nella forza delle mie idee e nel potere delle mie parole. Al mio interlocutore, che sia un avversario politico o gli elettori, offro i miei argomenti e la mia passione per dialogare e per convincere, mai per annientare.
6) Le parole hanno conseguenze
Credo che il dibattito pubblico, anche se aspro, debba essere un momento di crescita per tutti. Come persona pubblica, sono consapevole che tutto ciò che dico lascia un segno in molti. Prima di fare un’affermazione, penso alle conseguenze.
7) Condividere è una responsabilità
Quanto condivido in rete si riflette sulla mia credibilità personale. Non produco, diffondo o promuovo notizie, informazioni e dati che so essere falsi, manipolati o fuorvianti. Evito che anche chi comunica per mio conto lo faccia. Educo alla responsabilità le community che mi sostengono.
8) Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
Mi batto per le mie idee e contrasto quelle che ritengo sbagliate, ma lo faccio portando sempre il confronto sul piano dei contenuti. Rispetto il mio interlocutore e la sua sfera personale, non lo derido, non gli attribuisco affermazioni che non ha mai fatto.
9) Gli insulti non sono argomenti
Machiavelli scrive che gli uomini offendono o per paura o per odio. Sono consapevole che gli insulti sono umilianti sia per chi li riceve, sia per chi li fa: per questo non insulto e non rispondo agli insulti, e mi impegno a migliorare il mio Paese cominciando a migliorare il livello del dibattito pubblico.
10) Anche il silenzio comunica
Non parlo solo per occupare spazio o sottrarre spazio ai miei avversari. Quando parlo, faccio discorsi rilevanti, che hanno un peso e un significato. Quando taccio, anche il mio silenzio ha un peso e un significato.

Si procederà con la campagna di comunicazione on line e off line e l’adesione formale sul sito Parole O_Stili

 

Redazione

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