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COMO. CINGHIALI, PIANO ATTIVO, PREVISTO ABBATTIMENTO DI 2.000 CAPI IN UN ANNO

ROLFI: CRITICITA’ RISOLTE, PROSEGUIAMO CON CONTENIMENTO

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 19 giugno 2019 –  “C’erano criticita’ e le abbiamo
superate. Abbiamo risolto il problema del foraggiamento. Questo
dimostra la nostra volonta’ concreta di gestire la fauna
selvatica in maniera efficace e sempre meno burocratica. La
caccia in selezione sta partendo in tutto il territorio
regionale”. Lo ha detto Fabio Rolfi, assessore regionale
lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, oggi
all’Utr di Como, intervenendo sul tema del contenimento del
cinghiale; all’incontro hanno partecipato il presidente del
Consiglio regionale, Alessandro Fermi e il sottosegretario con
delega ai rapporti con il Consiglio, regionale, Fabrizio Turba.

LE AZIONI PER IL CAPOLUOGO LARIANO – “Il piano di contenimento
prevede per Como l’abbattimento di 2050 cinghiali in un anno. In
questi primi giorni abbiamo gia’ raggiunto i 150 capi” ha
precisato l’assessore. “La georeferenziazione, problema
sollevato dai cacciatori, e’ una procedura imposta da Ispra per
accogliere i nostri piani di abbattimento. Abbiamo comunque
semplificato al massimo l’inserimento dei dati per soddisfare le
richieste del territorio. Il cinghiale e’ un problema per i campi
e per l’incolumita’ delle persone. Serve un approccio razionale e
non ideologico” ha aggiunto Rolfi.

VA MODIFICATO IL REGIME RISARCITORIO PER GLI AGRICOLTORI – “Per
il prossimo futuro l’impegno e’ quello di individuare nuovi
centri di lavorazione della carne nel territorio comasco per
agevolare la gestione delle carcasse e sostenere la filiera
della carne da selvaggina. Abbiamo anche chiarito che la
Provincia puo’ utilizzare i ‘selecontrollori’ nell’attivita’ di
controllo e non c’e’ alcun dubbio sulla applicabilita’ della legge
regionale” conclude Rolfi. “Va modificato a livello nazionale il
regime de minimis perche’ gli agricoltori devono essere risarciti
integralmente per i danni subiti dalla fauna selvatica e non
solo per il 30%. La fauna e’ proprieta’ dello Stato e se lo Stato
non e’ in grado di gestirla, e’ giusto che paghi. Tornero’
prossimamente a Como per monitorare l’andamento della
situazione”.

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