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Consulta Nazionale Antiusura, l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini: «Banche siano responsabili verso la comunità. Una scuola popolare sulla finanza»

 

(mi-Lorenteggio.com) Milano, 22 giugno 2019 – «Vi incoraggio a promuovere nei soggetti economici e finanziari, in particolare nelle banche, la responsabilità nei confronti della comunità e del territorio. Voi conoscete la sapienza che ispira l’uso del denaro, occorre una maggior prudenza nel prestito per il consumo che spesso viene erogato senza valutare la reale capacità delle famiglie di sostenere gli impegni. È necessario superare l’approccio burocratico e impersonale che spinge a intraprendere azioni di recupero del credito “disinvolte” nei confronti delle imprese e delle famiglie. E ancora bisogna che il sistema creditizio valuti attentamente i casi di cessione dei crediti in sofferenza delle imprese e delle famiglie perché non si perdano insieme alla solvibilità bancaria la dignità, il lavoro e la casa». Lo ha detto l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, questa mattina nella giornata conclusiva dell’assemblea annuale della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II.
«La Chiesa ha un compito educativo. L’informazione è importante ma non può essere risolutiva. Occorre una scuola popolare sulla finanza che sia tramite di una sapienza popolare affinché il buon senso sia riconosciuto come terreno comune in cui la competenza, le nozioni scientifiche possano produrre buoni frutti».
Parlando sul fenomeno dell’usura a margine del convegno l’Arcivescovo ha detto: «L’inserimento della malavita avviene perché coloro che sono sovra-indebitati accettano di essere inseriti in un meccanismo perverso che li rovina. Il fenomeno è difficile da districare persino dalle forze dell’ordine. I parroci possono fare molto, perché sono presenti capillarmente nel territorio, vivono in mezzo alla loro gente, non sanno tutto, ma ascoltano e possono consigliare percorsi per uscire da situazioni drammatiche».
«Quando parliamo dello sviluppo integrale della persona dobbiamo considerare anche la dimensione economica – ha dichiarato suor Alessandra Smerilli, economista e consigliere di Stato del Vaticano – .. Bisogna prendere coscienza dell’importanza della dell’economia e della finanza per lo sviluppo facendo tesoro della scuola economica francescana». Per quanto riguarda l’azzardo ha concluso la Smerilli è necessario che venga rimesso in discussione l’affidamento delle concessione dell’azzardo alle multinazionali attraverso un confronto trasparente e democratico».
Secondo la ricerca della Consulta Nazionale Antiusura presentata nel corso dell’assemblea l’usura e il sovraiondebitamento non sono solo fenomeni che riguradano il Sud d’Italia. Se nel nostro Paese, le famiglie con una grande esposizione all’usura con i conti in fallimento nel decennio della crisi sono aumentate del 53,5%, passando da 1 milione e 277 mila a quasi due milioni (1.9159.433), nello stesso perido di tempo, in Lombardia le famiglie in dissesto finanziario a rischio usura sono passate dal 3,3% al 5,7% (per un toatale di 150mila casi).Dall’indagine emerge che nella graduatoria di rischio delle famiglie italiane, Milano occupa il penutiltimo posto tra le provincie italiane, seguita solo da Bolzano, ma Lecco è al 7°, Varese al 12°, Brescia al 14°, Monza al 16°, Bergamo 17°, Lodi al 24°, Pavia al 33°, Como al 36°, Mantova al 40°, Cremona al 43°. Per quanto riguarda le difficoltà di accesso al credito Milano è la provincia dove imprese e famiglie incontrano meno ostacoli, essendo al primo posto. Tuttavia, in altre provice lombarde non è altrettanto facile procurarsi prestiti bancari: Pavia al 58° posto, Varese è al 44°, Como 37°, Monza al 27°, Cremona al 26°, Lecco al 14°, Mantova al 13°, Bergamo al 10°, Brescia al 2°.
La “Riserva economica”, ovvero il margine che si presenta nella disponibilità della famiglia, è diminuita infatti del 13%. Rispetto alla distribuzione geografica, con la minore esposizione all’usura troviamo nove province del nord-est, 11 del nord-ovest, 6 del centro-nord e la Capitale. La grave esposizione all’usura, invece, riguarda tutte le province calabresi (Reggio e Crotone in modo particolarmente drammatico), 7 province siciliane, quelle pugliesi e Potenza per la Basilicata. Solo Benevento e Avellino restano fuori dal campo delle maggiori crisi, pur collocandosi la provincia irpina appena fuori dell’area del rischio estremo.
Dal Bilancio delle Fondazioni Antiusura approvato questa mattina risulta che sono 7.708 le persone che si sono rivolte nell’anno 2018 alle Fondazioni Antiusura e 849 sono le pratiche finanziate con fondi pubblici per 19.643.417 euro. Dalla nascita della Consulta venticinque anni fa, sono state 131.728 persone e/o famiglie ascoltate dalle Fondazioni, 21.154 le pratiche finanziate per un totale di 434.661.360 euro erogati.
«L’anno trascorso è stato – si legge nella Relazione – ricco di avvenimenti e denso di attività. Non è stato comunque un anno particolarmente diverso dagli anni che l’hanno preceduto, anch’essi fecondi di iniziative, di impegno, di dedizione da parte di tutti i volontari e di tutte le Fondazioni Antiusura che via via hanno infoltito il numero degli associati. Il fenomeno – se così può essere chiamato – ed il merito, sono da accreditare alla lungimiranza di chi, per primo, vide in questa attività un baluardo, un argine e un mezzo per combattere la piaga dell’usura. Due nomi spiccano su tutti: quelli di padre Massimo Rastrelli (deceduto il 27/02/2018) e di mons. Alberto D’Urso, animatori e propulsori delle attività».
Le sfide che attendono la Consulta Antiusura sono ancor più impegnative ed importanti. Le norme contenute nel Decreto legislativo n. 117 del 3 luglio 2017(Codice del Terzo Settore) impongono modifiche statutarie alle Fondazioni; a quelle relative al Regolamento dell’Unione europea 2016/679 per la protezione dei dati personali (GDPR) che impongono riorganizzazioni di fondo nelle strutture; all’adeguamento delle apparecchiature e dei programmi informatici per renderli in linea con le nuove norme ed a tanti interventi di minore impatto.
Anche la lotta all’azzardo dovrà costituire una costante messa in mora del Governo nei confronti del quale, con fermezza, si dovranno sottolineare gli enormi costi che esso provoca nel tessuto sociale ed all’economia della Nazione. Non possono costituire un alibi i risicati introiti fiscali per lasciare la situazione così come è e come si è consolidata negli anni, soprattutto se si considerano i ben più gravi danni provocati nella società e, cosa ancor più seria, nelle nuove generazioni. Ammonta a 107 miliardi il consumo di azzardo degli italiani nel 2018. Continuerà la pressante sollecitazione nei confronti dei rappresentanti degli organi di Governo e del Parlamento sulla necessità di rifinanziare a regime il Fondo di Prevenzione di cui all’art. 15 e di estendere alle persone fisiche le provvidenze di cui all’art. 14 della Legge 108/96; di apportare correttivi alla Legge n. 3/2012; di intervenire sull’impressionante ricorso alle esecuzioni immobiliari a danno dei debitori insolventi.
La Consulta Nazionale Antiusura dovrà intensificare l’impegno all’interno di un percorso ecclesiale con riferimento alla Conferenza Episcopale Italiana e alla Caritas Italiana per promuovere una maggiore collaborazione tra le Fondazioni antiusura e le Caritas diocesane al fine di creare sinergie per affrontare in modo integrale i processi di impoverimento delle persone e delle famiglie utilizzando le diverse competenze.
L’Assemblea ordinaria ha rieletto Mons. Alberto D’Urso – Presidente della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, il Dott. Luciano Gualzetti – Vice-Presidente, Don Benoni Ambarus-Consigliere, il notaio Luigi Coppola- Consigliere, il Dott. Ruggiero Ricco-Segretario.

 

Redazione

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