Milano, 30 settembre 2019 – “L’emicrania cronica ha una prevalenza di circa il 2% nella popolazione generale e il 2,5% dei pazienti emicranici episodici evolve ogni anno verso la forma cronica. Tale percentuale sale però al 30% quando si considerano i soggetti con emicrania episodica ad una frequenza di attacchi maggiore di 8 al mese” ha dichiarato il Prof. Fabio Antonaci dell’Istituto Neurologico Mondino, Università di Pavia.
L’assunzione periodica di farmaci sintomatici senza una adeguata terapia di prevenzione può, con il tempo, portare ad un abuso e ad una dipendenza da farmaci sintomatici. I trattamenti preventivi attualmente a disposizione con comprovata efficacia sono vari (betabloccanti, calcio antagonisti, antiepilettici, antidepressivi e la tossina botulinica) e più recentemente sono stati pubblicati i dati sull’efficacia sull’uso dei nuovi anticorpi Monoclonali anti CGRP.
Emicrania: blocco del ganglio sfenopalatino
Fra le terapie locali utilizzabili nella cefalea vi è il blocco anestetico del ganglio sfenopalatino che è il più grande ganglio nervoso della testa situato nella fossa sfenopalatina: si trova dietro al naso e vicino alla gola, ovvero in una sede purtroppo difficile da raggiungere se non con strumenti e procedure invasive e traumatiche. Secondo la letteratura degli ultimi dieci anni, il blocco del ganglio sfenopalatino si è dimostrato efficace nel migliorare l’emicrania e altre patologie dolorose della faccia.
La Dottoressa Barbara Vitrani, Specialista in Medicina delle Cefalee Trieste, Gorizia e Udine, riferisce che il nuovo cateterino di gomma SphenoCath R è disponibile anche in Italia. Questo strumento ha consentito di raggiungere il ganglio con dell’anestetico locale (lidocaina al 2%) in maniera non invasiva. La procedura semplice, non dolorosa viene effettuata in ambedue le narici, lasciando poi riposare il paziente supino per 10 minuti: si può avvertire solo un minimo fastidio durante l’infusione.
Questa metodica trova particolare indicazione nel trattamento di emicrania croniche (Cady e coll. 2015, Robbins e coll. 2015) con o senza abuso di farmaci, cefalee a grappolo e nevralgie del trigemino. I risultati disponibili riferiscono di un 30% di beneficio sul dolore a due mesi dalla terapia e di un 30% a 4 mesi dal trattamento. “Va considerato che il blocco del ganglio sfenopalatino, come altre terapie preventive è un trattamento per l’emicrania e altri tipi di cefalee/nevralgie primarie, non certo la cura” conclude il Prof. Antonaci.
Emicrania: la procedura del blocco del ganglio sfenopalatino
- Il catetere SphenoCath R viene avanzato anteriormente nel turbinato medio finché la punta del catetere non tocca delicatamente la mucosa superiore.
- Il catetere interno viene esteso per favorire il contatto sulla mucosa dell’anestetico locale in modo da riempire la fossa pterigopalatina.
- Il paziente rimane supino, col collo esteso e la testa girata di 30% per circa 10 minuti.
L. M.
Speriamo che funzioni. Qui siamo alla dispetazione totale.