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CARNE SELVAGGINA, ROLFI: SIGLATO ACCORDO TRA REGIONE, FONDAZIONE UNA, UNIVERSITA’ DI MILANO E DI POLLENZO/CN

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 8 ottobre 2019 – E’ stato siglato, questo pomeriggio, a
Palazzo Lombardia, un protocollo di intesa tra la Regione, la
Fondazione Una e le universita’ di Milano e di Pollenzo (CN),
volto a valorizzare la filiera della carne di selvaggina in
Lombardia. Saranno effettuati studi scientifici, corsi di
formazione e attivita’ di prevenzione sanitaria e saranno
coinvolti i giovani interessati a sviluppare imprese in un
ambito che rappresenta un presidio ambientale fondamentale in
alcune zone della Lombardia.

VOGLIAMO RISOLVERE UN PROBLEMA – “Spesso la fauna selvatica
rappresenta un problema per la sicurezza delle persone – ha
dichiarato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione
e Sistemi verdi della Regione Lombardia -. Noi vogliamo
risolvere questo problema trasformandolo in opportunita’. La
carne di selvaggina e’ ancora sottovalutata e sviluppare un
progetto con partner scientifici significa diffondere una nuova
cultura anche sotto il profilo alimentare”.

ESSENZIALE FAR DIALOGARE FILIERA – “Far dialogare tutta la
filiera e’ essenziale – ha aggiunto – per una maggiore sicurezza
alimentare, una migliore comunicazione del prodotto e la
creazione di un indotto occupazionale importante. Ricordo, che
grazie alla nuova legge lombarda sugli agriturismi, la carne di
selvaggina viene considerata come prodotto del territorio”.

COLLABORAZIONE VIRTUOSA – “Siamo onorati di poter essere
presenti in Regione Lombardia per la sottoscrizione di un
Protocollo di Intesa tra i promotori del progetto ‘Selvatici e
buoni: una filiera alimentare da valorizzare’ e la Regione
Lombardia che permette l’estensione dello stesso in altri ambiti
regionali – ha commentato Maurizio Zipponi, presidente
Fondazione Una (Uomo, Natura, Ambiente) -. Questo protocollo e’
per noi una conferma che il progetto e’ stato particolarmente
apprezzato e ci permette di sviluppare anche in ambito regionale
le modalita’ operative per la gestione della filiera delle carni
di grossa selvaggina ‘dal bosco alla tavola’, attraverso
attivita’ di formazione, educazione all’utilizzo delle risorse,
miglioramento delle caratteristiche igienico sanitarie,
caratterizzazione e valorizzazione del prodotto fino alla
promozione sul territorio”.

CENSIMENTO PER FILIERA SOSTENIBILE – Il progetto ‘Selvatici e
buoni’ e’ proposto da Fondazione Una onlus e dall’Universita’ di
Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il
Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Universita’ di Milano e
la Societa’ italiana di Medicina Veterinaria Preventiva. Sulla
base di dati di censimento sara’ promossa una filiera sostenibile
al fine di mantenere l’equilibrio ambientale e un corretto
rapporto con le attivita’ agricole. Verra’ effettuata una indagine
sulle popolazioni per acquisire dati sui livelli di rischio di
esposizione ad agenti patogeni.

ATTIVITA’ ANCHE PER CACCIATORI – Il progetto prevede, inoltre, la
realizzazione di attivita’ di formazione per cacciatori e
operatori della filiera di lavorazione per sviluppare conoscenze
e competenze per la corretta gestione degli animali cacciati. A
tutela del consumatore, tracciabilita’ e sicurezza alimentare
diventano i punti centrali per garantire trasparenza e legalita’.

Sara’ effettuata una mappatura delle tradizioni legate alle
produzioni artigianali inerenti la cacciagione, per
contestualizzare l’utilizzo della selvaggina all’interno di un
determinato territorio. Saranno poi definiti momenti di
formazione, che vedranno coinvolti tutti gli operatori della
filiera della cacciagione, in un’ottica di scambio dove il
ristoratore spieghera’ quali sono le sue esigenze per poter
creare un piatto, il macellatore e il norcino daranno il proprio
parere su come ottenere un determinato prodotto e il cacciatore
spieghera’ quali possono essere le criticita’ di una determinata
lavorazione rispetto al suo ruolo. In questo modo si cerchera’ di
realizzare quelle sinergie necessarie a creare una filiera
integrata.

START UP PER IMPATTO OCCUPAZIONALE – Si procedera’, quindi,
all’individuazione di giovani disponibili ad avviare delle
start-up in grado di generare un impatto occupazionale legato
all’attivita’ di trasformazione del prodotto. Questo facilitera’
la creazione di nuove aziende in un’ottica di valorizzazione dei
territori spesso oggetto di abbandono, eliminando le
problematiche legate al trattamento di prodotti alimentari.
Verra’ altresi’ affrontato lo studio di un modello di
comunicazione efficace fruibile dai ristoratori, con il chiaro
intento di valorizzare la materia prima.

 

Redazione

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