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CASE POPOLARI: ROZZA (PD), “NUOVO METODO DI ASSEGNAZIONE DEGLI ALLOGGI È INSENSATO, CITTADINI PENALIZZATI E SCOMPARE LA MISURA DEL BISOGNO ABITATIVO”

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 29 ottobre 2019 – Il Partito Democratico, con la consigliera regionale Carmela Rozza, critica con durezza il nuovo sistema di assegnazione della case popolari: “costringe i cittadini bisognosi a partecipare a una riffa insensata per ogni bando che si apre, con perdita di tempo e di soldi. In questo modo, intanto, la Regione nasconde il bisogno abitativo, che rimane molto elevato” spiega l’esponente democratica.
Il regolamento oggetto di critica è stato approvato in Consiglio regionale nel 2016 e dopo una sperimentazione fallita è entrato ufficialmente in vigore nel 2019. Oggi sono attivi in Lombardia 22 bandi in 9 diverse province che vanno a scadenza tra il 31 ottobre e il 16 dicembre. In tutto sono in assegnazione 813 alloggi di proprietà dei comuni e delle Aler: si va dai 457 alloggi disponibili di Milano fino al singolo alloggio di Arconate e di altri comuni.
Il primo e grave effetto è che tutte le domande presentate in precedenza, che componevano le diverse graduatorie, ed erano 54.662 nel 2018, ben 25.192 nella città di Milano, semplicemente decadono. I cittadini bisognosi a cui non è stata assegnata la casa dovranno rifare la domanda.
Facciamo un esempio: a Cinisello Balsamo c’erano nel 2018 ben 886 domande pendenti. Nel 2019 il comune ha fatto un primo bando con il nuovo regolamento per 9 alloggi, scaduto a luglio, e ha raccolgono 149 domande. Ora Cinisello ha emesso un nuovo bando per altri 18 alloggi: i 140 cittadini che non hanno ottenuto l’assegnazione dovranno partecipare anche a questo, ripartendo da zero.

“Con questo regolamento la Regione Lombardia, guidata dalla Lega, obbliga i cittadini bisognosi a partecipare ogni volta a una lotteria insensata spiega Carmela Rozza -. E se non risultano assegnatari dovranno ricominciare da capo, ripresentare la documentazione e ripagare il bollo di 16 euro, che per un cittadino in stato di indigenza non è cosa da poco. Tutte le graduatorie precedenti vanno a finire nel cestino, anche le domande effettuate nel 2018 e, in futuro, quelle del bando immediatamente precedente, anche se effettuato solo pochi mesi prima. Qualcuno avrà avvisato chi è in graduatoria che se non partecipa a un altro bando non avrà mai assegnato l’alloggio di cui ha bisogno? Se l’obiettivo dichiarato era la semplificazione, il risultato è l’esatto contrario, ma un risultato c’è, che nessuno avrà più dati certi sul bisogno abitativo su cui impostare una teorica programmazione: questo conviene alla propaganda della Lega in Regione, non certo ai cittadini bisognosi.”
La conclusione di Rozza è la seguente: “questo metodo di assegnazione è insensato e va cambiato, lasciando attive le graduatorie per almeno due anni e assegnando, man mano che gli alloggi si rendono disponibili, ai primi in graduatoria. In questa regione, comunque, il problema non è mai stato il metodo di assegnazione ma la cronica carenza di alloggi, aggravata dall’inefficienza della Regione che ancora oggi ha undicimila appartamenti vuoti.”

 

Redazione

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