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TUTTA CESANO CONTRO IL RAZZISMO. A FIANCO DEL NOSTRO GIOVANE CALCIATORE

 

 

Profondamente toccato dalla vicenda del 14enne di origine cinese offeso da insulti razzisti sabato 25 gennaio sul campo di calcio, il primo cittadino Simone Negri ha voluto incontrare ieri personalmente il ragazzo per portare a lui e alla sua famiglia solidarietà e vicinanza.

Nello stesso pomeriggio le due società si sono incontrate per i chiarimenti, con stretta di mano dei due ragazzi.

(mi-lorenteggio.com) Cesano Boscone, 28 gennaio 2020 – Dopo la notizia diffusa con la quale si denunciava il grave episodio di stampo razzista avvenuto nel corso di una partita dei Giovanissimi 2006 ai danni di un atleta di origine cinese della Idrostar di Cesano Boscone che, investito da insulti da parte di un suo avversario, ha dovuto abbandonare in lacrime il gioco, il sindaco di Cesano Boscone Simone Negri, profondamente colpito dalla vicenda, ha voluto incontrare ieri pomeriggio il ragazzo quattordicenne per portare a lui e alla sua famiglia tutto l’appoggio e la solidarietà di Cesano.
“Fatti di questo tipo non possono e non devono passare inosservati ma vanno contestati in ogni forma ed in ogni circostanza. Con il nostro calciatore di origine cinese é stato offeso tutto il nostro paese che é, senza nessuna titubanza, luogo di integrazione e fratellanza, anche attraverso lo sport. Questo episodio mi ha profondamente toccato: per questo ho voluto subito portare tutta la mia solidarietà al ragazzo ed alla sua famiglia. Abbiamo sempre ripudiato il razzismo e continueremo a farlo”.
E infatti è stata probabilmente la solidarietà comunicata al ragazzo da parte di tutta la comunità cesanese a portare ieri sera, nella sede di Cesano della Idrostar, ad un incontro tra delegazioni delle due società sportive coinvolte: presenti, oltre ai due atleti e familiari, anche il vicepresidente Alcibiade Ariotti, il delegato della Figc Luigi Dubini, l’assessore allo Sport di Cesano Salvatore Gattuso ed il presidente di Idrostar Ettore Leporatti.
L’Ausonia, pur contestando che vi siano stati insulti di stampo razzista ma ammettendo un semplice diverbio tra giovani, ha preferito un dovuto chiarimento che ha portato alla stretta di mano tra i ragazzi.
“Abbiamo dimostrato, tutti quanti insieme, che il razzismo qui è un’erbaccia che non attacca. – ha commentato il primo cittadino – Auspico che, al netto dell’intervento della giustizia sportiva, la questione si possa chiudere così. Alla fine puoi avere in panchina il più patentato allenatore delle giovanili e nella dirigenza frotte di talent scout, ma se anche per un secondo ti dimentichi il ruolo educativo di chiunque entri in contatto con ragazzi di quell’età, a mio parere non hai nulla a che vedere con i valori dello sport”.
Quello che più ha sconvolto di questa vicenda non sono solo le parole (“Vattene, tornatene al tuo paese, cinese infetto” e “spero che ti venga il virus come in Cina”) scelte come insulti da un
altrettanto giovanissimo, evidente specchio della società adulta, quanto il fatto che la partita non sia stata interrotta dall’arbitro e il tutto si sia svolto davanti agli occhi di persone che non hanno dato alcun peso all’accaduto. “E’ l’indifferenza – ha aggiunto il sindaco – uno dei mali del mondo: non essere toccato neanche dall’immagine di un ragazzo di 14 anni che abbandona il gioco uscendo in lacrime dal campo”.
Il tutto a qualche ora di distanza dalla Giornata della Memoria, che si celebra proprio ogni 27 gennaio in tutto il mondo per non dimenticare le vittime dell’Olocaustro. “Celebrare una giornata come quella della Memoria – ha concluso il sindaco – per me non significa solo dare targhe e commemorare: significa svolgere un ruolo attivo e reagire ogni giorno davanti a fatti come questo, commessi contro chiunque e ovunque”.

V.A.

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