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TERMOVALORIZZATORI, BRUNO BELLA: “FONDAMENTALI PER VINCERE SFIDE ENERGETICHE”

Anche la DIA sottolinea la loro necessità: secondo il rapporto del 2019 colpirebbero le mafie

 

Milano, 11 febbraio 2020 – In Italia le mafie provano costantemente a mettere le mani sulla gestione dei rifiuti. Lo sa bene la DIA, ossia la Direzione Investigativa Antimafia, che nell’ultimo rapporto semestrale (si riferisce a gennaio-giugno 2019) ha dedicato un capitolo intero a ‘Mafia e rifiuti’. La novità, rispetto ai documenti del passato, è l’analisi del contesto in cui le organizzazioni criminali affondano le mani. Ma soprattutto è la necessità di alcuni elementi strutturali: come ad esempio i termovalorizzatori.

 

Il nostro Paese, spiega il rapporto, non ha impianti di smaltimento e trattamento sufficienti, adeguati e distribuiti in modo omogeneo sul territorio. Mancano piattaforme, discariche e soprattutto termovalorizzatori. C’è dunque un’emergenza strutturale, con impianti che vengono chiusi (magari senza motivo) e la produzione di rifiuti che aumenta di anno in anno. Lo scenario perfetto per le mafie, per gli incendi e per gli smaltimenti illegali. Ed è proprio questa mancanza di strutture, sottolinea la DIA, la causa della criminalità nel settore.

 

Prendiamo i termovalorizzatori. Secondo la Direzione, le mafie sono poco interessate a finanziare e gestire impianti complessi del genere. Bruno Bella, fondatore di Vibeco, azienda leader nel settore con un fatturato da 50 milioni di euro l’anno, si sofferma sull’importanza di questo tipo di strutture, ma anche sullo scarso impatto che possono avere sul paesaggio: “Non solo un termovalorizzatore moderno non ha alcun impatto negativo sul paesaggio, né in termini estetici né olfattivi, ma può addirittura diventare un’occasione di ripristino ambientale. Un termovalorizzatore, o una cosiddetta ‘discarica’ possono diventare parchi naturali. A Copenaghen – ricorda Bruno Bella – un termovalorizzatore è diventato addirittura una pista di sci”.

Oltre a tagliare le gambe alle organizzazioni criminali, i termovalorizzatori producono energia pulita e a basso costo: “Rinunciarci vuol dire rifiutare un approccio ecologico e sostenibile alla politica energia. Il paradosso è che dal punto di vista ingegneristico siamo noi italiani ad essere leader europei. Siamo noi a spiegare agli stranieri come costruirli. Invece di trattare i nostri rifiuti paghiamo altri Paesi per prendersi i nostri rifiuti e prodursi la loro energia”.

Per Bruno Bella e Vibeco, quindi, serve una svolta a partire dalla percezione che ha l’opinione pubblica in merito ai termovalorizzatori. 

 

“Se sono ancora visti con sospetto dall’opinione pubblica, la colpa non è ovviamente delle persone ma di una classe politica che negli anni, sul tema dei rifiuti, ha operato una strumentalizzazione selvaggia. Prima i termovalorizzatori sono stati descritti come il male assoluto, poi sono stati combattuti con l’unico intento di raggranellare qualche voto. La verità è che un termovalorizzatore oggi è un asset fondamentale per affrontare e vincere le sfide energetiche del futuro”.

L. M.

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