Coronavirus, medici volontari al Rifugio Caritas

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Rinnovate per un’altra settimana le misure di sicurezza. Gualzetti: «Non possiamo lasciare soli gli ultimi»

 

(mi-Lorenteggio.com) Milano, 3 marzo 2020 – Da questa settimana entreranno in servizio al Rifugio Caritas medici volontari della Croce Rossa, affiancando l’infermiera e gli educatori nelle operazioni di controllo sanitario sugli ospiti, una misura cautelativa introdotta in seguito alle disposizioni delle autorità pubbliche emanate per contenere il contagio da Coronavirus.
I due medici saranno in servizio il mercoledì e il venerdì dalle 18.00 alle 20.00. All’ingresso della struttura, controlleranno che chi entra non abbia la febbre, la gola arrossata o la tosse. Nel caso, dovessero riscontrare questi sintomi, allerteranno il pronto soccorso.
Le stesse operazioni negli altri giorni saranno svolte da un’infermiera e dai quattro educatori in servizio.
Grazie a questa collaborazione viene così rafforzato il filtro sanitario che era già stato creato la scorsa settimana all’inizio dell’emergenza allo scopo di tutelare la salute degli ospiti, dei volontari e degli operatori.
«Ringraziamo la Croce Rossa per questa disponibilità. Se qualche medico in pensione o qualche laureando in medicina volessero darci una mano, saremmo felici di inserirli nello staff. Proprio in questo momento così difficile non possiamo lasciare soli i più indifesi: persone che vivono per strada, socialmente deboli, e che sono anche le più esposte alla malattia. Al tempo stesso, dobbiamo farlo, responsabilmente, rispettando le indicazioni che ci vengono date dalle autorità per evitare il diffondersi del contagio. Per questa ragione abbiamo scelto di non chiudere i servizi, ma di riorganizzarli. Non è una decisione facile, ma cerchiamo di tenere in equilibrio la tutela della salute e la solidarietà agli ultimi, due principi che non possono essere messi in contraddizione», dichiara Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.
Anche per la prossima settimana e fino al termine stabilito dal decreto governativo, dunque, l’organismo diocesano ha ribadito le indizioni che aveva dato domenica scorsa a volontari e operatori allo scopo di evitare assembramenti che favorirebbero il diffondersi dell’infezione.
Gli 8 Empori della Solidarietà resteranno aperti ma le persone verranno a fare la spesa con le tessere della Caritas in orari fissi della giornata.
Si riceverà su appuntamento anche nei 380 centri di ascolto presenti nelle parrocchie.
Per quanto riguarda il Refettorio Ambrosiano, la mensa solidale di piazza Greco 11 continuerà ad operare, scaglionando le presenze in modo che si siano in sala un massimo di 25 persone a turno, questo per evitare che gli ospiti debbano consumare il lunch box all’esterno e sotto la pioggia.
«Chi tira avanti con lavoretti saltuari, senza un contratto, non può mettersi in ferie o scegliere lo smart working. Persone in quelle condizioni in questi giorni hanno semplicemente perso le poche occasioni di guadagno che avevano. Non possiamo lasciarle sole anche noi», sottolinea Salvatore Doria, operatore della cooperativa Intrecci che gestisce l’Emporio della Solidarietà di Garbagnate Milanese per conto della Caritas Ambrosiana.

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