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COVID-19 E QUALITA’ DELL’ARIA, PRONTI I RISULTATI DI UNA PRIMA INDAGINE SULL’ANDAMENTO IN LOMBARDIA DURANTE EMERGENZA

CATTANEO: SUL PARTICOLATO RIMANE PREDOMINANTE LA VARIABILE METEO

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 03 aprile 2020 –  Sono stati pubblicati oggi i risultati
di un’indagine svolta da Regione Lombardia e da Arpa Lombardia
sulla variazione dei fattori di pressione e sull’andamento dati
di qualita’ dell’aria generato dalle misure di restrizione
introdotte per contrastare la diffusione del virus.

L’assessore lombardo all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo ha
commentato: “L’emergenza e la progressiva adozione delle misure
di contenimento del virus ha determinato una situazione
straordinaria e irripetibile in condizioni ordinarie. Dai dati
analizzati e’ possibile osservare come sul particolato la
variabile meteorologica rimanga predominate nel determinare gli
andamenti, nonostante una ovvia riduzione collegata alle minori
emissioni; si conferma dunque ancora una volta la specificita’
del bacino padano, anche in relazione alla formazione di
particolato secondario. Ad esempio, osservando i dati, dal 18 al
20 marzo si e’ riscontrato un incremento significativo del PM10
che in alcune stazioni ha superato il valore limite di 50 µg/m3
ed e’ cresciuto in gran parte della regione, nonostante la
riduzione dei flussi di traffico e di parte delle attivita’
industriali”.

“Questa situazione si e’ verificata in una fase stagionale che
registra da sempre una situazione piu’ favorevole alla
dispersione degli inquinanti rispetto ai mesi invernali – ha
proseguito Cattaneo – e si riscontra che nel corso del mese di
marzo i valori di particolato (PM10 e PM2.5) si sono attestati
in prossimita’ dei valori minimi riscontrati in media nel
decennio precedente, ma il concorso della drastica riduzione
della circolazione veicolare e delle altre fonti emissive non ha
determinato effetti tali da scendere al di sotto di valori in
parte gia’ riscontrati negli anni precedenti nel medesimo
periodo. Diminuzioni piu’ consistenti sono invece rilevate per
gli ossidi di azoto e per il benzene, essendo legati piu’
direttamente al traffico veicolare”.

Regione Lombardia, anche grazie all’aiuto di Move-In ha avuto i
dati elaborati in forma aggregata e anonima, in tempo reale per
conoscere la situazione della mobilita’: “A seguito dell’adozione
del DPCM dell’8 marzo 2020, che ha introdotto misure di
limitazione degli spostamenti – ha concluso l’assessore Cattaneo
– si osserva una progressiva e significativa riduzione delle
percorrenze di tutti i veicoli. In particolare, nei giorni
feriali della settimana 23-29 marzo, si stima una riduzione di
circa il 75%. Durante il fine settimana le percorrenze subiscono
riduzioni ancora maggiori, arrivando fino a circa il 90% nella
giornata di domenica”.

Pur tenendo conto del limite
rappresentato da dati raccolti tra fine inverno e l’inizio
primavera, periodo dell’anno generalmente meno critico per
l’inquinamento atmosferico, e da una variazione dei fattori di
pressione graduale e progressiva a causa delle azioni di
contenimento via via piu’ restrittive – ha individuato due
periodi distinti: il primo, compreso tra il 23 febbraio e l’8
marzo 2020, caratterizzato dalle prime misure su aree piu’
limitate e il secondo, a partire dal 9 marzo, caratterizzato da
misure piu’ incisive estese a tutto il territorio nazionale. I
dati disponibili sono stati analizzati fino alla data del 29
marzo 2020.

RIDUZIONE DEI FATTORI DI PRESSIONE – L’analisi e’ partita dalla
stima della riduzione dei fattori di pressione nei principali
settori, quali traffico veicolare, consumi energetici,
riscaldamento e attivita’ agricole/zootecniche, dovuta alle
misure messe in atto dal Governo e dalle ordinanze regionali per
far fronte all’emergenza Coronavirus. Riguardo al settore
riscaldamento, si osserva che, nel primo trimestre del 2020, le
temperature medie giornaliere sono state generalmente superiori
alle medie del periodo (su base ventennale). Per le attivita’
agricole, non limitate dalle misure di contenimento
dell’emergenza sanitaria nemmeno, a partire dal 24 febbraio,
rispetto allo spandimento dei liquami zootecnici, si sono
stimate emissioni in linea con quelle tipiche del periodo.

QUALITA’ DELL’ARIA – Relativamente alla qualita’ dell’aria, per il
biossido di azoto (NO2) e ancora piu’ per il monossido di azoto
(NO) e per il Benzene le concentrazioni rilevate si sono
sensibilmente ridotte e, in alcune stazioni, risultano perfino
inferiori ai valori piu’ bassi registrati in ciascun giorno di
calendario nel periodo di osservazione nei dieci anni
precedenti. In questo caso e’ quindi piu’ evidente l’effetto della
riduzione delle emissioni connessa alla riduzione dei flussi di
traffico, che in ambito urbano e’ certamente la prima fonte di
ossidi di azoto.

Riguardo ai valori di PM10 e PM2.5, i dati indicano in maniera
evidente la stagionalita’ di questi inquinanti, che registrano
tipicamente i valori piu’ elevati nei mesi piu’ freddi dell’anno.
L’analisi dei dati del mese di marzo 2020, pur collocandosi
nella fascia bassa della variabilita’ del periodo, evidenzia un
alternarsi di giornate con concentrazioni piu’ alte e altre con
valori inferiori. Alcuni episodi, come quello del 25 febbraio,
con un valore di PM10 pari a 82 µg/m³ registrato a Codogno, gia’
in piena “zona rossa”, hanno evidenziano l’importanza del
fenomeno di trasporto del particolato e il fatto che le
concentrazioni non sono solo influenzate dalle emissioni di
prossimita’, ma da tutte quelle del bacino di riferimento.
Cosi’ come, invece, quando dal 18 al 20 marzo si e’ registrato un
incremento significativo di polveri sottili in gran parte della
regione, nonostante la riduzione dei flussi di traffico e di
parte delle attivita’ industriali, e’ risultato chiaro il
contributo della componente secondaria e della situazione
meteorologica piu’ favorevole all’accumulo. Infine, anche
l’episodio del 28 e 29 marzo – quando a causa del trasporto di
particolato di origine desertica dalle regioni asiatiche (come
confermato dal modello globale ‘Copernicus Atmosphere Monitoring
Service’), le concentrazioni di PM10 sono risultate molto
elevate a fronte di un aumento inferiore delle concentrazioni di
PM2.5 – mostra in modo chiaro la complessita’ dei fenomeni
correlati alla formazione, al trasporto e all’accumulo di
particolato atmosferico.

LE CONCLUSIONI – Lo studio ha evidenziato che il trend di
generale riduzione delle concentrazioni degli inquinanti che si
sta osservando in questo periodo deve essere attribuito, in
proporzioni non quantificabili in modo preciso e comunque
dipendenti dalle singole giornate e dal singolo inquinante,
all’insieme di 3 fattori: riduzione delle emissioni (in
particolare dal settore trasporti), variazione delle condizioni
meteorologiche (comunemente meno favorevoli all’accumulo in
questo periodo dell’anno) e condizioni ambientali che
influiscono sulle reazioni chimico-fisiche in cui sono coinvolti
gli inquinanti.
Dall’analisi dei dati di qualita’ dell’aria risulta che le misure
messe in atto per fronteggiare l’emergenza hanno certamente
determinato una riduzione delle emissioni derivanti in
particolare dal traffico veicolare, che sono piu’ evidenti
analizzando le concentrazioni degli inquinanti legati
direttamente al traffico – NO, benzene e in parte NO2.
Nel bacino padano, la riduzione rilevata per il particolato e’
influenzata in modo significativo dalla presenza della
componente secondaria. Infatti, si e’ osservato che le drastiche
riduzioni di alcune sorgenti non sempre hanno impedito il
superamento dei limiti, pur contribuendo a ridurne l’entita’. Cio’
evidenzia in modo chiaro la complessita’ dei fenomeni correlati
alla formazione, trasporto e all’accumulo di particolato
atmosferico e la conseguente difficolta’ di ridurre in modo
drastico i valori presenti in atmosfera in situazioni ordinarie.

. “Dai dati diffusi oggi relativi all’indagine condotta da Arpa e Regione Lombardia sulla qualità dell’aria nella nostra regione durante l’attuale emergenza sanitaria, si evince chiaramente non solo che l’Area C è stata fatta dal Comune di Milano con l’unico intento di fare cassa, ma emerge anche la palese inutilità dell’area B. Tutto questo a danno di cittadini e lavoratori. I valori parlano chiaro: il 75% in meno di traffico veicolare durante i giorni lavorativi che raggiunge il 90% in meno durante il fine settimana, sono stati accompagnati da un PM10 che in alcuni giorni è addirittura aumentato. La conclusione ovvia è che lo stop di auto e fabbriche non ha modificato in modo sensibile la situazione come invece vuole farci credere il sindaco Sala creando zone a traffico limitato”. Così Riccardo Pase, presidente commissione regionale Ambiente interviene commentando i dati relativi alle analisi svolte da Arpa e Regione in merito alla variazione dei fattori di pressione e sull’andamento dati della qualità dell’aria generato dalle misure di restrizione introdotte per contrastare la diffusione del virus.

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