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Proverbio: Febbraio, febbraiello, cortino e bugiardello

Il Pio Albergo Trivulzio durante la pandemia di Covid19: i dati

 

(mi-Lorenteggio.com) Milano, 6 maggio 2020 – Nel corso di una video conferenza stampa, il Prof. Fabrizio Pregliasco e l’Avv. Vinicio Nardo hanno fornito una dettagliata informazione su quanto avvenuto nelle strutture sanitarie e assistenziali gestite dall’ASP IMMeS Pio Albergo Trivulzio (PAT) nel primo quadrimestre 2020 e, in particolare, nei mesi di marzo e aprile.

Nell’introduzione è stata ricordata l’atipicità e la complessità dei servizi e delle prestazioni prestate dal PAT, che vanno dagli ambulatori specialistici, alle strutture di riabilitazione, alle RSA, alle RSA Alzheimer, fino all’Hospice, non confrontabili dunque con quelle di una normale Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA).

Una realtà che in situazioni di apparente normalità, come quelle registrate in gennaio e febbraio, vedeva l’ingresso giornaliero di almeno 1000 persone tra parenti, conoscenti e persone che accedevano agli ambulatori, oltre al personale sanitario e di servizio. Ovvero in un periodo In cui, come successivamente accertato, Covid19 a Milano e in Lombardia circolava già tra alcune migliaia di persone.

Al riguardo, il Prof. Pregliasco e l’Avv. Nardo hanno sottolineato la tempestività delle decisioni assunte in base all’evolversi delle indicazioni delle Autorità sanitarie (OMS, ISS, Ministero della Salute, Regione Lombardia e AST), sottolineando l’adeguatezza dei piani di prevenzione del rischio in relazione ai dati al momento conosciuti e ricordando che il 10 marzo 2020, il giorno prima che l’OMS dichiarasse Covid19 una pandemia, venne decisa la chiusura totale degli accessi di parenti e visitatori e la chiusura totale di tutte le attività ambulatoriali del Day Hospital, del Centro diurno e dell’Assistenza Domiciliare Integrata (mentre già dal 23 febbraio i pazienti venivano contattati per accertarsi dello stato di salute – sintomatologia acuta di origine respiratoria).

Entrambi i relatori hanno ribadito il corretto e oculato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) nelle settimane che risultavano introvabili sul mercato, ottemperando alle indicazioni istituzionali sulle modalità di uso contingentato fino al 23 marzo, quando si è potuto metterli a disposizione di tutti gli operatori. E’ stato inoltre rimarcato l’assenza di uno strumento diagnostico certo come i tamponi, resi disponibili solo a metà aprile.

Questo, tuttavia, non ha impedito una gestione “come se”, nei confronti di pazienti/ospiti e del personale sanitario, contribuendo a contenere il numero di decessi rispetto a quanto avveniva sul territorio lombardo. Va, ad esempio, ricordato che nel mese di marzo 2020 in Regione Lombardia vi è stato un incremento del 185% dei decessi rispetto al valore medio del quinquennio 2015/2019. I dati di mortalità del Comune di Milano riferiti dall’Assessore ai Servizi civici, Roberta Cocco, evidenziano che a marzo 2020 vi è stato un incremento del 75% e nella prima decade di aprile del 135% rispetto ai dati del biennio precedente.

Nel periodo 20 febbraio / 31 marzo 2020, nelle province del Nord, i decessi sono aumentati dell’88% rispetto alla media del periodo 2015/2019, passando da 26.218 decessi medi a 49.351 decessi.

Nel periodo febbraio/marzo 2020, al PAT, rispetto ai valori medi di analoghi mesi del quinquennio 2015/2019, vi è stato un incremento di decessi pari al 29%, passando da 89 decessi medi a 115 decessi (valore che include i 70 decessi di marzo);

Mentre se si analizza il quadrimestre gennaio/aprile 2020, rispetto ai valori medi dell’analogo quadrimestre del quinquennio 2015/2019, vi è stato un incremento di decessi pari al 61%, passando da 186 decessi medi a 300 decessi (valore che include i 133 decessi di aprile).

Entrando più nel dettaglio e prendendo in considerazione il tasso di mortalità (il rapporto tra numero di ospiti e decessi) si evidenziano i seguenti dati:

 

 

PAT UdO Gennaio Febbraio Marzo Aprile
2020 RSA 32 34 50 89
CI 19 11 21 43
TOTALE 52 45 71 133

Totale decessi 300 – età media 85 anni.

Nel primo quadrimestre sono stati residenti presso il PAT 1614 ospiti/pazienti;

  • il tasso di mortalità sul primo trimestre (quando vengono chiusi gli accessi) è di 10,34%
  • il tasso di mortalità sul primo quadrimestre: 18,58%.

 

 

 

RSA Principessa Jolanda Gennaio Febbraio Marzo Aprile
2020 2 7 11 10

Totale decessi 30 – età media 89 anni

Al 1° gennaio erano occupati 94 posti letto di RSA e sino al 9 marzo sono stati accolti altri 10 ospiti:

  • il tasso di mortalità sul primo trimestre (quando vengono chiusi gli accessi) è di 19,23%
  • il tasso di mortalità sul primo quadrimestre: 28,84%

 

 

 

Merate UdO Gennaio Febbraio Marzo Aprile
2020 RSA 9 3 29 21
CI 2 1 9 1
TOTALE 11 4 38 22

Totale decessi 75 – età media 88 anni

Nel primo quadrimestre sono stati residenti presso l’Istituto Frisia 353 ospiti e pazienti

  • il tasso di mortalità sul primo trimestre (quando vengono chiusi gli accessi) è di 15,01%
  • iI tasso di mortalità sul primo quadrimestre: 20,11%

 

Nel corso della video conferenza stampa è stata inoltre fornita spiegazione delle accoglienze presso il Pronto Intervento Geriatrico (PRINGE/post-acuta) del 13/14 marzo 2020. In seguito a DGR 2906, 8 marzo 2020, l’Istituto predispose la Sezione Pringe (percorso ingresso dedicato da viale Bezzi, Equipe medica dedicata, a media intensità di cure) per accogliere il 13 e 14 marzo 2020 senza che entrassero in contatto con altri ospiti.

  • 17 Pazienti da Sesto San Giovanni (dichiarato dalla Direzione Sanitaria della stessa struttura Ospedale No Covid) tramite Centrale Unica Dimissioni Pazienti PERCORSO NO COVID (4 con tampone e gli altri con dichiarazione di assenza di sintomi con Scheda No COVID predisposta dai tecnici di Regione Lombardia).
  • 3 Pazienti provenienti da HS. Carlo, HFBF, Pini, con analoga scheda (Triage No COVID previsto per tutti gli ingressi in struttura dal 24 febbraio).
  • (Un ventunesimo paziente è stato rinviato presso l’ospedale di provenienza per evidenza di esami virologici in corso da lettera dimissione)

Tutti i pazienti provenivano da reparti di degenza di medicina a indirizzo geriatrico o ortopedia; patologie prevalenti all’ingresso: cardiopatia, neoplasie con metastasi, scompenso cardiaco e anemia.

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