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FASE-2, ASSESSORE GALLERA: APERTURA A TEST SIEROLOGICI PRIVATI: COME FUNZIONANO – SCHEDA

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 12 maggio 2020 – “Chiarezza, trasparenza e responsabilita’, nell’ottica di favorire le analisi sierologiche da parte degli operatori privati, ma senza penalizzare in alcun modo la sanita’ pubblica, bensi’ contribuendo a rafforzarla”.

L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, spiega cosi’, in sintesi, le prerogative in base alle quali la Giunta regionale ha approvato oggi due provvedimenti in merito alla realizzazione dei test sierologici anche al di fuori del Sistema sanitario regionale.

“Il test sul singolo cittadino in forma autonoma non e’ utile e genera false aspettative – spiega l’assessore Gallera – e per questo abbiamo previsto che sia possibile effettuarlo all’interno di una determinata comunita’ (es. aziende, Enti, ecc), ma chi lo propone deve occuparsi di tutto: acquisire i test sierologici, trovare il laboratorio che li processi, spiegare al cittadino che il test e’ volontario, reperire i tamponi a cui sottoporre la persona qualora questa dovesse risultare positiva al test. L’esecuzione del tampone non dovra’ gravare sulle priorita’ della sanita’ pubblica”.

I laboratori pubblici e privati specializzati in Microbiologia e Virologia o con sezioni specializzate in Microbiologia e Virologia possono dunque erogare esami sierologici per anticorpi SARS-COV-2, con determinate caratteristiche di qualita’ e affidabilita’.

Le ATS possono procedere all’integrazione dei contratti con gli erogatori individuando quale soglia minima di produzione l’attuale capacita’ produttiva e prevedendo che l’incremento di produzione di ogni singolo erogatore sia destinato per l’80% ai percorsi di sanita’ pubblica e per il restante 20% in favore di altri soggetti senza oneri per il SSR.

Un’altra delibera approvata oggi stabilisce una tariffa di riferimento per l’acquisto dei tamponi pari a 62,89 euro. Gli operatori privati che organizzato queste analisi nell’ambito delle loro campagne di screening sono infatti tenuti ad acquistare preventivamente un numero di tamponi pari al 10% del personale che desiderano sottoporre a test sierologico.

LA SCHEDA

Regione Lombardia ha avviato una campagna di analisi sierologiche basate su prelievi ematici che hanno gia’ coinvolto 34.000 persone. Oltre a questo, la Regione aderisce allo studio sieroepidemiologico proposto da Ministero della Salute sulla popolazione generale. Lo studio, che vede l’identificazione di un campione rappresentativo della realta’ regionale e delle sue differenze territoriali, e’ finalizzato a caratterizzare le differenze di sieroprevalenza tra le varie fasce di eta’, di localizzazione territoriale e di professione, cosi’ da meglio comprendere le caratteristiche epidemiologiche e fornire fondamentali informazioni per lo studio della patogenesi e lo sviluppo di strategie mirate.

L’utilizzo dei test al di fuori del SSR comporta in ogni caso il rispetto di prescrizioni ben precise:
– E’ necessario l’uso di test marcati CE ai sensi del D. Lgs. 332/00, prevedendone la refertazione solo da parte di personale di laboratorio.
– La positivita’ a test sierologico con metodica CLIA o ELISA o equivalenti comporta la verifica della contagiosita’ mediante ricerca dell’RNA virale (tampone).

Nel caso in cui si intenda effettuare in uno specifico ambito collettivo (esempio ambiente di lavoro) un percorso di screening dei soggetti appartenenti a tale collettivita’, va data comunicazione ad ATS, riportando le seguenti informazioni:
– il medico, responsabile per gli aspetti sanitari del percorso;
– il numero dei soggetti che si prevede di coinvolgere;
– il laboratorio che effettua il test rapido, qualora previsto come primo step;
– la documentazione relativa al test rapido che si intende utilizzare;
– il laboratorio che effettua il test sierologico con metodica CLIA o ELISA o equivalenti;
– la documentazione relativa al test sierologico con metodica CLIA o ELISA o equivalenti;
– la documentazione atta a comprovare di avere informato i soggetti coinvolti:
o sul significato dello screening e dei test,
o dell’invio dell’esito positivo del sierologico ad ATS,
o dell’isolamento domiciliare a seguito di positivita’ del sierologico con metodica CLIA o ELISA o equivalenti, fino all’esito negativo del test molecolare.
– la documentazione circa la volontarieta’ di adesione a tutto il percorso di screening e la modalita’ di trattamento dei dati sanitari;
– l’evidenza della disponibilita’ di test per la ricerca del genoma virale, acquisita oltre la quota che deve essere garantita dalla rete dei laboratori per COVID-19 per il SSR; tale quota deve essere pari ad almeno il 10% del numero di soggetti arruolati.
– La disponibilita’ puo’ essere acquisita sia dai laboratori della rete lombarda dei laboratori per Covid 19 oppure al di fuori purche’ il laboratorio sia nella rete dei laboratori per l’effettuazione del test molecolare riconosciuti dal Ministero della Salute.
– I laboratori accreditati ed autorizzati inseriti nella rete lombarda dei laboratori per COVID 19 devono processare in via prioritaria i test secondo le indicazioni regionali e per quantitativi non inferiori a quelli che verranno definiti con apposita delibera indicante altresi’ la tariffa del test per la ricerca del genoma virale.

De Rosa (M5S): “Ora spieghino perché hanno perso un mese di tempo”

“Apprendiamo dell’apertura di Regione Lombardia ai privati, nell’ambito della possibilità di somministrazione dei test sierologici volti all’individuazione degli anticorpi contro il Sars-CoV-2. Finalmente anche i cittadini e le imprese lombarde avranno la possibilità di tornare a lavoro in sicurezza” commenta il consigliere regionale Massimo De Rosa.
“L’apertura ai privati pone però nuovi interrogativi. Il primo. Per quale motivo Regione Lombardia ha atteso oltre un mese, in virtù di un accordo con Diasorin per l’utilizzo del test sviluppato con l’Ospedale San Matteo? Una scelta sulla quale oggi a Milano è stato aperto un fascicolo in procura e che l’assessore Gallera non è ancora stato in grado di spiegare. Il secondo. Fino a ieri, sempre secondo Regione, il motivo per cui non si poteva procedere con lo screening sierologico era l’assenza di reagenti sufficienti a sottoporre a tampone gli eventuali positivi. Nella delibera si legge però che i privati dovranno essere in grado di provvedere a questa esigenza. Significa che i privati sono in grado di sopperire alle mancanze della Giunta, oppure che tutto quello che hanno raccontato fino a ieri, non corrisponde alla verità?” domanda De Rosa

GIRELLI (PD), “LA REGIONE NON RISOLVE IL FAR WEST”

“La Lombardia parte in grandissimo ritardo per i test ai lavoratori e non risolve il Far West che si è già creato. Molte aziende hanno riaperto il 4 maggio, altre non hanno mai chiuso, eppure le regole sui test sierologici, che dovevano essere lo strumento per riaprire in sicurezza, arrivano solo oggi. La Regione ha deciso di mettere tutta la responsabilità a carico delle aziende, lavandosene sostanzialmente le mani. In compenso, dà il via libera ai laboratori privati per fare tamponi a pagamento, quando da tempo denunciamo che se ne fanno troppo pochi anche alle persone con i sintomi, ai loro contatti, e alle persone più esposte, e ci è sempre stato risposto che il problema è la carenza di reagenti. Evidentemente non è così se da domani, chiunque, anche senza alcuna indicazione medica, pagando, potrà fare il tampone.”
Lo dichiara il capodelegazione del Pd in commissione sanità del Consiglio regionale Gian Antonio Girelli a commento dell’approvazione della delibera che regolamenta i test sierologici per la rilevazione degli anticorpi da COVID 19.

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