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SPETTACOLO. SALA AI LAVORATORI: “PRESTO PARTECIPERO’ AD UN’ASSEMBLEA PUBBLICA PER TROVARE INSIEME LE SOLUZIONI MIGLIORI”

Anche l’assessore Del Corno esprime solidarietà ai lavoratori e dichiara: “Abbiamo chiesto al Governo un sostegno diretto al reddito e che sia riconosciuta l’intermittenza che non può essere considerata un alibi per il precariato”

Milano, 15 giugno 2020 – Circa 100 lavoratrici e lavoratori dello Spettacolo, attori, attrici, tecnici, macchinisti, sarte, registi e drammaturghi, stanno partecipando alla manifestazione davanti alla Triennale per protestare contro la Falsa Ripartenza del mondo del teatro, rappresentata dall’inaugurazione della stagione estiva della Triennale, per la quale era atteso anche il ministro Franceschini.

Al termine dell’incontro il Sindaco Sala ha promesso ai lavoratori che presto parteciperà ad un’assemblea pubblica indetta dal coordinamento “per trovare insieme le soluzioni migliori”. La prossima assemblea si svolgerà presso il Teatro Continuo Burri, all’interno del parco Sempione, mercoledì 17 giugno, alle ore 18.

Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano, si è fermato a dare il suo sostegno alle lavoratrici e i lavoratori fuori dalla Triennale.
“Come assessori alla Cultura delle 12 città capoluogo della Regione Lombardia – ha dichiarato l’assessore Del Corno – abbiamo chiesto al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di garantire un sostegno diretto al reddito per i lavoratori dello spettacolo e della cultura, riconoscendo il fatto che l’intermittenza, che è propria e tipica di questa categoria di lavoratori, non deve e non può essere considerata un alibi per il precariato. Abbiamo presentato questa istanza con forza al Governo. Soltanto agendo insieme possiamo arrivare ad ottenere risultati utili per far prendere pienamente consapevolezza che chi lavora nel mondo dello spettacolo dal vivo, per l’appunto, “lavora” e come tale deve essere considerato e tutelato, aspetto che purtroppo è molto mancante nella legislazione del nostro Paese. Su questo abbiamo assicurato il massimo impegno, sia come Comune di Milano e sia come assessori della Cultura”.

Sulla questione dei lavoratori “intermittenti” il coordinamento, composto da professionisti del mondo dello spettacolo, della cultura, della moda, del design e degli eventi, propone di attuare anche in Italia il modello francese che garantisce la continuità salariale e contributiva a questa categoria, caratterizzata da contratti a tempo determinato.

Durante la cerimonia di inaugurazione, all’interno del teatro della Triennale, è stata data la parola a cinque esponenti del coordinamento dei lavoratori dello spettacolo che hanno ribadito le loro richieste.

La platea degli operatori culturali si è alzata in piedi per applaudire le parole dei lavoratori quando la Regione Lombardia è stata richiamata pubblicamente alla sua responsabilità, venuta meno a causa del taglio dei fondi al Teatro alla Scala, per avere destinato solo 5,5 milioni di euro per il mondo della cultura lombarda, una cifra pari quasi a quella stanziata dal Comune di Milano.

E’ arrivata anche l’approvazione alle istanze avanzate dei lavoratori da parte del Sindaco Giuseppe Sala, che era presente in Triennale, quando si è fatto notare che esiste un grave vuoto normativo riguardo all’enorme varietà dei contratti dei lavoratori del settore e che questa emergenza è un’occasione importante per colmare questa lacuna legislativa.

Il coordinamento è composto da realtà e movimenti autonomi indipendenti, che si riconoscono negli art. 4, 9 e 33 della Costituzione Italiana, con l’obiettivo comune di affermare la cultura etica del lavoro, nei suoi doveri e nei suoi diritti.

Lavoratrici e Lavoratori Spettacolo Lombardia
Attrici Attori Uniti
Saltimbanchi senza frontiere
Sarte di scena
Attrezzismo Violento
Lavorator_ della danza
CUB Confederazione Unitaria di Base
Movimento di Scena

Aderiscono alla mobilitazione numerosi gruppi teatrali, collettivi artistici e esponenti della società civile che riconoscono la Cultura come un bene comune.

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