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Roma. Musei Capitolini: prorogata fino al 10 gennaio la mostra “Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi”

 

(mi-lorenteggio.com) Roma, 9 settembre 2020 – È stata p rorogata fino al 10 gennaio 2021 la mostra “Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi”, allestita nelle sale espositive di Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini e aperta al pubblico il 16 giugno.

L’esposizione, accolta con grande favore dal pubblico e dalla critica, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. Curata da Maria Cristina Bandera, Direttore scientifico della Fondazione Longhi, la mostra è organizzata da Civita Mostre e Musei e Zètema Progetto Cultura. Il catalogo è di Marsilio Editori. L’ingresso è gratuito per i possessori della MIC card.

L’esposizione è aperta al pubblico nel rispetto delle linee guida formulate dal Comitato Tecnico Scientifico per contenere la diffusione del Covid-19 consentendo, al contempo, lo svolgimento di una normale visita museale.

L’esposizione è dedicata alla raccolta dei dipinti caravaggeschi del grande storico dell’arte e collezionista Roberto Longhi (Alba 1890 – Firenze 1970), una delle personalità più affascinanti della storia dell’arte del XX secolo, di cui ricorre quest’anno il cinquantenario della scomparsa. Nella sua dimora fiorentina, villa Il Tasso, oggi sede della Fondazione che gli è intitolata, raccolse un numero notevole di opere dei maestri di tutte le epoche che furono per lui occasione di ricerca. Tra queste, il nucleo più rilevante e significativo è senza dubbio quello che comprende le opere del Caravaggio e dei suoi seguaci.

Il percorso espositivo inizia con alcuni dipinti di Lorenzo Lotto, Battista del Moro e Bartolomeo Passerotti, a indicare il clima artistico del manierismo veneto e lombardo in cui si è formato Caravaggio.

In uno spazio dedicato è quindi esposto il famoso Ragazzo morso da un ramarro, dipinto dal Caravaggio all’inizio del soggiorno romano – databile intorno al 1596-1597 – e acquistato da Roberto Longhi alla fine degli anni ’20 del Novecento. È inoltre possibile ammirare un disegno a carboncino della sola figura del ragazzo, un d’après, dal foglio a grandezza quasi naturale, tratto dallo stesso Roberto Longhi, che vi appose la propria firma e la data 1930.

In mostra è esposto anche il Ragazzo che monda un frutto , una copia antica da Caravaggio, che Longhi riteneva una “reliquia”, tanto da esporla all’epocale rassegna di Palazzo Reale a Milano nel 1951.

La mostra presenta quindi oltre quaranta opere che mostrano l’importanza dell’eredità di Caravaggio e della sua poesia: dalla Negazione di Pietro, grande capolavoro di Valentin de Boulogne, recentemente esposto al Metropolitan Museum of Art di New York e al Museo del Louvre di Parigi , al l’Allegoria della Vanità, una delle opere più significative di Angelo Caroselli, dalle cinque tele raffiguranti Apostoli del giovane Jusepe de Ribera alla Deposizione di Cristo di Battistello Caracciolo, fino a opere di grande rilievo di artisti che hanno assimilato la lezione del Caravaggio, come – solo per citarne alcuni – Giovanni Lanfranco, Carlo Saraceni, Domenico Fetti, i fiamminghi Matthias Stomer e Gerrit Van Honthorst e infine Giacinto Brandi e Mattia Preti .

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