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30 anni Parco Agricolo Sud Milano: CIA: “Produzione di cibo e coltivatori protagonisti della fertilità dei suoli”

‘Coltivatori custodi di terra, qualità di acqua, aria e paesaggio pronti alla trasformazione del Pasm in ente territoriale’

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 17 febbraio 2021 – “Siamo molto contenti – ha dichiarato Paolo Maccazzola, presidente Cia Provincia Centro Lombardia – che il Parco Agricolo Sud Milano diventerà un ente territoriale. Anche i coltivatori hanno dato un contributo al nuovo assetto che comprende pure le Aree a Parco Naturale.

“La produzione di cibo è da sempre la protagonista del Pasm, così come gli agricoltori sono i custodi della terra, e della qualità di acqua, aria e paesaggio che lo generano. Ci sentiamo impegnati, come sempre, a tramandare questi beni comuni alle prossime generazioni”.

Il Parco Agricolo Sud Milano ha trent’anni, la sua fondazione risale infatti al 1990, un’occasione per riflettere su aspetti positivi e criticità, grazie anche all’iter per l’approvazione delle “Aree a Parco Naturale”, il 17% della superficie del Pasm, circa 8.000 ettari.

Questo può avvenire solo esaminando nel merito i singoli aspetti, riconoscendo i vantaggi e con lo spirito di trovare soluzioni ai problemi, per questo si deve partire da una valutazione ragionata dell’esistente, uscendo pertanto da impostazioni aprioristiche e strumentali. L’agricoltura non deve essere collaterale alla politica, sperando di avere qualche riconoscimento per la propria burocrazia sindacale.

Iniziamo con un dato di fatto, in questi trent’anni la superficie agricola del PASM è rimasta pressoché invariata, colpita soprattutto da alcune infrastrutture (Tangenziale Est Esterna), sulle quali l’ente Parco aveva espresso la propria contrarietà. Un parere solo consultivo, che, con l’istituzione delle “Aree a Parco Naturale”, diventerebbe vincolante, trasformando il Pasm in un ente territoriale.

Il numero delle imprese agricole presenti si è pressocché mantenuto analogo a quello del 1990.

Questi due effetti si ritrovano identici nelle realtà di prossimità, cioè il Parco del Ticino e i due Parchi dell’Adda, con cui confina rispettivamente a ovest e a est. Questo dimostra che il Parco Agricolo Sud Milano, e le altre zone protette, hanno consentito il permanere delle attività agricole nella loro interezza. Una tutela non avvenuta nel resto del territorio non protetto, dove il consumo di suolo è arrivato a coprire addirittura il 20% della superficie coltivata, accompagnato da una riduzione più che proporzionale delle imprese agricole.

Questo risultato ottenuto grazie agli enti parco ha avuto un prezzo: l’appesantimento burocratico. Nell’attuale contesto generale, in cui l’eccesso di formalità incide in modo alquanto negativo sulle attività d’impresa, passano così in secondo piano gli aspetti positivi, se non sono addirittura annullati.

Ci sono anche altre criticità del Parco Agricolo Sud Milano che pensiamo debbano essere affrontate in questa fase: dotazione finanziaria, assenza di un direttore dedicato all’Ente, esiguità del personale, e ruolo degli apparati tecnici, che potrebbero accompagnare le imprese nelle loro evoluzioni e adeguamento strutturale.

Con l’istituzione delle Aree a Parco Naturale, come abbiamo già espresso nelle interlocuzioni pubbliche e con la Presidente, non aumenta la vincolistica a carico delle aziende. Il Parco Agricolo Sud Milano non può limitare l’uso dei fitofarmaci, non è tra le sue competenze, mentre gli enti preposti a tale regolamentazione si basano su criteri avulsi dall’essere o meno in zona parco: qualità delle acque, tessitura dei suoli, rischi ambientali ecc.

La procedura sulle Aree a Parco Naturale dovrebbe portare quindi a un rafforzamento dell’Ente nel senso di autonomia, aumento di competenze, e possibilità di accedere a finanziamenti.

In funzione di queste considerazioni pensiamo sia utile proseguire il confronto serrato con il Parco Agricolo Sud Milano, come è avvenuto per la delimitazione delle Aree a Parco Naturale, di cui fanno parte superfici anche non agricole come i Fontanili. Nelle discussioni sono state affrontate varie difficoltà, anche specifiche di agricoltori, che sono state esaminate con il coinvolgimento diretto dei coltivatori.

Grazie al confronto aperto si possono affrontare le criticità e trovare soluzioni come per i problemi poco sopra evidenziati. Dobbiamo avere obiettivo e volontà di ottenere un’Ente concretamente a fianco degli agricoltori, non una controparte.

Riteniamo sia anche necessario aprire un confronto ampio e partecipato sul tema del parco metropolitano (unificazione di tutte le principali zone protette), tema che può avere una rilevanza fondamentale nel disegnare il futuro dell’intera città metropolitana.

Vogliamo essere protagonisti di questa fase di grandi trasformazioni e sfide per il futuro: climatica, equità sociale e sanitaria, in primis. Potremo assumere responsabilità solo se saremo capaci di uscire dagli interessi di parte, dalla demagogia, dalle facili prese di posizione; e se affronteremo nel merito, con spirito costruttivo, con pragmatismo le questioni in discussione con l’iter istituzionale sulle Aree a Parco Naturale nel Parco Agricolo Sud Milano”.

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