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Gamification e digitalizzazione: com’è cambiato il gambling

Milano, 23 marzo 2021 – Siamo smart: certo, ci ha costretto una pandemia a rintanarci nelle nostre dimore e dare una importanza più rilevante al lato tecnologico. Un boom nell’ultimo anno – tra DaD e Smartworking – che ha ampliato i nostri orizzonti in fatto di digitalizzazione, ma che affonda le sue radici in un cambiamento antico. Sono anni se non decenni che la tecnologia ha invaso la nostra vita assumendo, tassello dopo tassello, un ruolo sempre più importante. Come si vivrebbe oggi senza tecnologia?

Non sarebbe possibile, si correrebbe il rischio di finire alienati dal mondo: lontani dal lavoro, dalla società, dai cambiamenti sociali, dalle notizie. È un mondo che va più veloce, per una tecnologia che ha invaso sì l’aspetto produttivo ma anche e soprattutto quello ludico, in cui ha fatto passi da gigante. Avete mai sentito parlare di Gamification? Si tratta di un termine che descrive un processo evolutivo. L’ha coniato Jesse Schell nel 2010 per descrivere i grossi cambiamenti della società ludica e il suo adattarsi ad un mondo più tecnologico. Si tratta dello studio di metodi e innovazioni che possano portare le persone e provare più divertimento in determinate attività, per rendere il gioco, insomma, più coinvolgente ed a portata di utente. Un processo che strizza particolarmente l’occhio ai giovani e al loro bisogno di stare sempre al passo con i tempi, sempre in costruzione, sempre in progresso.

Viene impiegata nel gaming, nei videogiochi, ma anche nel settore del gambling. In particolar modo nella progettazione di giochi e slot machine vengono presi in considerazione metodi che studino come canalizzare attenzione e partecipazione dell’utente. La scelta di una certa melodia, la velocità di gioco, le grafiche, il ritmo, i suoni vari. Tutto viene studiato con il fine di migliorare l’esperienza di gioco dell’utente.

Come avviene, nel concreto, nel mondo delle slot? Come spiegano gli esperti di Topbonusitalia.com, con l’inserimento di suoni ed esperienze particolari, livelli che possano far sperimentare al giocatore la gratificazione del successo e della ricompensa, non solo economica ma anche mentale. Anche lo sviluppo di giochi 3D ha contribuito a far fare al settore passi da gigante: oggi c’è poca differenza tra una slot machine e un videogioco vero e proprio. Decisiva la tecnologia HTML5, che ha favorito la riproduzione dei giochi anche da cellulare.

Altre tappe fondamentali nel percorso di gamification e digitalizzazione sono state l’impiego dell’Intelligenza artificiale e dei Big Data, grossi contenitori di dati che consentono ai produttori e agli sviluppatori di capire come indirizzare i miglioramenti e le modifiche. Cosa significa tutto ciò? Che dai giochi alle slot machine tutto viene progettato per ingannare il giocatore e spingerlo a giocare di più? No, ovviamente gli operatori – pur sviluppando novità interattive – sono ben consapevoli dei rischi legati alla salute. Dall’epilessia alla salute mentale fino alle dipendenze, un eccessivo e smodato consumo può portare a tanti problemi. Per questo sono stati messi a punto diversi sistemi di produzione e controllo delle migliorie apportate ai giochi, anche utilizzando spesso le funzioni dell’intelligenza artificiale. Individuare punti di rischio e anche soggetti più deboli e influenzabili è importante per capire dove operare. Perché l’esperienza di gioco conta, ma la salute del giocatore di più.

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