Risvegliare la primavera al termine di un inverno in cui, sull’arco alpino, la neve e le temperature
rigide sono state grandi assenti, potrebbe rivelarsi un gioco da ragazzi, anzi, da bambini. E saranno
proprio loro i protagonisti di questo appuntamento unico, a metà strada tra folclore e tradizione,
che caratterizza la fine della stagione bianca nella piemontese Val Vigezzo.
La memoria storica di questa vallata a pochi chilometri dal Lago Maggiore e dalla Svizzera, vuole
infatti che il 1° marzo – giorno dedicato a Sant’Albino – venga festeggiato dai più piccoli tra le vie
di Santa Maria Maggiore con il suono dei campanacci di mucche, capre e pecore: l’obiettivo è
ridestare la primavera dal rigore invernale.
La consuetudine vedeva i bambini del paese, ognuno con in mano un campanaccio, sfilare in un
lungo serpentone rumoroso per le vie di Santa Maria Maggiore e delle sue frazioni: le nuove
regole anti Covid non permettono di adottare questa modalità, ma il capoluogo vigezzino non ha
voluto rinunciare a questo appuntamento, attesissimo dai bimbi.
Nel centro storico, nei pressi della Scuola di Belle Arti, del Vecchio Municipio, di Villa Antonia e
dell’antico lavatoio, l’ufficio turismo e cultura del Comune realizzerà già nel weekend del 26 e 27
febbraio allestimenti floreali che faranno da cornice all’esposizione di campane decorative: così
anche gli adulti, residenti, villeggianti e turisti, potranno dare il proprio contributo per il risveglio
della primavera. Campanacci storici di ogni tipo, messi a disposizione dagli allevatori della zona,
saranno posizionati invece nella serra della Casa del Profumo.
Nella mattinata del 2 marzo i bimbi di Santa Maria Maggiore e delle frazioni, con le teste
decorate di fiori e foglie e armati dei loro campanelli, percorreranno le vie del paese facendo
tappa nei vari punti allestiti e dando vita un concerto rurale davvero unico e coinvolgente.
Un vero e proprio tributo alle tradizioni popolari di un tempo, in cui la natura e i suoi cicli erano
parte integrante della vita quotidiana dei valligiani.