Milano, 1 aprile 2022 – Da un paio di anni a questa parte c’è una squadra italiana che sembra finalmente tornata ai fasti di un tempo. Si tratta del Milan, il club della Serie A più titolato in Europa, ma che per quasi 10 stagioni non ha nemmeno partecipato alla tanto agognata Champions League. Il ritorno nella massima competizione continentale si è verificato infatti solo quest’anno e nonostante l’eliminazione nella fase ai gironi i rossoneri sono riusciti a prodursi in qualche prestazione notevole. I meriti della risalita del “Diavolo” sono da attribuire a una figura il cui destino è stato spesso traballante all’ombra del Duomo: Stefano Pioli.
Dopo essersi dimesso dalla Fiorentina nell’aprile del 2019, il mister ha sposato volentieri la causa rossonera ritrovando così le luci di San Siro che poco lo avevano illuminato però durante l’esperienza all’Inter, tra il novembre del 2016 e il maggio del 2017. Anche l’avventura al Milan è cominciata in ritardo: Pioli fu chiamato infatti a sostituire Marco Giampaolo già ad inizio ottobre. Sono passati più di 2 anni da allora e, di riffa o di raffa, il tecnico è riuscito a mantenersi saldo sulla panchina, trasformando di fatti la mentalità della rosa rossonera.
Strano, ma vero: l’uomo che ha riportato in alto il Milan era stato ingaggiato perlopiù con le funzioni di traghettatore. In 31 partite di campionato furono 16 i successi a fronte di 9 pareggi e 6 sconfitte, che valsero il 6° posto nella classifica finale. La Champions era ancora lontana e già ad aprile del 2020 Ivan Gazidis aveva lasciato intendere di non voler rischiare per il futuro. L’allenatore giusto per il “Diavolo” era stato individuato in Ralf Rangnick, che non solo aveva guidato il Lipsia, ma si era distinto anche come responsabile dello sport e dello sviluppo calcistico del gruppo Red Bull. Apparentemente, la figura ideale per risollevare il Milan anche a livello societario.
Nell’estate del 2020 le voci sull’esonero di Pioli si rincorrevano di continuo. Il suo Milan aveva subito una pesante sconfitta per 5-0 contro l’Atalanta prima del Natale 2019, poi l’arrivo di Zlatan Ibrahimovic iniziò a cambiare le carte in tavola, ma nel complesso i risultati non sembravano troppo entusiasmanti. Solo il finale di campionato riabilitò completamente Pioli assicurandogli la permanenza a Milano. I frutti sono stati colti già l’anno successivo: nel 2021 i rossoneri sono arrivati al 2° posto in classifica, alle spalle dei cugini nerazzurri. Oggi il Milan è tra le formazioni più accreditate per la vittoria dello scudetto e nei vari palinsesti per scommettitori come le scommesse della categoria live i meneghini godono quasi sempre del favore dei pronostici. La considerazione di questa squadra non è cambiata solo a livello mediatico, quindi.
E pensare che anche ad aprile dell’anno scorso si tornò a parlare di un possibile esonero di Pioli, quando il Milan era 5° in classifica. Nel giro di poche settimane, però, i risultati premiarono nuovamente il mister, che ora ha il dovere di consegnare a questa squadra almeno un trofeo. In ballo c’è anche la Coppa Italia: nella seconda metà del mese si dovrà disputare infatti il match di ritorno della semifinale contro l’Inter, dopo lo 0-0 dell’andata. Si tratta dell’ultima edizione della coppa nazionale in cui la regola del goal in trasferta è ancora valida. Chissà che il Milan, che sarà considerato ospite, non riesca a completare l’ascesa di Pioli anche in virtù di un fattore anacronistico…
L. M.