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Reinhold Messner a Bergamo: Nanga Parbat, la mia montagna del destino

Reinhold Messner a Bergamo!19.06.22 | ore 21.00 | Palacreberg | Bergamo
(mi-lorenteggio.com) Bergamo, 1 aprile 2022 – L’Associazione Montagna Italia ideatrice ed organizzatrice del Circuito “Spirit of the mountain” (Bergamo – Verona – Sestriere – Pontresina – Lugano)a 10 anni dalla scomparsa di Walter Bonattiper i 25 anni dell’Associazione presenta una serata evento con l’alpinista più famoso del mondo
Poco più di 50 anni fa, nel 1970, Reinhold Messner raggiungeva per la prima volta la vetta di un Ottomila, il Nanga Parbat. Aveva 25 anni e con lui c’era suo fratello Günther. Era la terza salita della grande montagna del Pakistan e i due alpinisti altoatesini erano riusciti ad aprire una via sulla fin lì inviolata parete Rupal, la più alta della Terra con i suoi 4500 metri di dislivello.  I due fratelli Messner arrivarono in cima nel tardo pomeriggio del 27 giugno, ma furono costretti a un bivacco notturno all’addiaccio poco sotto gli 8000 metri e il giorno successivo, a causa delle condizioni precarie di Günther, furono obbligati a tentare la discesa sul versante opposto, il Diamir, sconosciuto per loro, ma sul quale almeno inizialmente era più facile perdere quota. Dopo un altro bivacco all’addiaccio e la discesa dello Sperone Mummery, quando ormai erano sul ghiacciaio alla base della parete, il 29 giugno Günther rimase vittima di una valanga. Anche Reinhold venne creduto morto dai suoi compagni di spedizione, che invece lo incontrarono per caso sei giorni più tardi nella valle dell’Indo, dove era stato trasportato prima a spalla e poi in barella dai valligiani che lo avevano trovato e soccorso quando ormai era allo stremo. A causa dei gravi congelamenti riportati, Messner subì la parziale amputazione di 7 dita dei piedi e fu costretto ad abbandonare l’arrampicata estrema. Così il Nanga Parbat divenne la sua montagna del destino.  Infatti, Reinhold decise di dedicarsi proprio alla salita delle più alte montagne della Terra e nel 1978, a otto anni dalla tragedia e subito dopo essere stato il primo (insieme all’austriaco Peter Habeler) a salire senza ossigeno supplementare l’Everest, ritornò sulla cima del Nanga Parbat, aprendo sul versante Diamir nuove vie sia in salita sia in discesa in quella che è stata la prima “solitaria” di un Ottomila. Nel corso degli anni a seguire, nei quali è stato il primo a concludere la raccolta delle 14 montagne più alte della Terra, salendole tutte senza usare l’ossigeno supplementare, Reinhold con la Messner Mountain Foundation ha costruito nelle valli intorno alla montagna, quattro scuole per i bambini e i ragazzi delle vallate ai piedi del Nanga Parbat.
 Si ringrazia l’Associazione Cinema e Arte – l’Associazione ClimarteSilvia Lorenzi Creative ThinkingBergamo Film CommissionProloco BergamoHotel Best Western Cappello d’Oro
L’associazione Montagna Italia in questa occasione ha scelto di sostenere “Cuore Attivo Monte Rosa ODV”  L’Associazione Cuore Attivo Monte Rosa nasce nel 2019 ad Alagna Valsesia (VC) con la finalità di promuovere e sviluppare progetti di sviluppo e cooperazione a livello nazionale ed internazionale. Il motto è “fare tanto con poco”. Cuore Attivo Monterosa coordina progetti di divulgazione della cultura con la fondazione di scuole e biblioteche, attività di supporto medico e informazione sanitaria di base in villaggi di montagna nelle valli himalayane. In Italia Cuore Attivo Monterosa opera a livello locale per sostenere attività dedicate ai giovani e al territorio della Val Sesia per sensibilizzare, far conoscere e sostenere la vita “montanara” col desiderio di creare una consapevolezza dei propri territori e delle proprie tradizioni.  OBIETTIVIDare continuità alla collaborazione con la popolazione nepalese nelle valli del Makalu e dell’Arun.- Operare per la costruzione di infrastrutture (scuole, reti idriche) e la realizzazione di campi medico-sanitari in aree remote. – Sostenere la formazione scolastica delle nuove generazioni dei villaggi montani Himalayani, fornendo loro la possibilità di accedere ad un livello minimo di istruzione che li aiuti ad avere una visione più aperta e nuova sul come risolvere i problemi che il loro isolamento comporta ed evitare la fuga verso sogni di vite migliori in paesi lontani. – Sviluppare progetti ambientali, sociali, per la gente che vive sulle Alpi: i ragazzi, i bambini e gli anziani.

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