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Emergenza Siccità. «NO AL NEO-POPULISMO SULL’ACQUA» 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 11 luglio 2022. “C’è solo l’imbarazzo della scelta nell’ascoltare le grottesche banalità e le ridicole lamentazioni di questi giorni” inizia così la denuncia con cui la Buona Destra della Lombardia condanna il neo-populismo sul tema della siccità.

“Dal ‘Non piove, governo ladro’ della destra meloniana -tanto le soluzioni piovono dal cielo- alla sinistra grillina e degli ecologisti talebani che elogiano la decrescita felice e ripetono slogan anticapitalisti anni ’70: siamo alla fantasia al potere!” Fin qui nulla di cui stupirsi, un neo-populismo che accomuna chi dava dei “gretini” ai giovani che manifestavano nei Friday for Future a chi dal proprio divano di casa in ZTL sostiene la necessità di pedonalizzare tutto per chi viene da fuori ZTL.”

“Quello che non si può sentire”, continua Vittorio Tozzini, coordinatore regionale della Buona Destra della Lombardia, “è Fontana, il Presidente della Regione, chi ha la massima responsabilità per il ruolo che ricopre di gestione del territorio, mentre gongola soddisfatto d’aver ricevuto dallo Stato 9 milioni di euro per l’emergenza siccità. Ma come? Cos’ha fatto per evitare la situazione di crisi che stiamo vivendo? Si scopre ora la scarsa piovosità di questi mesi? No, non è accettabile: la politica deve guidare e governare, non commentare gli eventi! E invece la “Lega per Salvini premier” è diventato un partito assistenzialista, capace solo di frignare e tirare la sottana di Roma, per metterci la pezza e pretendere soldi, che spesso non è nemmeno in grado di spendere bene, figuriamoci prevenire i problemi!”

Conclude infine Vittorio Tozzini: «Ci sono un’infinità di enti con una frammentazione di autorità, il cui unico risultato è lo spreco di una risorsa pubblica così preziosa e inalienabile, tutelata anche dal voto referendario di 11 anni fa.

Il Governo ha già formalizzato la scelta di individuare un Commissario, che nella logica dell’esperienza maturata con l’emergenza Covid abbia il ruolo esecutivo e la capacità di programmare gli investimenti e le competenze organizzative necessarie, coordinando tutti gli attori della filiera. Ogni intervento dovrà essere integrato nelle politiche dedicate alla transizione ecologica, previste dal PNRR e finalizzato agli investimenti in ricerca e nelle nuove tecnologie, all’ammodernamento delle infrastrutture delle reti idriche con la sostituzione di quelle più vecchie, alla razionalizzazione e consolidamento dei bacini, all’incremento degli invasi, alla costruzione di dissalatori, alla riqualificazione delle centrali idroelettriche e al riuso efficiente delle acque reflue depurate».

V.A.

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