Milano, 20 luglio 2022 – Certificazione della parità di genere, Regione Lombardia concretamente in campo per sostenere le imprese nel percorso attuativo.
Nell’ambito di #ZHEROGAP, questa mattina a Palazzo Lombardia, convegno con gli assessori Melania Rizzoli (Formazione e Lavoro) e Alessandra Locatelli (Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità).
Presenti la Consigliera di parità di Regione Lombardia, Anna Maria Gandolfi, la responsabile innovazione e sviluppo di UNI, Elena Mocchio, e Gianluca Puliga (Dipartimento per le Pari opportunità) che, in videocollegamento, ha illustrato nel dettaglio lo strumento della certificazione di genere.
“Secondo il Global Gender Gap Report 2021 del World Economic Forum – ha ricordato l’assessore Melania Rizzoli – l’impatto della pandemia ha aumentato il totale di anni necessari per raggiungere la parità tra uomini e donne di ben 136 anni”.
“Per il biennio 2022-2023 – ha ricordato l’assessore – le policy di Regione Lombardia per il rilancio dell’occupazione femminile si attueranno attraverso interventi mirati non solo direttamente alla popolazione femminile. Rinunciare nel mercato del lavoro al 50% della popolazione potenziale, solo perché donna, non è solo una scelta ingiusta socialmente, ma anche uno spreco di risorse e competenze decisive per la crescita del Paese”.
“Regione Lombardia – ha rimarcato l’assessore Rizzoli – è la prima, forse l’unica Regione, ad avere inserito nel proprio Quadro Regionale degli Standard Professionali – QRSP – il profilo del Diversity manager. Perché in un momento storico come questo, si rende sempre più strategica una corretta valorizzazione delle diversità, anche culturali”. “E per questo – ha continuato – abbiamo dedicato un’area specifica nei bandi ‘Formazione continua’ dedicati non solo ai lavoratori e lavoratrici dipendenti, ma anche ai liberi professionisti e agli imprenditori, denominata ‘benessere organizzativo’ che incentiva la formazione e l’aggiornamento sui temi del Diversity, Disability e Welfare management”.
“In questo momento – ha spiegato – è in corso un percorso di formazione che vede coinvolti tutti i Centri per l’impiego lombardi dedicato alla valorizzazione della diversità di genere nei percorsi di ricerca, inserimento lavorativo e autoimpiego, per migliorare il matching domanda e offerta e innalzare la qualità del lavoro delle donne. E questo progetto ci vede collaborare con l’Assessorato alla Famiglia e le reti antiviolenza territoriali, perché un’attenzione particolare viene data alla presa in carico delle donne vittime di violenza. Nel frattempo, stiamo lavorando per sperimentare alcuni progetti per scardinare quegli stereotipi, a partire dalla scuola, promuovendo iniziative a favore di bambine e di ragazze affinché, consapevolmente, scelgano il loro futuro in base alle proprie competenze, capacità e passioni”.
“Adesso, in coerenza e a integrazione del Sistema nazionale di certificazione della parità di genere previsto dal Pnrr e le leggi e i decreti attuativi a livello nazionale, vogliamo supportare le imprese – ha detto Rizzoli – affinché si dotino di tutte le competenze e gli strumenti necessari per ridurre il divario di genere nelle imprese lombarde”.
“La certificazione della parità di genere – ha spiegato l’assessore – è uno strumento concreto per stimolare un cambiamento effettivo, con molte imprese lombarde che hanno già i requisiti perché da anni si impegnano anche con il nostro supporto a implementare strumenti di flessibilità e di supporto alla maternità e alla paternità”. “E la Regione – ha concluso Rizzoli – si mette a fianco delle imprese per accompagnarle in questo percorso”.
“L’emergenza pandemica e la crisi economica e sociale che caratterizzano questo periodo storico – ha rimarcato l’assessore Alessandra Locatelli – hanno avuto un impatto molto forte sul mondo del lavoro e in particolare sulle donne. Regione Lombardia, oggi più che mai, sta dunque lavorando, grazie anche alla collaborazione con enti pubblici e privati, per favorire l’inserimento e il reinserimento delle donne nel mondo del lavoro, adottando misure di welfare aziendale per realizzare progetti volti a sostenere la genitorialità, a favorire la corresponsabilità dei compiti di cura, l’armonizzazione tra vita privata e vita professionale”. “Ciò – ha concluso l’assessore – anche al fine di garantire una maggiore parità tra uomini e donne nel lavoro e nell’accesso alle opportunità, promuovendo, a esempio, misure di lavoro flessibile, servizi di assistenza, nonché supporto al caregiver familiare e per la cura dei figli anche nei periodi di chiusura delle scuole”. |