1029 i chilometri percorsi dalla Modena Cento Ore 2022, solo uno dei tanti numeri impressionanti di questa edizione.
Alcune cifre
• 10 le Prove Speciali in salita su strada chiusa, scelte tra le più belle strade dell’appennino Tosco-Emiliano
• 10 le prove di media per la sezione regolarità
• 18 le nazioni rappresentate con gli equipaggi più numerosi provenienti da Gran Bretagna, 67 persone, Germania 33 e Svizzera 24. Gli equipaggi più lontani provenienti da Messico e Hong Kong.
• 19 i marchi automobilistici rappresentati. Porsche la casa automobilistica più presente con 22 vetture, Alfa Romeo seconda con 16 e Ferrari terza con 14.
• 2 gli autodromi sui quali si sono disputate le gare in pista: Mugello Circuit e Misano World Circuit Marco Simoncelli
• 3 le città arrivo di tappa
• 88 gli anni dell’autovettura più vecchia: l’Alfa Romeo 8 C 2.9, 1934
• 24 gli anni dell’autovettura più giovane: la special guest Porsche 993 Turbo S del 1998
• 90% la percentuale di partecipanti stranieri che confermano la Modena Cento Ore come uno degli eventi più internazionali del settore
• 10 gli uomini della polizia Stradale che ci hanno scortato per tutto il viaggio facendoci sempre sentire protetti
• 0 le emissioni residue di C02
• Oltre 600 persone coinvolte a vario titolo nell’evento tra organizzazione, staff, personale sportivo, cronometristi, fotografi, cameramen …
Le auto
Tra le macchine partecipanti alla Modena Cento Ore 2022, alcune meritano senz’altro una menzione per la loro meravigliosa storia, spesso sportiva.
La Lancia Stratos HF Gruppo 4 del 1974 ex Jolly Club dell’equipaggio Philip Lawrence Kadoorie – Daniel Philip Wells che ha partecipato a svariate prove del campionato italiano ed europeo dell’epoca. Purtroppo, non è giunta alla fine, dopo essersi dimostrata velocissima, per un guasto alla pompa dell’olio che si è verificato durante la gara sulla pista di Misano Adriatico.
La Fiat 131 Abarth Rally del 1977, vettura ex ufficiale, ancora con la livrea originale “Olio Fiat”, utilizzata da Alen – Kivimaki e ora guidata dall’equipaggio Peter Hanimann – Fritz Grab.
Tra le auto esteticamente più belle, la Ferrari 250 MM del 1953 di Diego Meyer – Sarah Amoroso, vettura originariamente venduta in Italia e utilizzata all’epoca dalla Incom SpA e dalle industrie Cinematografiche Sociali ICS.
Un’altra Ferrari tra le più ammirate è la 212 Export del 1952 di Martin e Susanne Halusa, una delle prime quaranta vetture da competizione prodotte dalla Ferrari, una delle sole quattro prodotte e venduta originariamente al gentlemen driver Augusto Caraceni.
Entrambe le macchine, a parte essere considerate tra i più importanti pezzi collezionistici al mondo, hanno corso in passato, ottenendo risultati di tutto rilievo. Vederle gareggiare nella sezione competizione, è stata per tutti una grandissima emozione.
Da menzionare anche la Opel Monza 3.0 E del 1980 dell’equipaggio Stephan Jocher – Matthias Jocher, vincitrice del Campionato Europeo Turismo del 1980 e seconda assoluta alla 24 Ore del Nürburgring dell’81.
Sempre velocissime, rumorosissime e spettacolari le tre Ford Escort RS 1600 del 1972 e del 1975, portate alla Modena Cento Ore da tre equipaggi inglesi, che sono stati capaci di stupire e di divertire il pubblico. I piloti, e preparatori delle loro machine, sono stati Ben Gill – David Didcock, Kevin Jones – Lee Jones e Ian Delglish – Jack Edward Didcock.
E per finire, la Porsche 911 S del 1972 di Dimitri Plaquet – Florian Merckx, che ha disputato il Tour de France nel 1972.
L’edizione 2022
Alla conclusione dell’edizione 2022 della Modena Cento Ore, si conferma che questa manifestazione risulta essere una delle più apprezzate a livello internazionale. La sua formula fatta di gare in pista, luoghi panoramici, trasferimenti e prove speciali in salita, la rende straordinaria, ma, quello che la rende assolutamente unica. è il fatto che i piloti, una volta tolti i caschi, hanno l’opportunità di scoprire alcuni aspetti della storia italiana e di godere della migliore ospitalità e della migliore tradizione culinaria che ha reso celebre questo paese unico.
Quest’anno la serata di Gala si è tenuta nel sempre spettacolare cornice di Palazzo Vecchio a Firenze, straordinariamente aperto per ospitare i concorrenti. Percepibile l’ammirazione e la sorpresa mostrata dagli equipaggi nell’entrare nella storica Sala dei Cinquecento, adornata dagli affreschi del Vasari.
Questa edizione, disputatati ad ottobre, si è corsa sotto uno splendido sole e con temperature invidiabili. Tutti i partecipanti con le vetture aperte hanno così avuto modo di dare un ultimo ritocco all’abbronzatura e, come ci hanno detto in più di uno, portare con loro il meraviglioso ricordo dell’inizio autunno italiano.
Come sempre la Cento Ore ha apportato qualche ammaccatura alle macchine, qualche meccanica fuori uso e qualche incidente che, seppure spettacolare, non ha mai arrecato danni ai piloti.
Si è conclusa infine con una festa nel centro della città di Modena, cuore della Motor Valley, quando le vetture hanno sfilato e terminato la loro gara come da tradizione in Piazza Grande, al cospetto della Ghirlandina.
Come tradizione della Modena Cento Ore, una parte del ricavato è stata donata in beneficenza all’associazione Panathlon Club di Modena per sostenere i progetti per lo sport dedicati ai ragazzi disabili.
Come sempre la Cento Ore è l’unico evento green di settore. Confermata anche l’attenzione all’ambiente da parte di Canossa Events che continua ad applicare il protocollo CarbonZero per le proprie manifestazioni, e compenserà completamente le emissioni residue di CO2 della Modena Cento Ore 2022, mediante piantumazione di nuovi alberi nell’Appennino Tosco-Emiliano. La Modena Cento Ore rimane l’unico evento del settore a ‘emissioni zero’.
Canossa inoltre, confermando la propria scelta di mantenere alti standard di attenzione all’ambiente, ha chiesto ed ottenuto la Certificazione UNI EN ISO 14001: 201.
Il successo della Modena Cento Ore è possibile anche grazie al coinvolgimento di partner d’eccellenza come RM-Sotheby’s, casa d’asta leader mondiale nel settore, Sparco e I Greppi.
Oggi Canossa Events, dal suo quartier generale nel cuore della Motor Valley, è presente anche negli Stati Uniti e in Medio Oriente.
Luigi Orlandini, Presidente e CEO di Canossa Events e Cavallino, a conclusione dell’evento, ha dichiarato: “Finalmente siamo tornati ai bei tempi prima della pandemia, con 100 fantastiche auto arrivate da tutto il mondo, da Hong Kong al Brasile, con 18 Paesi rappresentati. Gara molto combattuta fino all’ultima prova speciale. Un tempo fantastico, estivo, con il sole che ci ha accompagnato per tutti questi cinque giorni. Un grazie a tutti i partecipanti e a tutto il team per questa ventunesima edizione magnificamente riuscita.
Le Classifiche
Nella Classifica Competition pre 1965 C/D/E/F, primo classificato l’equipaggio Thomas Kern – Stephan Peyer su Jaguar E-Type del 1964, secondo Stan Novakovic – Christine Novakovic – Leitner su Shelby American Mustang GT 350 del 1966 e terzo Mark Freeman – Mike Ellis su AC Shelby Cobra 289 del 1964.
Nella Classifica Competition G/H/I post 1966, primo posto per l’equipaggio Kris Rosenberger – Nicola Bleicher su Porsche 911 SC Group 4 del 1981, secondo Paolo Marzatico – Federico Ferrari su Porsche 911 Carrera 3.0 RSR del 1975 e terzo Glenn Janssens – Wim Decock su Porsche 911 Carrera RS del 1974.
Nella Classifica “Index of Performance” vince l’equipaggio Albert Otten – Silvia Zanardi su BMW 328 Roadster del 1939, al secondo posto Martin Halusa – Susanne Halusa su Ferrari 212 Export del 1951 e al terzo posto Augustin Sabatié-Garat- Mark Donaldson su Jaguar XK 120 O.T.S del 1951.
Per la Regolarità al primo posto troviamo l’equipaggio Peter Kappeler – Marie Tourneur su Alfa Romeo Giulietta Sprint del 1958, secondo Axel Urban – Andrea Urban su Porsche 911 T del 1972 e terzo Mike Sheehan – Carolyn Sheehan su Jaguar E-Type Series 1 del 1962
Per la classifica suddivisa per periodi, vincono:
Period I: Kris Rosenberger – Nicola Bleicher su Porsche 911 SC Group 4 del 1981
Period H: Paolo Marzatico – Federico Ferrari su Porsche 911 Carrera 3.0 RSR del 1975
Period G: Max Banks – Andrew Banks su Alfa Romeo 1300 GTA Corsa Autodelta del 1969
Period F: Thomas Kern – Stephan Peyer su Jaguar E-Type del 1965 e
Period E: Diego Meier – Sarah Amoroso su Ferrari 250 MM del 1953
Il premio per le prove in circuito va all’equipaggio Didier Sirgue – Arthur Sirgle su De Tomaso Pantera GR IV del 1976
Il premio per le prove speciali va all’equipaggio Kris Rosenberger – Nicola Bleicher su Porsche 911 SC Group 4 del 1981
Il premio al miglior team va, per la regolarità, a Edi Wyss Engineering e, per la competizione, al GTO Racing Team
Il premio Mechanical Miracle riservato alle assistenze, va al supporto tecnico dell’equipaggio Timothy A. Hartnoll – Rupert Bravery su Alfa Romeo 8C Monza del 1934 perché sono riusciti a portare al traguardo la vettura più antica di tutta la Modena Cento Ore.
Il premio Oldest Crew, Youngest Car va a Anthony John Pozner – Roger Nathan su Porsche 993 Turbo S del 1998
Il premio Scuderia Largest Team va a Formula GT
Il premio speciale Largest Family per la famiglia più numerosa presente va alla famiglia Meyer
MODENA CENTO ORE DAY BY DAY
Day 1: Milano Marittima e le prove speciali 1, 2, 3 e 4
È stata una parte poco conosciuta d’Italia quella che ha visto il passaggio della prima giornata della Modena Cento Ore 2022.
Lasciata Milano Marittima, infatti, gli equipaggi si sono diretti verso L’Etruria, storica parte geografica rimasta ancora poco sfrutta dal punto di vista turistico.
Proprio lì, dopo circa una novantina di chilometri, i concorrenti si sono potuti cimentare sulla prima prova speciale della giornata: la PS 1 Passo dello Spino di 6,9 chilometri. Caratteristica che rende unica la prova dello Spino sono i cordoli che sono stati verniciati bianchi e rossi in pieno stile pista. Piacevolissima da guidare, anche grazie al fatto che in molti punti la strada era stata appena riasfaltata. Emozionante sentire l’urlo dei 6 cilindri delle Stratos inerpicarsi tra i tornanti e i rettilinei di questa prova speciale.
Un perfetto debutto per questa tanto attesa Modena Cento Ore.
Un paio di ore di guida tra gli scenari delle colline tra Emilia, Marche e Toscana, ha permesso agli equipaggi di rilassarsi e godersi una parte del viaggio paesaggisticamente molto piacevole.
La seconda prova speciale: Croce ai Mori di 10,10 km, ha sicuramente premiato le macchine più potenti viste le curve molto aperte e i lunghi rettilinei. Purtroppo, al ciglio della strada, si sono fermati alcuni tra i primi concorrenti ad avere noie meccaniche in questa Cento Ore. La speranza di tutti è di rivederli, appesantiti solo di qualche penalità, alle prove di domani.
Dopo la meritata pausa pranzo, gli equipaggi sono ripartiti subito per la terza prova speciale della giornata: la Vallombrosa di 6,07 chilometri, immersa nelle foreste casentinesi. Le vetture più spettacolari da vedere passare sono state senza dubbio la Ford GT40 del 67, equipaggio Philippe Olczyk – Eric De Bolle e la più vecchia vettura presente: l’Alfa Romeo 8 C Monza del 1934, equipaggio Timothy A. Hartnoll – Rupert Bravery.
Ultima prova speciale della giornata: la velocissima PS 4 Passo del Muraglione di 6,65 chilometri.
Nella giornata di oggi la vettura che più ci ha conquistato è stata la Opel Monza 3.0 E del 1980 dell’equipaggio Stephan Jocher – Matthias Jocher, vincitrice del Campionato Europeo Turismo del 1980 e seconda assoluta alla 24 Ore del Nürburgring dell’81.
Come sempre, parlando con i proprietari si scoprono anche le storie più belle legate alle vetture, come la Jaguar E-Type FHC del 1961 di Peter Wallman – Caterina De Bartolo, di proprietà della famiglia Wallman da oltre 35 anni.
L’arrivo è stato nella centralissima piazza Aurelio Saffi di Forlì dove tutte le macchine sono state esposte e ammirate dal pubblico.
Day 2: Misano World Circuit e PS 5 e 6
Una splendida alba ha accompagnato la partenza della seconda giornata della Modena Cento Ore 2022. Finalmente, gli equipaggi sono potuti entrare in pista!
L’autodromo Misano World Circuit Marco Simoncelli si è quindi risvegliato al suono dei motori delle vetture da corsa d’epoca.
Il numero di auto iscritte alla sezione competition della Cento Ore obbliga a suddividere le griglia di partenza in due diversi momenti. Per questo motivo abbiamo avuto l’opportunità di assistere a due diverse partenze, entrambe estremamente emozionanti.
In Gara 1, per auto fino al 1965, lo spettacolo è stato offerto dalla AC Shelby Cobra 289 del 1964, equipaggio Mark Freeman – Mike Ellis, che ha fatto valere la potenza del suo V8 per guadagnare posizioni su posizioni.
In Gara 2, per auto dal 1966 in poi, la partenza e il primo giro sono stati caratterizzati dalla sfida all’ultimo centimetro tra la Lancia Stratos HF GR.4 del 1974 di Philippe Lawrence Kaadorie – Daniel Philippe Wells e la Porsche 911 SC Group 4 del 1981 dell’equipaggio Kris Rosenberger – Nicola Bleicher, che ha visto primeggiare la Porsche.
La prima gara è stata vinta dalla Jaguar E-Type del 1964, equipaggio Philippe Nigel Walker – Gordon Shedden, mentre la seconda è stata vinta dalla Porsche 911 Carrera RS del 1974, equipaggio Glenn Janssens – Wim Decock.
A seguire sono entrate in pista le vetture della sezione Regolarità che si sono sfidate nella prova di media. Come sempre, in questo caso, la difficoltà consta nell’effettuare il primo giro in un tempo che deve essere ripetuto nel modo più preciso possibile nei tre successivi.
Sembra facile, ma non lo è….
Una volta lasciato l’autodromo, le macchine si sono dirette verso la meritata pausa pranzo nella cornice di Villa Des Vergers a San Lorenzo In Correggiano, da dove sono poi ripartite per le due prove speciali del pomeriggio.
La prima, PS 5 Urbania di 6,45 chilometri, ha preceduto il passaggio con controllo timbro nel suggestivo centro storico di Urbino.
La seconda prova della giornata: PS 6 Gabicce Mare di 11,00 km, ha fatto per la prima volta parte della Modena Cento Ore. Fantastico il panorama a picco sul mare che gli equipaggi hanno avuto modo di ammirare prima della partenza, visto che dopo, concentrazione di guida o di lettura delle note, hanno impedito di guardarsi attorno.
L’arrivo della seconda giornata è stato in Piazzale Roma a Riccione, dove le auto sono state esposte al pubblico per qualche ora.
La tappa si conclude con qualche ritiro, a conferma della sempre importante selezione che viene fatta durante la competizione della Modena Cento Ore.
D’altronde, le prove in pista accompagnate dalle prove Speciali in salita e dai lunghi trasferimenti, mettono sempre a dura prova equipaggi e vetture.
DAY 3: Da Milano Marittima al Mugello Circuit e Firenze
E dopo il due, venne il tre…
La terza giornata della Modena Cento Ore 2022 si è aperta nello spirito dell’alternanza che ha visto oggi partire per primi gli equipaggi della regolarità.
Questo ha permesso anche ai meccanici di godere di qualche ora di riposo notturno dopo che avevano passato tante ore lavorando sulle vetture dopo una giornata di gara.
Prima destinazione: Faenza con il controllo timbro nel centro storico e poi via, verso Imola con un altro controllo timbro nel centro gremito di gente.
Da lì è iniziata la parte di collina che ha portato all’inizio della prima prova speciale della giornata: la PS 7 Monte Faggiola di 7,48 chilometri molto guidata e con alcuni tratti in discesa, rallentati dalle chicane ma che comunque, almeno sulla carta, hanno dato un piccolo aiuto alle vetture meno potenti e più leggere.
Da lì, soli dieci chilometri e gli equipaggi hanno iniziato la PS 8: Passo Sambuca di 7,47 chilometri, forse ad oggi la prova speciale con la sede stradale più stretta, e per questo molto tecnica, con svariati tornanti e curve a chiudere che hanno messo a dura prova il lavoro dei navigatori e la capacità di guida dei piloti.
Dopo la pausa pranzo, il Mugello.
Da sempre la pista toscana attira per la sua bellezza e difficoltà, diventando una delle tappe più iconiche della Modena Cento Ore. Dopo la prova cronometrata di regolarità in pista, le curve del Mugello Circuit hanno ospitato le gare della velocità. Impressionante vedere la velocità massima raggiunta in fondo al rettilineo principale dalle vetture più potenti, così come è stato bellissimo vedere come i piloti dovessero lavorare per mantenere l’equilibrio perfetto sulle curve dell’Arrabbiata. Come sempre dal Mugello si ritorna con qualche motore fumante e qualche carrozzeria leggermente ammaccata.
Una nota speciale merita l’equipaggio numero 10, composto da Anthony Pozner – Richard Nathan su Porsche 993 Turbo S del 1998, una delle sole ventitré con guida a destra su un totale di 325 totali prodotte. Richard Nathan, infatti, è stato il più giovane pilota della storia a vincere il Campionato Autosport inglese nel 1963 con una Lotus Elise, per poi ripetersi svariate volte negli anni successivi. Lui aveva corso al Mugello Stradale nel 1970, con una Astra RNR-2 EVO Gruppo 6 prodotta da lui negli anni in cui si era dedicato alla realizzazione di vetture da corsa.
Per lui la Modena Cento Ore 2022 è stata la prima volta del ritorno ad un Mugello diverso, ma sempre affascinante.
Dopo la giornata di gare, gli equipaggi hanno lasciato le macchine al Mugello per andare a Firenze e partecipare alla serata di gala che si è tenuta nella meravigliosa cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria, cuore di Firenze.
DAY 4: Da Firenze a Modena
La partenza dell’ultima giornata di gara, avvenuta dall’Autodromo del Mugello, ha offerto degli scenari spettacolari con vallate immerse nella nebbia e colline illuminate dal sole.
La prima prova speciale della giornata, la PS 9 Passo del Giogo di 5,27 chilometri, ha avuto inizio pochissimi chilometri dopo il via, mettendo così alla prova la capacità di concentrazione “a freddo” dei piloti e dei navigatori. Il manto stradale ancora umido dalla notte si è dimostrato molto insidioso, con tratti rimasti in ombra inaspettatamente molto scivolosi.
16 chilometri e, la seconda prova della giornata: la PS 10 Cornacchiaia di 6,29 chilometri, ha concluso l’attività agonistica della Modena Cento ore 2022.
Dopo il pranzo e il trasferimento in Emilia, il consueto bagno di folla ha accolto gli equipaggi a Modena, in Piazza Grande.