(mi-lorenteggio.com) Taranto, 14 novembre 2023 – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto alla cerimonia di inaugurazione della quarta edizione del Festival della cultura paralimpica, in programma a Taranto dal 14 al 17 novembre prossimi.
Quest’anno, per la manifestazione organizzata dal Comitato paralimpico italiano (Cip) che chiama a raccolta coloro che offrono un contributo concreto sui temi dell’inclusione e della disabilità, è stato scelto il tema “sport, linguaggio universale”.
Nel corso della cerimonia, moderata dal giornalista Iacopo Volpi, hanno portato le loro testimonianze: Alessandra Campedelli, ex CT della Nazionale di pallavolo femminile sorde dell’Italia; Mahdia Sharifi, atleta afghana della Squadra olimpica dei rifugiati; Zakia Khudadadi, prima donna afghana a praticare parataekwondo, Joseph Joel Boganelli, atleta della Nazionale di basket in carrozzina; Dong Dong Camanni, atleta paralimpico di judo.
E’ quindi intervenuto Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico.
La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Presidente Mattarella.
IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Ho chiesto il permesso al nostro conduttore di poter dare un saluto, che do molto volentieri.
Questa è un’altra tappa importante, dopo quella di Roma – alla Tiburtina – dopo Padova, e mi sembra a Milano. Adesso Taranto: un’altra tappa di questo percorso che il Movimento paralimpico sta svolgendo, sospingendo l’intera Italia in questo percorso di civiltà.
Sono quindi lietissimo di essere qui, oggi, insieme al Ministro dello Sport, al Presidente della Regione, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, al Sindaco.
È un’occasione importante.
Lei ha avuto la cortesia, Presidente Pancalli, di ricordare la mia presenza a Roma, cinque anni addietro.
Vorrei ripetere anche qui che ogni barriera che si abbatte è un successo per tutta la società.
E in questi anni il Movimento paralimpico è riuscito a far abbattere molte barriere, molti ostacoli.
Tante persone hanno potuto esprimersi, trovare modo di realizzarsi, di far emergere i talenti che avevano, superando condizionamenti e ostacoli che comprimevano questi talenti.
Sono grandi risultati, di cui potete essere davvero fieri, come Movimento.
Naturalmente sappiamo che ve ne sono tanti altri, un numero sterminato di talenti ancora inespressi, che non trovano modo di esprimersi perché non viene offerta la possibilità di farlo.
E questa è la sfida che qui il Ministro – assentendo – sta raccogliendo, anche lui, naturalmente.
È una sfida importante che riguarda l’intero Movimento paralimpico nell’intera società, a partire dal lavoro. E in cui lo Sport ha un ruolo fondamentale.
Abbiamo poc’anzi assistito alla sottolineatura di cinque straordinarie esperienze di grande successo. Significative, tutte quante.
Vorrei dire alle due ragazze che ieri a Napoli ho incontrato e ascoltato una ragazza afgana che studiava Medicina a Kabul. Ha dovuto interrompere gli studi lì; li ha ripresi in Italia. Sta per laurearsi, dimostrando il nesso inscindibile – dicevo ieri alla Federico II a Napoli – tra cultura e libertà.
Lo stesso vale tra Sport e libertà.
E questa è una dimostrazione di questo legame inscindibile.
Queste cinque esperienze diverse, ma tutte quante coinvolgenti – abbiamo visto – dimostrano quanto lo Sport sia importante per questi obiettivi.
I successi raggiunti, le medaglie raccolte – come queste tre di questo en plein nella corsa in atletica, che ricordo bene: oro, argento e bronzo congiuntamente, nella stessa gara (1) – sono un successo straordinario, un punto d’arrivo, un traguardo. Ma sono soprattutto una sollecitazione.
Queste medaglie conquistate sono medaglie che danno grande orgoglio all’intero Paese, che consentono di seguire con sempre maggiore ammirazione lo Sport paralimpico. Che consentono di registrare come tutti gli atleti, olimpici e paralimpici, si misurino ogni volta con le difficoltà, con i propri limiti, con le capacità che manifestano, cercando di superarle costantemente, ogni volta.
Ma questi successi, queste soddisfazioni, questi grandi motivi di orgoglio, sono soprattutto una sollecitazione a tanti altri giovani a impegnarsi nello Sport paralimpico. A far vedere a tutti, a loro e ai loro familiari, che ci si può realizzare, esprimere, manifestare talenti che vi sono, di cui il Paese ha anche bisogno.
Ed emergendo nello Sport, il Paese capisce che deve farli emergere anche negli altri settori della vita sociale: a partire dal lavoro.
Per questo è importante quello che fate.
Quello che fate è a beneficio dell’Italia.
Andate avanti.
(1) Indicando una grande foto posta alle spalle del podio