UN PARCO IN GIAMBELLINO, I SOGNI DI ALAN KURDI E IL DOVERE DI RICORDARE

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(Mi-lorenteggio.com) Milano, 2 luglio 2024 – Riceviamo e pubblichiamo:

Un parco nel cuore del Giambellino può essere un laboratorio di integrazione e celebrazione della diversità? È questa la scommessa del Municipio 6 che, in un quartiere che ha visto varie ondate migratorie, crede si possa valorizzare la ricchezza umana e invertire l’ottica per cui il migrante sia inevitabilmente una persona in difficoltà.

Per farlo, sceglie la maniera più coraggiosa e simbolica possibile, proponendo l’intitolazione del parco, appena inaugurato in via Giambellino 129, ad Alan Kurdi, il bambino curdo – siriano di tre anni il cui corpo fu ritrovato su una spiaggia vicino Bodrum, in Turchia. Le immagini del suo corpo senza vita provocarono una fortissima reazione da parte dell’opinione pubblica e, ancora oggi, interrogano i Paesi coinvolti nel sistema dell’accoglienza sulle scelte degli ultimi anni.

Al taglio del nastro ha partecipato anche Nurgul Cokgezici, professoressa di Mediazione Linguistica e rappresentante della comunità curda a Milano e in Giambellino, che, tra i versi di una poesia e il racconto delle storie di tanti suoi connazionali, ha emozionato e commosso il nutrito pubblico dell’iniziativa. Un momento di testimonianza che, però, non vuole essere fine a se stesso ma, anzi, punta a inaugurare una stagione di eventi, workshop e attività sportive in grado di mettere al centro la ricchezza culturale che tutte le migrazioni hanno portato in quest’area di Milano.

“Alan, 3 anni, morto in mare nel 2015. Alan con la maglia rossa e i pantaloncini blu che dorme per sempre sulla spiaggia di Bodrum, con i sogni di un bambino e addosso la sofferenza e il dolore di tutta l’umanità. Alan che ha risvegliato la coscienza di tutti noi, una coscienza che va tenuta viva – commenta il presidente del Municipio 6 Santo Minniti – e vogliamo farlo anche con questo parco in un quartiere come quello del Giambellino che è da sempre terra di migrazioni, di contraddizioni e di speranza.
Non voltiamo mai lo sguardo dall’altra parte: quando porteremo i nostri figli in questo parco, ricordiamo il nome di Alan e nomi dei tanti che dormono in fondo al mare, con i loro sogni e ancora senza un nome”.

Ed è proprio la forza cruda di quell’immagine che può accendere i riflettori su un quartiere che, a partire dalla grande riqualificazione che lo sta attraversando fino alla fame di alloggi popolari di qualità, di sogni nel cassetto ne ha ancora tanti.

Santo Minniti
Presidente

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