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Tutte le carte da gioco della Lombardia

Milano, 11 agosto 2024 – In Italia esiste una grande quantità di carte da gioco e la loro storia è secolare: se ne sono trovate le prime tracce in Toscana in epoca medievale, all’interno di un’ordinanza cittadina che proibiva il gioco in strada. È perciò lecito presupporre che in realtà la loro diffusione sia ancor più antecedente. Sono giunti fino a noi mazzi provenienti da molti secoli differenti e realtà geografiche molto distanti da loro, ma utili a comprendere la storia politica del tempo.

In ogni caso, i mazzi dell’epoca erano ben diversi da quelli diffusi oggi lungo la penisola. Normalmente si tratta di 4 carte suddivise in 4 semi differenti, molto varia a seconda che l’illustrazione sia a modello francese o a modello spagnolo. In quest’ultimo caso si parla di bastoni, coppe, denari e spade mentre nel caso del mazzo d’Oltralpe, il riferimento va a cuori, quadri, fiori e picche. Spulciando i vari giochi di carte proposti online però, non si ritrova un’altrettanta varietà di tipologie. I giochi più tipici vengono spesso rappresentati solo attraverso le carte napoletane o, tutt’al più, quelle francesi, che rivestono un ruolo importante anche nelle moderne sale da gioco virtuali, le quali si presentano sempre più tecnologiche e con software creati da grandi aziende: è il caso ad esempio delle slot prodotte da Playtech, ma si possono citare diversi altri provider leader del settore come Novomatic, NetEnt o Microgaming. È evidente che in questi contesti  appare difficile dare una rappresentazione in digitale della complessità delle differenze regionali in Italia, in tal modo si rischia di far scomparire del tutto alcuni mazzi. Esistono già, in realtà, varianti non più utilizzate: si tratta delle carte baresi, nuoresi, romane, udinesi e viterbesi.

Volendo fare un conteggio di quelli che sono i mazzi di carte lungo la penisola, si ritrovano in tutto 16 varianti, un vero e proprio record. Alcune di queste sono spiccatamente regionali e utilizzate solo entro i confini di realtà geografiche molto circoscritte. Altre invece, pur adottando la denominazione del luogo di nascita, vengono utilizzate senza troppa distinzione da nord a sud. Impossibile a tal proposito non citare il mazzo napoletano, di gran lunga il più famoso in Italia. Non è però da meno il mazzo dell’Emilia, nello specifico il riferimento va alle carte piacentine ad esempio, molto utilizzate non solo nella provincia di Piacenza ma anche nelle vicine province lombarde. Lo stile adottato è quello spagnolo e le carte vengono rappresentate a mezzo busto, un cambiamento rispetto alla prima metà del Novecento, dove invece si prediligeva la figura intera. Ad oggi lo stemma della città di Piacenza non viene più raffigurato, in precedenza però veniva disegnato in corrispondenza del quattro di denari.

Tra le più utilizzate in Lombardia, si ritrovano le carte bresciane. Rispetto agli altri mazzi, canonicamente composti da 40 carte, questo esiste solo nella versione che ne conta 52. Sono così numerose perché legate a doppio filo ad un gioco tipico della zona, il cicera bigia, per questo quando si utilizza questo mazzo per passatempi come briscola o scopa, si vanno ad eliminare i cosiddetti scartini (cioè le carte numeriche che vanno dall’8 al 10). Le carte lombarde per eccellenza sono però quelle milanesi, in questo caso formato da 40 carte. Si presentano però come leggermente più strette rispetto alle altre. Un’ulteriore diversità rispetto al mazzo piacentino è data dal seme, in questo caso francese e non spagnolo.

L. M.

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