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domenica, Ottobre 6, 2024

Proverbio: A chi ben crede, Dio provvede

Milano. Evasi due fratelli dal carcere minorile Beccaria

L’ennesima evasione dal carcere minorile Beccaria di Milano, dove due
giovani detenuti sono riusciti a scavalcare il muro di cinta e a
fuggire, rappresenta un campanello d’allarme che non può essere
ignorato. La sicurezza delle strutture minorili, in particolare quelle
di Milano e Roma, è ormai in uno stato di emergenza e richiede un
intervento immediato.
“Non è più tollerabile assistere a situazioni come questa,” afferma il
Dott. Roberto Santini, Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe. “Il Beccaria
di Milano, che avrebbe dovuto essere un modello per il recupero e la
rieducazione dei giovani detenuti, si è trasformato in un campo aperto
dove le fughe sembrano essere all’ordine del giorno. Questa evasione è
solo l’ultimo episodio di una lunga serie che ci mette di fronte a un
fallimento gestionale e strutturale. È tempo di agire!”.
Il Si.N.A.P.Pe. non accetta più alibi e lancia un appello forte e chiaro
al Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, il
Presidente Antonio Sangermano. “Al tavolo del 17 settembre ci aspettiamo
che vengano presentate soluzioni reali e applicabili per rafforzare la
sicurezza degli istituti penitenziari minorili,” prosegue Santini. “Non
si tratta solo di proteggere i cittadini dalla possibilità di fughe, ma
anche di salvaguardare l’incolumità e la dignità degli agenti di Polizia
Penitenziaria che, quotidianamente, si trovano a operare in condizioni
sempre più insostenibili.”
L’attenzione del Si.N.A.P.Pe. si concentra non solo sul Beccaria di
Milano, ma anche sull’Istituto Penale Minorile (IPM) di Roma, strutture
che stanno vivendo una crisi profonda. “Chiediamo che al tavolo del 17
settembre non si parli solo di palliativi, ma di un piano di azione
concreto: rinforzi al personale, interventi strutturali per aumentare la
sicurezza e una revisione delle modalità di gestione dei detenuti più
problematici,” dichiara il Segretario Generale.
Il Si.N.A.P.Pe. richiama l’attenzione sulla crescente tensione tra il
personale penitenziario, che si sente abbandonato dalle istituzioni.
“Non possiamo permettere che chi lavora in prima linea venga lasciato
solo,” conclude Santini. “È necessario ripristinare la dignità e il
rispetto del ruolo della Polizia Penitenziaria, senza più scuse o
ritardi. I lavoratori meritano soluzioni vere e rapide, così come la
comunità merita strutture che funzionino per garantire la sicurezza di
tutti.”

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