La loro applicazione comporta anche la rimodulazione dei contributi dovuti per costruire
(mi-lorenteggio.com) Milano, 9 settembre 2024 – Il Consiglio comunale ha approvato la delibera che estende l’applicazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi), già obbligatori per l’edilizia pubblica, nell’ambito dei servizi privati di interesse pubblico o generale.
Con l’obiettivo di ridurre il più possibile l’impatto ambientale e di migliorare le prestazioni del patrimonio edilizio, si tratta di una disposizione in attuazione del Piano Aria Clima e utile anche alla rimodulazione dei costi di costruzione dovuti dagli operatori, così come previsto dalla delibera di rivalutazione degli oneri di urbanizzazione approvata nel marzo 2023.
La delibera, già approvata dalla Giunta nel giugno scorso, anticipa in via sperimentale un provvedimento analogo che riguarderà tutta l’edilizia privata.
I Criteri Ambientali Minimi sono requisiti volti a individuare, nelle varie fasi del ciclo di vita dell’intervento edilizio, la migliore soluzione progettuale e il miglior prodotto sotto il profilo ambientale, prendendo in considerazione molti elementi, dalla riduzione dell’effetto ‘isola di calore estiva’ al risparmio idrico, dal benessere termico alle emissioni, dagli isolanti ai vari materiali utilizzati, per arrivare alla demolizione selettiva con recupero e riciclo, alla valutazione ambientale del ciclo di vita delle opere e alle prestazioni ambientali del cantiere.
I criteri si basano su modelli di sviluppo tipici dell’economia circolare e su accorgimenti in tema progettuale e tecnologico in materia di efficientamento energetico.
La loro introduzione comporta, sia negli interventi di nuova realizzazione sia in quelli di ristrutturazione e recupero, la riduzione dell’impatto ambientale generato dai lavori edilizi e dalla gestione dei relativi cantieri, nonché l’utilizzo di materiali per l’edilizia sostenibile che attivino filiere virtuose.
L’applicazione di ogni CAM consentirà una riduzione del contributo di costruzione dovuto: fino a un massimo del 50% per gli interventi di interesse pubblico o generale, e fino al 60% nel caso di servizi privati convenzionati per l’infanzia (fascia 0-3 anni).