La consigliera alle Pari Opportunità, Diana De Marchi: “Un cambio culturale per cui ognuno potrà essere semplicemente ciò che vuole essere”
(mi-lorenteggio.com) Milano, 20 novembre 2024. La Città metropolitana di Milano ha approvato, tra le prime realtà istituzionali, le linee guida per l’introduzione delle identità alias all’interno dell’ente.
Una scelta in linea con lo Statuto della Città metropolitana di Milano, ispirato alle pari opportunità, all’inclusione e contro ogni tipo di discriminazione. Valori che tutta la struttura organizzativa dell’ente di area vasta ha fatto propri, traducendoli in azioni concrete e scelte precise, come l’adozione, solo un anno fa, di un linguaggio rispettoso del genere in tutte le comunicazioni interne ed esterne.
Un percorso inclusivo, svolto passo a passo col Comitato unico di garanzia, che ha portato all’adozione delle linee guida per l’introduzione delle carriere alias, mediante una direttiva del Direttore generale, nella convinzione che il diritto all’identità di genere sia parte costitutiva del diritto all’identità individuale. L’ente, quindi, si è dotato di una regolamentazione prevista all’interno del Piano per la parità di genere e delle azioni positive, che fa parte del PIAO, con l’obiettivo di accompagnare l’attivazione della nuova identità in un percorso protetto, conservando l’identità anagrafica per la documentazione ufficiale. Sarà quindi previsto un accordo di riservatezza che regolerà l’acquisizione della nuova identità. L’obiettivo è far sì che tutte e tutti possano esprimere se stessi/e senza discriminazioni, creando così un contesto lavorativo inclusivo e generando benessere tra il personale all’interno dei luoghi di lavoro e nella relazione coi i colleghi e le colleghe. Una scelta convinta, volta a imprimere un cambio di passo culturale deciso volto all’apertura nei confronti delle diversità con cui ogni giorno ci si confronta.
“Nessuno dovrà giustificare di riconoscersi in un’identità di genere diversa da quella anagrafica e potrà essere semplicemente chi vuole essere – spiega la consigliera alle Pari opportunità, Diana De Marchi – Una scelta di civiltà, un messaggio chiaro contro ogni discriminazione e volto a creare un contesto lavorativo inclusivo in cui tutte e tutti si sentano accolti e rispettati. Una piccola rivoluzione culturale a garanzia dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, per consentire l’affermazione di sé e della propria personalità in modo chiaro e trasparente”.
Redazione