ono passati 80 anni da quanto l’ingresso ad
Auschwitz dell’Armata Rossa ha svelato al mondo gli orrori della Shoa. Oggi, nella Giornata Internazionale della Memoria, anche Abbiategrasso ha voluto ricordare le vittime dell’Olocausto con una cerimonia semplice ma sentita presso la torretta della Memoria di via Mozart dove, oltre alle autorità locali (erano presenti il sindaco, l’assessore all’Istruzione Marina Baietta e il presidente dell’Anpi Michele Bona), è intervenuta una delegazione di ragazzi delle scuole.
“In occasione della liberazione di Auschwitz vogliamo ricordare le deportazioni e lo sterminio perpetrato nei lager nazisti non solo del popolo ebraico ma anche dei perseguitati politici e intellettuali – ha detto il presidente di Anpi Michele Bona – deli omosessuali, dei disabili, dei rom e dei sinti, dei testimoni di Geova. Ricordare ciò che è stato però non deve essere semplicemente un gesto istituzionale, perché l’agire di chi ci governa risulta ancora ambiguo e spesso contraddittorio su questo tema, giustificando la violenza contro altri popoli esattamente come avvenne ottant’anni fa con il nazismo. Senza memoria la nostra vita non è vita”.
Anche da parte del sindaco Cesare Nai è giunto un forte richiamo al fare memoria come ricordato qualche giorno fa dalla senatrice Lilia Segre.
“Nel momento in cui verranno a mancare i testimoni di quell’immane tragedia – ha infatti affermato il sindaco citando la Segre – il rischio è che la portata dolorosa della Shoa possa essere ridotta ad una nota sulle pagine di storia. Allora mi fa particolarmente piacere la presenza qui oggi degli studenti. Ricordare è doveroso perché quanto accaduto 80 anni fa è partito da una Nazione come la Germania nel cuore dell’Europa e, almeno sulla carta, culturalmente evoluta. Tutto questo per dire di tenere alta l’attenzione ed evitare che i germi dell’odio e della violenza possano di nuovo attecchire”.
Il discorso dell’Assessore all’Istruzione Marina Baietta:
Se oggi ci troviamo a commemorare la ricorrenza del 27 gennaio è per dare un senso alla
domanda se sia ancora importante fare memoria della Shoah e per scongiurare il rischio che
quanto accaduto possa cadere nell’oblio insieme alla più che mai necessaria promessa del “mai
più”.
È una corsa contro il tempo che passa e ci lascia inesorabilmente ancora pochissimi testimoni
diretti: da qui l’importanza, già dai banchi di scuola, di educare le future generazioni ad assumere
coscienza degli antidoti al male e alla violenza, per custodirli e coltivarli, impedendo che il più
abominevole dei crimini – per gravità e per dimensione – possa ripetersi in forme differenti ma
ugualmente tragiche.
“Coltivare la Memoria è ancora oggi un antidoto prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un
mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e
la può usare.”
Nel riproporre un pensiero di Liliana Segre siamo dunque tutti invitati a pensare che il 27 gennaio
non debba essere ridotto a mero ricordo di una data simbolo a livello internazionale, ma deve
servirci come esempio e condurci ad una sorta di esame di coscienza collettivo, volto a riflettere
sugli urgenti interventi umanitari richiesti nel nostro presente in luoghi di guerra, morte e
distruzione , dove le evidenti analogie con il passato non possono più essere minimizzate trovando
insensate giustificazioni in un contesto geopolitico che desta preoccupazione e sgomento, frutto di
una costante escalation che non lascia intravedere alcuna risoluzione imminente.
Nel vissuto di ciascuno di noi: la Memoria di quel passato serve soprattutto a farci riflettere sul fatto
che esistono e vanno arginate le troppe forme di discriminazione di cui ci rendiamo autori verso chi
ci sembra diverso, spesso anche senza rendercene conto, per opportunismo, per superficialità, per
paura o per futili luoghi comuni. Ogni qualvolta ci rendiamo protagonisti o complici di una
discriminazione, lasciando vincere la nostra indifferenza, non siamo migliori di chi ci ha preceduto
in tali aberranti atteggiamenti.
La vera importanza di fare tesoro della Memoria sta dunque nella volontà che porta l’uomo a
interrogarsi e a mettere in discussione il suo passato, cercando da questo di trarre la giusta via per
un agire futuro: un punto fermo da cui ripartire per non ricadere nella stessa indicibile disumanità
che lo ha caratterizzato in passato, facendo nostre le parole di C.S. Lewis “Non puoi tornare
indietro e cambiare l’inizio ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale”.