L’AI A SCUOLA? SERVE UN’ETICA. DIALOGO CON LO SCIENZIATO LUCA MARI, VINCITORE DEL “PREMIO BERCHET”

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Milano 27 gennaio 2025.Va al professor Luca Mari, docente universitario e studioso nel campo dell’intelligenza artificiale e delle misurazioni, la seconda edizione del “Premio Berchet” (assegnato l’anno scorso a Paolo Bosisio). La consegna martedì 28 gennaio, ore 18.30 , presso l’Auditorium del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, nel corso di un incontro- dibattito, moderato da Daniele Bellasio, sulla scuola di ieri e di oggi, alla luce delle nuove prospettive (e dei gravi quesiti) posti dal dilagare dell’intelligenza artificiale anche nella didattica e nello studio.

Lo storico Liceo Classico Giovanni Berchet di Milano ha deciso di assegnare a Luca Mari la seconda edizione del proprio “Premio Berchet”, destinato a ex allievi che si siano distinti nella cultura, nell’arte e nella scienza (nel 2024, come prima edizione, conferito a Paolo Bosisio). A consegnargli il riconoscimento, in una serata di dialogo e approfondimento, martedì 28 gennaio, ore 18.30, nell’Auditorium del Museo della Scienza (via San Vittore 21, ingresso libero con prenotazione all’indirizzo premio@liceoberchet.edu.it), sarà il preside del liceo, Domenico Guglielmo.
«Siamo lieti e orgogliosi che il professor Luca Mari, nostro ex allievo divenuto uno scienziato e docente prestigioso, abbia accolto il nostro invito – dichiara Domenico Guglielmo –. Il Liceo Berchet ha una storia ultrasecolare, è nato nel 1911 e, oltre alla cultura umanistica, cura con speciale attenzione la formazione scientifica dei ragazzi, ad esempio con un “potenziamento”, ossia ore di insegnamento aggiuntive di matematica o con ore di discipline scientifiche in lingua inglese, in collaborazione con l’Università di Cambridge. Questo nostro Premio, alla seconda edizione, vuole sottolineare il valore, l’incisività e la poliedricità di una missione formativa a tutto tondo, qual è la nostra, protesa al servizio della crescita culturale e civile del Paese. Tra allievi e docenti famosi, nelle nostre aule sono passati Luchino Visconti e don Luigi GiussaniMario Untersteiner e don Lorenzo MilaniLelio BassoWalter MolinoOreste Del BuonoRosa Calzecchi Onesti, ma anche il genetista Ruggero Ceppellini, il paleontologo Carlo Airaghi o l’architetto Ignazio Gardella … Ed è importante che, non relegata al passato, ora questa storia si trasformi in un messaggio vivo e attuale di incoraggiamento, un viatico per le nuove generazioni. Proprio nelle settimane in cui i ragazzi e le famiglie sono chiamati a una scelta decisiva come l’iscrizione alle superiori, la testimonianza di un allievo del passato può costituire un’illuminante apertura di prospettive per il futuro dei giovani di oggi. Per sottolineare il significato e l’attualità della nostra proposta formativa, accendiamo i riflettori su un ex allievo che, con i suoi studi, le sue pubblicazioni, la sua attività di insegnamento e di ricerca scientifica, tiene alto il nome del nostro liceo e della scuola italiana in generale».

Afferma Mari: « Mi sono spesso chiesto quali strumenti mi diede il liceo, che mi consentirono di laurearmi in fisica e poi di fare un dottorato di ricerca in ingegneria. La risposta a cui sono giunto è che le persone che mi hanno accompagnato per quella parte così importante della vita che trascorsi al Berchet ci aiutarono a imparare a imparare, facendoci provare concretamente il senso della ricerca di diventare persone migliori perché capaci di senso critico. E penso che questa sarà un’attitudine ancora più importante nel prossimo futuro, per chi vivrà in una società che possiamo immaginare co-abitata da esseri umani e artefatti in grado di risolvere problemi sempre più complessi: la diffusione dei sistemi di intelligenza artificiale generativa ci chiama a tracciare percorsi in cui la “cultura tecnico-scientifica” e la “cultura umanistica” convergono

Nella serata all’Auditorium del Museo, in occasione della premiazione, in dialogo con Daniele Bellasio, vicedirettore del “Sole 24 Ore” e conduttore con Lucia Annunziata della trasmissione “Amici e nemici” su Radio24, Mari, Guglielmo e gli studenti del Berchet discuteranno di un tema attualissimo e delicato: le potenzialità, i vantaggi e i rischi che l’introduzione dell’intelligenza artificiale nella pratica dell’insegnamento come nello studio individuale dei giovani lascia oggi presagire. Un tema che dalla didattica sfocia nell’etica. Quando, come e con quali limiti insegnanti e studenti potranno fare ricorso ai nuovi strumenti offerti dall’AI? Quali scenari spalancherà un ricorso sempre più sistematico al dialogo con i ChatBot?   

L’evento sarà inoltre l’occasione per presentare l’elaborato realizzato dalla classe 4H all’interno di un programma di PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) tenutosi al Museo sotto la supervisione di Luca Roncella – Responsabile Gaming & Digital Interactivity del Museo, assieme al quale hanno ideato una escape room a tema scientifico.
« Ritengo che questo progetto rappresenti un esempio virtuoso di come la collaborazione tra istituzioni culturali e scuole possa dare vita a esperienze formative innovative. Coinvolgere gli studenti in un processo di co-progettazione e co-creazione ha permesso loro non solo di approfondire il ruolo delle nuove tecnologie nel valorizzare il patrimonio culturale di cui saranno futuri fruitori e, forse, anche interpreti, ma anche di acquisire competenze sia pratiche sia progettuali nella realizzazione di un prodotto digitale che veicoli tramite il gioco valori culturali. È stato entusiasmante vederli mettere in pratica ciò che hanno appreso e rielaborato secondo le loro sensibilità e le conoscenze curriculari, sperimentando sul campo come un museo possa trasformarsi in un luogo di scoperta attivo e creativo», spiega Roncella.
La progettazione di escape game si inserisce all’interno di una più ampia missione del Museo volta all’utilizzo dei linguaggi e delle tecnologie digitali per la valorizzazione del proprio patrimonio, sia come parte dell’esperienza della visita, sia al di fuori, sfruttando la rete e le tecnologie mobili. Il Museo rappresenta un’eccellenza tecnologica e ne è una voce autorevole, essendo stato il primo museo in Italia a creare nel 1997 un proprio sito web e un ufficio dedicato allo sviluppo delle strategie e dei linguaggi digitali, oltre ad essere oggi l’unico in Italia ad avere nel proprio organico un game specialist, esperto di game design e gamification.

BIO
Luca Mari, 62 anni, milanese, è Professore Ordinario di Scienza della Misurazione alla Scuola di Ingegneria Industriale dell’Università Cattaneo-Liuc di Castellanza (Va), dove è docente titolare dei corsi di Analisi dei Dati Sperimentali e Statistica, Progettazione per Sistemi Dinamici e Digital Thinking. I suoi studi vertono sulla Scienza della Misurazione e sulle sue relazioni con le Scienze e Tecnologie dell’Informazione. Esperto di cultura digitale e intelligenza artificiale, oltre a saggi scientifici Mari ha pubblicato L’intelligenza artificiale di Dostoevskij (ed. Il Sole 24 Ore, 2024), sulle prospettive e soprattutto sulle implicazioni etico-filosofiche di un dialogo responsabile con intelligenze artificiali come ChatGPT e Gemini, al confine tra cultura scientifica e cultura umanistica. Mari ha collaborato alla progettazione del nuovo corso “Filosofia dell’era digitale e dell’intelligenza artificiale” previsto all’Università Cattolica di Milano per l’anno accademico 2025-2026.

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