Palazzo Martinengo a Brescia ospita una imperdibile mostra LA BELLE ÉPOQUE. L’arte nella Parigi di Boldini e De Nittis

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(mi-lorenteggio.com) Brescia, 27 gennaio 2025 – Fino al 15 giugno 2025, Palazzo Martinengo a Brescia ospita una imperdibile mostra, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia e della Fondazione Provincia di Brescia Eventi, dedicata agli Italiens de Paris, ovvero artisti quali Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Antonio Mancini e Vittorio Corcos, che vissero e lavorarono a Parigi nell’ultimo quarto del XIX secolo, durante la cosiddetta Belle Époque, quando la capitale francese era il centro propulsore dell’arte a livello mondiale.

Con questo appuntamento, l’Associazione Amici di Palazzo Martinengo festeggia il suo decimo anniversario di attività; una Belle Époque bresciana che, in un solo decennio, ha portato oltre 520.000 persone a visitare le sue proposte, allestite nelle sale dello storico palazzo cinquecentesco nel cuore della città.

L’esposizione, curata da Francesca Dini e Davide Dotti, presenta una selezione di 80 capolavori, per lo più provenienti da raccolte private, solitamente inaccessibili, e da importanti istituzioni museali come il Museo Giovanni Boldini di Ferrara, le Raccolte Frugone di Genova e il Museo Civico di Palazzo Te di Mantova, che Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini eseguirono durante il periodo trascorso a Parigi. Nella capitale francese questi pittori italiani si affermarono, conquistando i più raffinati collezionisti dell’epoca, immortalando le brulicanti piazze parigine, gli amplissimi boulevard, gli eleganti interni borghesi, gli affollati caffè e i teatri, cogliendo la figura femminile nella quotidianità e nei momenti privati, divenendo così i cantori della vita moderna.

Il periodo che va sotto la definizione di Belle Époque è durato poco meno di quarant’anni, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, caratterizzato da un tumultuoso sviluppo e da una incrollabile fede nel progresso, da prodigiose scoperte scientifiche, dalla nascita del turismo di massa e dal grande fulgore dei teatri e dei giornali a stampa.

Parigi divenne il fulcro di questo particolare momento storico, vero laboratorio letterario e artistico, centro propulsore dell’arte contemporanea, vista da molti pittori italiani della seconda metà del secolo XIX come tappa obbligata per arricchire la propria formazione e imprescindibile occasione di aggiornamento culturale e come obiettivo da raggiungere, trampolino di lancio per ottenere guadagni e successo.

I nostri “Italiani di Parigi”, così etichettati dal critico d’arte Diego Martelli, si muovono sulla scena parigina a partire dal 1870 con grande agilità, imponendosi all’attenzione internazionale, inventando il genere pittorico della tranche de vie, come nel caso di De Nittis e di Boldini che dipingono momenti della vita parigina colti sul vero, lungo i boulevard, o nell’intimità di giardini privati e di salotti esclusivi, oppure lasciandosi sedurre dal linguaggio impressionista, come Federico Zandomeneghi che contribuisce a fare della donna parigina una icona di moderna femminilità.

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