Milano: la Polizia di Stato posa tre Pietre d’Inciampo per ricordare il Vice Brigadiere di P.S. Giuseppe Prata, la Guardia di P.S. Emiddio Mastrodomenico e la Guardia di P.S. Angelo Molino

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(mi-lorenteggio.com) Milano, 28 gennaio 2025 – Per ricordare in maniera tangibile i poliziotti che hanno avuto un ruolo significativo per la salvezza degli ebrei e, più in generale, si sono prodigati nella lotta di Liberazione, la Polizia di Stato, sostenuta dalla Unione Comunità Ebraica Italiana, ha aderito alla iniziativa Stolpersteine “Pietre d’Inciampo” ideata più di 30 anni fa dal maestro Gunter Demnig.

Stamattina, il Questore di Milano Bruno Megale, unitamente al Prefetto e all’Assessore del Comune di Milano Marco Granelli, nel corso di una cerimonia pubblica, ha posizionato, all’ingresso dell’attuale sede della Questura di Milano, in Via Fatebenefratelli nr. 11, tre “Pietre d’Inciampo” intitolate alla memoria di tre poliziotti:il Vice Brigadiere di P.S. Giuseppe Prata, la Guardia di P.S. Emiddio Mastrodomenico e la Guardia di P.S. Angelo Molino, in servizio alla Questura milanese durante l’occupazione nazista in Italia.pietre d’inciampo 2025

Hanno, altresì, preso parte le varie associazioni che compongono il Comitato Pietre d’Inciampo, l’ANED – Associazione Nazionale Ex-Deportati nei Lager Nazisti, la Comunità Ebraica di Milano, l’ANPS, l’ANPI, nonché rappresentanti delle Forze dell’Ordine nonché delle autorità locali cittadine.

Giuseppe Prata, nominato Guardia di PS nel dicembre 1934 e poi promosso Vice Brigadiere di P.S. nell’aprile 1943, in servizio alla Questura di Milano, è stato arrestato insieme ad altre 9 persone a titolo di rappresaglia per l’uccisione di un soldato tedesco.

Deportato poi in Germania, fu internato nel Lager di Flossenbürg, precisamente nel campo satellite di Hersbruck il 7 settembre 1944, dove morì il 21 marzo 1945 per insufficienza cardiaca.

Emiddio Mastrodomenico, nell’ottobre 1941 entrò nel Corpo degli Agenti di P.S. come Guardia di PS. In forza alla Questura di Milano, fu arrestato la sera del 30 giugno 1944 dalla Polizia germanica in quanto fiancheggiatore dei G.A.P. milanesi. Mastrodomenico venne selezionato per essere fucilato per rappresaglia a seguito di un attentato dinamitardo contro un camion tedesco, avvenuto l’8 agosto 1944 in viale Abruzzi, che causò numerosi morti e feriti e la cui responsabilità fu attribuito dai nazisti al gruppo partigiano dei G.A.P.. Fu quindi fucilato insieme ad altri quattordici partigiani il 10 agosto 1944 in Piazzale Loreto a Milano.

Angelo Molino, nominato Guardia di P.S. nel marzo 1942 e in forza alla Questura di Milano, dopo l’8 settembre rientrò in clandestinità nella sua regione di appartenenza, il Friuli Venezia Giulia. Nel 1944 si schierò con la Resistenza, combattendo con la Brigata Val Torre della III° Divisione Osoppo-Friuli e, catturato dai tedeschi nel settembre 1944, fu deportato nel lager Neuengamme e successessivamente in quello a Dachau dove morì per sevizie il 10 aprile 1945.

Col progetto “Senza memoria non c’è futuro” la Polizia di Stato si è impegnata a recuperare la memoria di tutti quei poliziotti che, in un momento storico di estrema difficoltà, facendo la scelta giusta, si opposero al nazifascismo e soccorsero gli ebrei per l’onore dell’Italia e la difesa dei valori di civiltà che ne costituiscono il retaggio storico e l’autentica vocazione. Un percorso, questo, intrapreso dalla Polizia di Stato nella consapevolezza che “il ricordo” di chi si è speso, anche a rischio della vita, sia il valore più grande cui ispirarsi per tutelare le libertà e i diritti di tutti ed evitare che si ripetano gli orrori del passato. La scelta di posarle sul manto stradale, calpestate dai passanti, crea nell’osservatore un “inciampo emotivo e mentale” per mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazifascista, nel luogo simbolo della vita quotidiana. Nel contempo, l’inciampo invita il passante a riflettere su quanto lì accaduto in quella data, per non dimenticare.

Redazione

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