TAC e Raggi X su 4 opere d’arte all’Ospedale Galeazzi

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(mi-lorenteggio.com) Milano, 20 febbraio 2025 – Per il secondo anno consecutivo, la Scuola di Restauro di Botticino – Valore Italia, in collaborazione con l’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano (Gruppo San Donato), ha avviato una nuova iniziativa di analisi diagnostica avanzata su una selezione di quattro importanti opere d’arte. In questa occasione, il professor Luca Maria Sconfienza, responsabile dell’UO di Radiologia Diagnostica e Interventistica dell’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio e docente di Radiologia all’Università di Milano, si è occupato di guidare il team di esperti e studenti incaricati di eseguire sulle opere oggetto di studio esami specifici come TAC e raggi X.

Due dei “pazienti” accolti dall’ospedale milanese per essere sottoposti a scansione sono sculture lignee di origine religiosaquali il “Cristo deposto”, proveniente dalla Chiesa di San Bernardino alle Ossa di Milano, e la “Maddalena”, appartenente ad un gruppo scultoreo, di ambito ligure, rappresentante la Deposizione o la Crocefissione. Insieme a queste, altre due opere selezionate per le loro particolarità: una rara cassetta birmana per scritture buddhiste, in lacca dorata, conservata nel Museo PIME di Milano e, infine, un trittico di tele d’arte contemporanea realizzato da Cesare Berlingeri e parte della collezione del Museo MA*GA di Gallarate, “Piegare il giallo n°1 Piegare il nero n°2 Piegare il blu n°3”.

Queste ultime, insieme alla “Maddalena”, sono oggetto di tesi di laurea degli studenti della Scuola di Restauro di Botticino, i quali, tramite gli approfondimenti diagnostici eseguiti hanno potuto analizzare nel dettaglio la composizione, la struttura e i materiali delle opere. Strumenti come TAC e raggi X consentono, infatti, di determinare il tipo di tecnica costruttiva adottata e individuare la presenza di eventuali altri componenti interni o imperfezioni non visibili ad occhio nudo, senza compromettere in alcun modo l’integrità dei manufatti.

Eseguire indagini diagnostiche avanzate sulle opere d’arte è un’opportunità straordinaria per i nostri studenti, che possono così coniugare competenze scientifiche e sensibilità artistica.” affermaSalvatore Amura, Amministratore Delegato Valore Italia “Con questa operazione non solo si consolida la collaborazione tra Valore Italia – Scuola di Restauro di Botticino e l’IRCCS Ospedale Galeazzi, giunta al secondo anno di attività, ma conferma il nostro impegno nell’innovazione applicata al restauro, consentendo di approfondire la conoscenza dei materiali e delle tecniche costruttive senza alcun intervento invasivo.”

“Siamo, con grande piacere, nuovamente al servizio dei restauratori della Scuola di Botticino per agevolarli e supportarli nel loro prezioso lavoro di tutela del patrimonio artistico italiano”  afferma il professor Luca Maria Sconfienza“Questo impiego alternativo delle più avanzate tecnologie diagnostiche, disponibili presso il nostro Ospedale, è prezioso per indagare le peculiarità di ogni singola opera d’arte, svelare dettagli che, ad occhio nudo, non sarebbero visibili. Infatti, TAC e RX ci permettono di avere una visione nitida e molto precisa dell’opera, in tutte le sue parti ma, al contempo, senza compromettere o modificare la struttura del manufatto stesso”.

I risultati

Dalle TAC effettuate su il “Cristo deposto”, la cassetta birmana e il tritticosi è potuto osservare che il “Cristo deposto” presenta una stratificazione di diversi tipi di legno, con una struttura lignea interna dove sono stati inseriti diversi tasselli, mentre la parte esterna è caratterizzata da uno strato più denso con alcuni perni metallici che servono a sostenere la struttura. Nella cassetta birmana, composta da una sezione in legno con un rivestimento metallico arricchito da alcune pietre, è stato possibile osservare nella parte del fondale una rottura longitudinale, che è stata fissata con delle graffe metalliche e dei chiodi. Gli esami eseguiti nelle tre opere del trittico diCesare Berlingeri hanno confermato la presenza di una simile struttura interna a strati, ma da una prima ispezione i materiali presenti all’interno sembrano avere densità diverse. Servirà un’analisi più approfondita  per capire se la natura degli interni è realmente diversa tra un’opera e l’altra.

L’esame radiografico eseguito invece sulla “Maddalena” ha evidenziato che l’opera è composta da diverse parti di legno, tenute insieme da giunzioni, e che la copertura è di un materiale più denso. Determinare se le parti dorate, come la profilatura dello scollo della veste e la borchia che trattiene i lembi dell’abito, siano effettivamente di una placcatura con foglia d’oro oppure di un pigmento differente sarà oggetto di future analisi.Le opere

Cristo deposto, scultura policroma intagliata in legno, autore ignoto, XVII-XVII sec.
Milano, Chiesa di San Bernardino alle Ossa
Dimensioni: altezza 164,5 cm – larghezza 49,6 cm – spessore 31,0 cm
La scultura lignea rappresenta la figura di Cristo, posto in posizione supina con il braccio sinistro adagiato sul ventre ed il destro abbandonato lungo il fianco. Il corpo reca su di sé i segni della flagellazione. Data la posizione del corpo del Cristo e la comparazione con altre opere analoghe, si ipotizza che la scultura in questione non facesse parte di un gruppo scultoreo con più figure. Pare che la scultura avesse un ruolo liturgico e processionale, che sembra concordare anche con le tradizioni tipiche di Milano e della Confraternita dei Disciplini che gestiva la chiesa di S. Bernardino alle Ossa sin dal 1340.

Scultura policroma intagliata in legno, raffigurante  Maria Maddalena, autore ignoto, XIX sec.
Cattedrale di Albenga (SV)
Dimensioni: altezza 145 cm, larghezza 80 cm, profondità 66 cm
L’opera appartiene ad un gruppo scultoreo rappresentante la Deposizione o Crocefissione di ambito ligure, in origine collocato nella cattedrale di S. Michele Arcangelo di Albenga (SV). La Santa è rappresentata in posizione genuflessa, con le braccia aperte e protese verso l’alto, il viso è rialzato in direzione del Cristo ed esprime dolore e costernazione, mentre assiste impotente alla sua sofferenza. Sono presenti alcuni elementi dorati come la profilatura dello scollo della veste e la borchia che trattiene i lembi dell’abito sul fianco sinistro. Sul capo della scultura è posta una aureola metallica aggiunta successivamente.

Cassetta per scritture buddhiste esposte in lacca birmana dorata, XIX secolo
Milano, Museo PIME
Dimensioni: altezza 6,5 cm, larghezza 56 cm, spessore massimo: 10 cm
L’oggetto è un contenitore per Kammavaca, ovvero un insieme di testi sacri utilizzati durante le cerimonie monastiche del buddhismo Theravada. I testi contenuti nella cassetta sono attualmente esposti in Museo. La tecnica della laccatura artistica è attecchita anche in Birmania, dove sarebbe stata introdotta durante la metà del V secolo. In Birmania, gli oggetti artigianali laccati sono rivestiti con la linfa della pianta Gluta usitata, una sostanza di colore paglierino che diventa nera a contatto con l’aria. Tale materiale viene a volte mescolato con cenere o segatura affinché assuma una consistenza più solida che può essere scolpita (thayo).

Cesare Berlingeri, Piegare il giallo n°1 Piegare il nero n°2 Piegare il blu n°3, olio su tela, 1994
Museo MA*GA Gallarate (VA)
Dimensioni: altezza 70 cm, larghezza 62 cm, profondità 6 cm
L’opera è un trittico costituito da Piegare il giallo n°1, Piegare il nero n°2 e Piegare il blu n°3. Si inserisce nel corpus delle opere realizzate da Berlingeri con tele monocrome, dipinte e ripiegate che l’artista realizza già da metà anni ‘70. 

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