WELFARE. MIGRANTI, 50 POSTI IN PIÙ PER L’ACCOGLIENZA DELLE FAMIGLIE CON PROTEZIONE INTERNAZIONALE E TEMPORANEA

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(mi-lorenteggio.com) Milano, 9 marzo 2025 – Il Comune di Milano è pronto ad ampliare la rete di accoglienza diffusa per i rifugiati titolari di protezione internazionale, temporanea e delle altre forme previste dalla normativa. Con una delibera approvata dalla Giunta, l’Amministrazione ha aderito alla procedura di ampliamento dei posti nel Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) avviata dal Ministero dell’Interno lo scorso dicembre. 

Se l’iter andrà a buon fine, il Comune potrà rafforzare la rete di accoglienza diffusa di secondo livello con 50 posti in più che andranno ad aggiungersi ai 957 posti attualmente finanziati (400 per i minori stranieri non accompagnati, 542 per la categoria ‘ordinari’ e 15 dedicati nello specifico a chi soffre di disagio mentale o sanitario). 

L’ampliamento riguarderà l’ospitalità dei nuclei familiari, per cui il Ministero ha messo a disposizione 3211 posti in più a livello nazionale.

È partita, inoltre, nei mesi scorsi anche la procedura per l’ampliamento dedicato ai minori non accompagnati, a cui il Milano ha aderito per ulteriori 50 posti. In caso di conclusione positiva delle due domande, Milano supererà – tra adulti e minori – i mille posti dedicati a questo tipo di accoglienza di secondo livello (SAI). 

Una volta terminato l’iter, l’Amministrazione provvederà, attraverso una procedura ad evidenza pubblica, alla selezione dei soggetti a cui affidare le attività progettuali di inclusione e integrazione. 

“L’accoglienza diffusa – dichiara l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé – è la chiave per promuovere progetti di qualità a supporto degli uomini e delle donne che arrivano nel nostro Paese scappando da guerra, violenza ed estrema povertà e che, per questo, sono titolari di protezione internazionale. Rafforzare il sistema SAI, anche se in maniera insufficiente a coprire il fabbisogno, significa lavorare nella direzione di una reale integrazione che aiuta i beneficiari a diventare parte della comunità che li ospita e, allo stesso tempo, giova alla coesione sociale nei quartieri della città”. 

Redazione

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