Milano, 11 marzo 2025 – Nel mondo delle donazioni, ne esiste una particolare che consente di sostenere post mortem delle cause benefiche. Si chiama lascito testamentario e consiste in una volontà scritta nel proprio testamento con la finalità di devolvere i propri beni o una parte di essi quando si cesserà di vivere, contribuendo al sostegno a lungo termine di associazioni ed enti no profit e garantendo così solidarietà nel tempo, anche quando non si è più sulla terra.
In questo articolo andiamo ad approfondire meglio questa pratica, spiegando come scrivere il testamento per attivare correttamente il lascito e quali regole bisogna seguire per non commettere errori e rendere nullo il gesto solidale.
Che cos’è un testamento solidale
Il testamento solidale rappresenta un atto di estrema responsabilità, in quanto consente di gestire il proprio patrimonio per lasciare un segno duraturo anche dopo la propria scomparsa.
Si tratta infatti di uno strumento utile a destinare tutta o una parte dei propri beni a un’organizzazione benefica o a una causa a cui si tiene particolarmente. Per farlo, è necessario inserire nel testamento una disposizione che specifichi correttamente la volontà di lasciare una somma di denaro, beni mobili (come gioielli o opere d’arte) o immobili (come case o terreni), oppure di un diritto (usufrutto o rendita) o un’assicurazione o polizza a enti no-profit, associazioni benefiche, ONG o fondazioni.
È fondamentale, inoltre, donare esclusivamente la quota disponibile, cioè la parte di eredità che per legge non rientra in quella che spetta ai familiari più prossimi (quota di legittima). Solo in assenza di eredi legittimi, l’intero patrimonio può essere destinato a un’organizzazione benefica.
Per evitare possibili contestazioni, infine, è anche essenziale indicare con precisione il nome completo e tutti i dati del beneficiario, così come specificare nel dettaglio il tipo di lascito e i beni inclusi.
Tipologie di testamento
Esistono diverse forme di testamento che possono contenere disposizioni per un lascito. Il più comune e facile da compilare è il testamento olografo.
Si tratta di un documento privato redatto interamente a mano dal testatore (non è valido se viene fatto con un dispositivo meccanico o elettronico), che deve essere datato e firmato. Ha il vantaggio di essere economico, ma è anche maggiormente esposto al rischio di distruzione, smarrimento e contestazione da parte degli eredi legittimi.
Esiste poi il testamento pubblico, che viene inveceredatto da un notaio alla presenza di testimoni e conservato ufficialmente. Per questo motivo, oltre a non poter andare perso o distrutto, non può neanche essere contestato con il disconoscimento della sottoscrizione del testatore (autenticata dal notaio pubblico ufficiale).
Infine, esiste il testamento segreto: in questo caso il documento viene redatto dal testatore (anche tramite l’ausilio di mezzi meccanici) e consegnato sigillato a un notaio (che ne garantisce la custodia fino alla morte del testatore), alla presenza di due testimoni.
Qualunque sia il tipo di testamento che si sceglie per attivare un lascito, questo può essere sempre modificato, revocato o sostituito, fino al momento della propria morte (ogni nuova versione revoca quella precedente).
Il lascito diventa effettivo quando se ne esegue la pubblicazione davanti a un notaio, formalità che consiste in un atto pubblico attraverso il quale il testamento viene reso conoscibile a chiunque.
È molto importante sapere, infine, che, come ogni altra forma di donazione benefica, anche il lascito solidale in Italia non è soggetto ad alcuna imposta, compresa quella di successione. Questo significa che l’intero valore di ciò che si sceglie di donare viene interamente destinato alle attività e ai progetti dell’associazione che si è indicata come beneficiaria, contribuendo così a lasciare un segno tangibile e positivo nel mondo.
L. M.