(mi-lorenteggio.com) Cesano Boscone, 8 giugno 2025 – E’ stata inaugurata stamane in Villa Marazzi, alla presenza del vice sindaco, Dario Palidini, dell’Assessore Aldo Guastafierro, di Elvira Pavesi, presidente del Circolo Fotografico Cizanum, la mostra fotografica “No photo please” di Angelo Ferrillo.
INFORMAZIONI
8 giugno – 22 giugno 2025
Venerdì: dalle 17.00 alle 19.00 – Sabato e Domenica: dalle 10.30 alle 12.30 – dalle 17.00 alle 19.00
Sala delle Carrozze di Villa Marazzi
Via Dante, 47 – Cesano Boscone (MI)
Inaugurazione
Domenica 8 giugno 2025 – ore 11.15
INGRESSO GRATUITO
No photo please
“Le mie foto sono spesso sfocate, ruvide, striate, deformate… ma se ci pensate, un essere umano normale percepirà in un giorno un numero infinito di immagini, alcune delle quali sono focalizzate, altre vengono appena intraviste con la coda dell’occhio.”
Queste parole di Daido Moriyama hanno guidato la visione di Angelo Ferrillo. La visione di Shinjuku. Uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo – e questo lo è davvero – che vive e respira attraverso quasi 400.000 abitanti. Un luogo in cui tradizione e futuro si fondono in un melting pot
di visioni, volti, architetture e atmosfere.
Qui la stazione non è solo un punto di transito, è un ecosistema pulsante. Da lì ci si immerge in Memory Lane, un intreccio di izakaya dove l’odore di yakitori e zuppe si mescola nell’aria, creando nella mente del viandante sapori che non esistono altrove. Il teatro della strada si apre poi su Kabukicho, con le sue luci accecanti che fanno girare la testa, prima di lasciarsi inghiottire dalla quiete sospesa di un tempio che, in silenzio, traghetta verso Golden Gai: un dedalo di vicoli e micro bar, dove la notte si dissolve tra bicchieri di sake, whisky e parole sussurrate.
In questo vortice di stimoli si innesta anche la scena politica giapponese, creando un contrasto quasi surreale. Perché proprio qui, a Shinjuku, svetta il Palazzo del Governo Metropolitano, il grattacielo più alto di Tokyo. Un simbolo di ordine e potere, immerso in un luogo che è il suo esatto opposto: poliedrico, tentacolare, un labirinto sensoriale che avvolge e disorienta. Ferrillo ha attraversato questo mondo più volte. A volte con amici del posto, altre volte da solo, perché la solitudine è un passaggio necessario per chi fotografa. Ogni volta è stato come varcare uno stargate: un confine invisibile che, una volta superato, proietta in un’altra dimensione, lontana
dalla realtà, eppure incredibilmente concreta.
Angelo Ferrillo
Nato nel 1974, progettista e fotografo, si avvicina all’immagine fin dall’adolescenza. Da Napoli si trasferisce a Milano, dove porta avanti il lavoro di project manager e approfondisce gli studi fotografici: struttura del linguaggio (Contrasto), un Master in Fotogiornalismo, uno in Photo Editing e Ricerca Iconografica, e un altro in curatela.
Docente di documentazione (III anno) e street photography (II anno) presso IED Milano, di teoria di tecnico della fotografia per ILAS Academy Napoli, di editing per Creative Campus, e di progettazione fotografica, street photography e formazione avanzata presso Orti Fotografici. Su commissione, tiene corsi per aziende sulla struttura dell’immagine, il consolidamento del linguaggio
e l’uso consapevole dello smartphone.
Nel 2014 entra nel Consiglio Direttivo di AFIP International, dove ricopre anche il ruolo di Vice Presidente. Attualmente fa parte del consiglio direttivo di Ascofoto Confcommercio ed è Vice Presidente dell’Associazione DIY, una realtà no-profit con scopo sociale.
Progetta immagini per clienti come Apple, Google, Giorgio Armani, Fred Perry, Baracuta, Diesel, Gucci, Golden Goose e altri brand internazionali.
Giurato e Presidente di Giuria in concorsi fotografici nazionali e internazionali, ha vinto diversi premi in questi contesti. Oggi il suo lavoro si concentra sull’evoluzione del linguaggio visivo e sulla ricerca di una visione fotografica più consapevole, attraverso studi e approfondimenti continui.
Il suo approccio alla fotografia è guidato dall’idea di lasciare documenti nelle mani dei posteri, raccontando il passaggio del tempo. Una ricerca che lo ha portato a realizzare lavori sugli attentati del Bataclan e sul Tour de France del 1948. Giovanni Gastel ha definito la sua fotografia “uno sguardo attento su quello che hanno dentro le persone”.






