I LUOGHI DI MILANO
antichi e moderni
Tra storia, leggenda e realtà
a cura di Assoedilizia informa
La Basilica ed il Parco di Sant’Eustorgio.
Vivere in una gande città come Milano porta spesso i suoi abitanti a non conoscerla a fondo. Perché abituati ai soliti itinerari – casa-lavoro, i luoghi di aggregazione e i monumenti tradizionali -; con la convinzione di poter visitare cosa e quando si vuole, tanto si abita lì, no?, quindi a rinviare e a trascurare i suoi angoli e i suoi luoghi seminascosti ed affascinanti, i suoi monumenti semisegreti che meritano di essere riscoperti. Ciò vale in particolare, ovviamente ed a maggior ragione, anche per i turisti.
Affascinante ed enigmatica, la Basilica di Sant’Eustorgio sorge nell’omonima piazza in zona Ticinese, lungo una degli assi stradali più importanti della città, quello che conduce a Pavia, già capitale del regno dei Longobardi. Secondo un’antica tradizione, ancora oggi da qui comincia il corteo con il quale ogni nuovo vescovo di Milano entra in città. . . ed ogni Epifania qui si conclude il percorso del tradizionale “Corteo dei Re Magi”.
Storia, leggenda, arte si amalgamo alla perfezione. La Basilica venne fondata nel IV secolo dal vescovo Eustorgio, che portò a Milano le reliquie dei Re Magi ricevute da Costantino, e divenne subito meta di pellegrinaggi. In epoca paleocristiana era conosciuta come “basilica trium magorum”. La sua importanza attirò l’attenzione di Federico Barbarossa che durante il sacco di Milano del 1164 si impadronì delle reliquie trasferendole a Colonia. Dovettero trascorrere secoli prima che le reliquie – e solo parte di esse – tornassero nella Basilica nel 1904-1904.
Sotto la navata centrale si trova una necropoli paleocristiana con tombe del I–IV secolo d.C., insieme a elementi romanici di ricostruzioni medievali. Il campanile in laterizio (fine XIII–inizio XIV sec.) è il più alto della città (circa 73 m.) e termina con una stella a otto punte, simbolo proprio dei Magi. La facciata neoromanica è un rifacimento del XIX secolo ad opera di Giovanni Brocca (1864–1865), con archi a tutto sesto e lunette musive sopra i portali.
Tra i molti tesori artistici che ne arricchiscono l’interno , la Cappella Portinari (1462–68) splendida realizzazione del Rinascimento lombardo, ispirata alla Sagrestia Vecchia di Firenze; affreschi di Vincenzo Foppa e l’arca di San Pietro Martire (Giovanni di Balduccio, 1339); l’ Ancona della Passione, polittico marmoreo commissionato da Gian Galeazzo Visconti, capolavoro di arte tardogotica; numerose cappelle gentilizie (Visconti, Brivio, Torelli) con opere notevoli del Tre–Quattrocento; affreschi murali e monumenti funebri.
Se la Basilica vale da sola una visita, altrettanto interessante è il contesto in cui sorge. Piazza Sant’Eustorgio, incorniciata dal verde, è un’oasi piacevole nel traffico cittadino. Una volta le persone si riunivano per ascoltare Pietro da Verona che arringava la folla dal pulpito ligneocollocato nella parte sinistra della facciata del tempio, costruito esternamente perché la Basilica non era sufficiente a contenere tutti coloro che accorrevano ad ascoltarlo. In questa stessa piazza si trovava anche il primo fonte battesimale di Milano, in cui San Barnaba iniziò a battezzare i milanesi a metà del primo secolo dopo Cristo, come afferma la lapide posta sulla facciata di una delle case che si affacciano sulla piazza.
La Basilica ed il Parco retrostante sono luogo di pace e serenità. Ma non sempre fu così. Un tempo, nel convento domenicano – oggi n. 3 della piazza – sorgeva il Tribunale dell’Inquisizione.