Il giorno delle dimissioni del Ministro della giustizia Mastella, in Parlamento abbiamo assistito ad un attacco alla Magistratura mai visto in un Paese civile e democratico, col plauso di quasi tutti i parlamentari. Mi chiedo: “Ma la giustizia è uguale per tutti?”. Quando ci sono inchieste che riguardano i politici si grida “le toghe rosse vanno fermate” invece che difendersi nelle aule dei tribunali, come fanno tutti i cittadini italiani. In Italia sembra quasi che fare inchieste sul malaffare sia una colpa e non un dovere da parte delle procure. Da tangentopoli, che aveva scoperto il sistema della corruzione e delle concussioni tra affari e politica nelle pubbliche amministrazioni, ad i giorni nostri in cui, grazie alle intercettazioni telefoniche, ci sono stati gli scandali bancopoli, calciopoli, valletopoli e le vicende della famiglia Mastella. Non credo sia un problema solo della Campania, ma di tutta Italia. La questione è valutare se sia giusto che la politica si occupi non solo delle nomine dei direttori generali e di tutto quello che è pubblico, e dico non solo, perché forse non c’è niente di particolarmente rilevante dal punto di vista penale, ma dal punto di vista etico, morale vi sembra giusto? Credo sia ormai una situazione incancrenita, e non penso si tratti di un problema solo italiano, ma, per favore, lasciamo che la Giustizia sia e rimanga indipendente, dandogli mezzi ed economie per fare il suo lavoro, con tutto quello che c’è da fare. La politica deve dare l’esempio, mettendosi a disposizione quando ci sono delle accuse e non trincerarsi dietro al dito “tu non sai chi sono io”.
Oggi si parla di una legge sulle intercettazioni, da realizzare nel prossimo parlamento; mi auguro che Di Pietro possa continuare a rappresentarci, per dire la sua sui problemi della Giustizia Italiana.
Capogruppo Italia dei Valori
Michele Tango