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Corsico. Intervista a Sara Valmaggi

(mi-lorenteggio.om) Corsico, 21 marzo 2010 – Il mercato resta il tradizionale incontro tra cittadini e politici prima delle elezioni. Abbiamo incontrato Sara Valmaggi del PD e abbiamo voluto porgerle alcune domande.  Approdata tra i banchi del Consiglio regionale cinque anni fa, Sara Valmaggi, candidata nella lista del Partito Democratico, racconta i suoi anni passati al Pirellone. E spiega le ragioni della sua ricandidatura

Sara Valmaggi con il signor P. Morabito del PD di Corsico

 

Consigliera Valmaggi, come sono stati sinteticamente questi anni in Regione?

Questi cinque anni di lavoro in Consiglio Regionale sono passati velocemente, ma soprattutto sono stati intensi. L’inizio non è stato dei più semplici: provenivo da un’esperienza di governo a Sesto, una grande città della Provincia di Milano e mi sono trovata all’opposizione, con altri compiti istituzionali. Ho dovuto imparare a svolgere le funzioni di controllo, con gli strumenti che ci sono concessi (dalle interrogazioni alle mozioni) e contemporaneamente assumermi l’onere di proporre.

Di cosa si è occupata principalmente?

Insieme agli altri compagni e amici del gruppo consigliare ho lavorato per aumentare gli investimenti a favore della scuola, per ampliare la rete dei servizi pensando ai bisogni dei più piccoli e degli anziani. Ho chiesto un sistema sanitario più efficace, trasparente e senza liste d’attesa, incentivi e sostegni per i lavoratori in difficoltà e per i giovani. Ho promosso il protagonismo delle donne a tutti i livelli.

Che rapporto c’è stato in questi anni tra la maggioranza e l’opposizione?

Difficile, senza ombra di dubbio. Troppo spesso ci siamo scontrati con un modello di Governo che non prevede un reale confronto. Per questo assumono un valore straordinario le Leggi di Iniziativa Consigliare che abbiamo portato avanti e che hanno avuto felice approdo in aula: primo fra tutti il nuovo Statuto della Regione Lombardia, che vede sancito fra le altre cose il principio della democrazia paritaria, così come la Legge istitutiva del Garante dell’Infanzia e quella per la valorizzazione della memoria del ‘900.

Ora la attende una nuova sfida elettorale. Perché ha scelto di ricandidarsi?
Perché quanto ottenuto fino ad ora non basta: la Regione è governata da un sistema chiuso, che non dà voce al tessuto creativo e produttivo lombardo. Ecco perché ho deciso di ricandidarmi e sostenere Filippo Penati, con il mio partito, il Partito Democratico. Insieme possiamo avere l’ambizione di guidare il governo della Lombardia.
Indipendentemente dall’esito elettorale, quale dovrebbero essere le priorità della Lombardia il giorno dopo il voto?
Sicuramente finanziare un fondo per la non autosufficienza. In questi anni la Regione pare essersi dimenticata di quanto i lombardi siano invecchiati. Vanno riorganizzati i servizi sociosanitari territoriali, tenendo alta l’attenzione sul nostro territorio, che rischia di essere penalizzato dalla riorganizzazione delle Asl. Sul fronte dell’istruzione, va assolutamente rivisto lo strumento della dote scuola.

 

Vittorio Aggio

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