(mi-lorenteggio.com) Milano, 22 marzo 2010 – Ogni giorno la nostra mente assorbe una quantità esorbitante di informazioni mediante i più tradizionali mezzi di diffusione: la televisione, i giornali e le trasmissioni radio-foniche.
Negli ultimi anni con l’arrivo di internet abbiamo assistito alla nascita di nuove forme di comunicazione: “le chat”.
Una dimensione che sempre più influente sulle abitudini dell’uomo moderno, ha portato ad una maggiore espansione del web.
Una diffusione che se per i più nostalgici altera quella sfera emozionale insita nei rapporti umani, per altri diventa il preludio di una nuova “Scienza della comunicazione”.
Nella solitudine della sua stanza universitaria di Harvard, Mark Zuckerbarg (studente di ingegneria) diede vita a Facebook, il social network più cliccato degli ultimi anni.
Un nuovo capitolo nella storia di internet si apriva con grandi polemiche ma anche tante adesioni.
Il primo tentativo nasceva come un’esigenza studentesca che dava ai giovani la possibilità di conoscersi on line. Di lì a poco chiunque potrà accedervi: lavoratori, studenti, casalinghe e naturalmente gli appassionati della rete.
Un “dominio universale” che oggi conta circa duecento milioni di utenti, la rappresentatività di una piccola finestra sul mondo che non ha limiti di tempo né di spazio.
Come tutte le scoperte innovative che hanno cambiato la vita dell’uomo anche questa nuova tendenza rischia di essere fagocitata dall’arrivo di nuovi prodotti sul mercato.
L’utilizzo sempre più inconsulto di Facebook può inoltre creare (in alcuni casi) uno stato di dipendenza legato a problemi fisici, perdita di relazioni sociali, insonnia e sbalzi d’umore.
Uno dei tanti rovesci della medaglia che da tempo attanaglia la società, l’irrisolutezza di misure preventive che si scontrano con la forza del progresso.
Caterina Licata