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Milano, il Manifesto per la nuova impresa

(mi-lorenteggio.com) Milano, 06 dicembre 2011  – “L’impresa è fonte di ricchezza oltre che di occupazione e oggi, più che mai, in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, ne va incentivata la nascita”. Questo quanto sostenuto dai numerosi imprenditori, addetti ai lavori e rappresentanti delle Istituzioni che, nella mattinata, hanno partecipato al “Forum per la nuova impresa” organizzato dall’Associazione ImpresaFacedndo in collaborazione con Bic La Fucina, MilanoMetropoli ed Innovation Festival.
Al termine dei lavori, è stato redatto il "Manifesto per la nuova impresa", proposte concrete per sostenere e sviluppare l’imprenditoria italiana che, nei prossimi giorni, verrà portato all’attenzione degli enti interessati e del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Fare “nuova impresa” è un atto d’amore per il proprio Paese, ed è una dimensione reale di cittadinanza attiva. E’ protagonismo e “valore in sè”. La crisi rischia di disperdere questo patrimonio di hanimals spirits. Occore, dunque, impegnarsi per sostenere chi ha ancora il coraggio di rischiare.

Cosa fare allora per le nostre imprese e per incentivare la nascita di nuovi imprenditori?

Tanti i suggerimenti pervenuti dagli imprenditori stessi come ad esempio: riservare una quota dei budget pubblici alle start up del territorio; organizzare viaggi all’estero per l’esplorazione di nuovi mercati anche per le piccole aziende, magari consorziate; migliorare l’immagine del nostro paese puntando sul nuovo, sui giovani talenti; ampliare il dialogo tra impresa ed istruzione, l’azienda che va all’università e l’università che va in azienda; sviluppare sinergie tra aziende per abbattere i costi ed essere più competitivi; svilupparsi dal punto di vista tecnologico, favoriendo la registrazione di brevetti; prevedere un sistema di mentoring a favore delle neo-imprese che coinvolga le migliori energie che il settore esprime in ambito locale; defiscalizzare il lavoro, sostenere l’internazionalizzazione, creare luoghi dove produrre insieme, senza servizi standardizzati.

“E’ cambiato il panorama, – afferma Renato Mattioni, Segretario Generale della Camera di Commercio Monza e Brianza e coordinatore del dibattito – : non più economia di scala, ma economia di scopo. La nuova impresa nasce sulla conoscenza, sulla contaminazione di conoscenze diverse. Il tema resta l’innovazione più diffusa come fonte di nuovi prodotti e nuovi servizi. L’impresa ‘nuova’ cerca nella tecnologia non solo di automatizzare operazioni, ma di connettere contesti cognitivi e i capitali non coprono più investimenti in mezzi di produzione, ma i rischi di cammini esplorativi dell’innovazione”.

“Fare impresa è e resta una priorità per l’Italia – sostiene Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano nel suo intervento di chiusura -. Io stesso sono un imprenditore e so bene cosa significhi avviare e mandare avanti una propria attività: non si dorme la notte, il pensiero è sempre lì, ma si è felici e pieni di energia perché si sta creando, si sta dando vita a qualcosa di nostro. Chiunque abbia idee e desiderio di ‘provare’ va aiutato anche dal contesto e dall’ambiente in cui opera. Dobbiamo, dal punto di vista pubblico, fare del nostro meglio per semplificare le procedure, per ridurre la pressione fiscale, per promuovere e destoinare fondi alle start up".

Un "Manifesto per la nuova impresa" significa, in sintesi, "collegare i puntini", come diceva Steve Jobs, delle esperienze personali ma anche delle politiche di sostegno alle imprese. E tutto questo attraverso tre passaggi di sintesi:

1) Le piattaforme (pubbliche-private). Le nuove imprese hanno bisogno più che di sostegno a pioggia, di strutture leggere ma professionalizzate che immettono valore aggiunto. In questo ambito si lavora per migliorare la pubblica amministrazione.

2) I network di imprese e di conoscenze. La nuova imprese deve imparare sin da subito a lavorare insieme, a fare alleanze, condividere skill e ricerca di nuovi mercati e nuovi prodotti. Con il network si rafforza il rapporto “forte” con lo stesso sistema bancario.
3) I simboli globali per rafforzare la competitività del valore. Per le nuove imprese è importante che le istituzioni modernizzino i fattori di sistema, a partire da quegli elementi di riconoscibilità globale. Intorno a simboli – dalle aziende di successo alla cultura, dal turismo alla qualità della vita – si rafforza la competitività internazionale.

Sono intervenuti al dibattito anche: Paolo Giovanni del Nero, Assessore allo Sviluppo Economico, Formazione Professionale e Lavoro, Giuseppe Marzullo, Consigliere Provinciale e Presidente 8^ Commissione Consiliare Industria, Commercio, Artigianato, PMI, Lavoro, Formazione, Università, Ricerca, Innovazione, Gianroberto Costa, Segretario Generale dell’Unione del Commercio, Afredo Zini, Presidente dell’Ente Bilaterale Nazionale del turismo, Francesco Polidori, Fondatore di CEPU-eCampus, Alfredo di Napoli, fondatore di Gestimpresa, Paolo Manfredi, Titolare ristorante "I Valtellina", Micaela Barbero, Provincia di Alessandria per Fondazione Province del Nord Ovest, Laura Ruffato, socia di Ruffato-Nonogiorno srl, Luigi Capello, fondatore dell’Incubatore & Acceleratore Enlabs, Giampio Bracchi, Presidente della Fondazione Politecnico di Milano, Franco D’Alfonso l’Assessore al Commercio, Attività Produttive, Turismo, Marketing territoriale del Comune di Milano, Arturo Artom, membro di Presidenza Assolombarda, il professor Guido Corbetta e il Dottor Francesco Sacco dell’Università Bocconi.

Redazione

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