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Giorno della Memoria. Allo stadio San Siro una targa in ricordo di Arpad Weisz

(mi-lorenteggio.com) Milano, 27 gennaio 2012 – Da oggi lo stadio Giuseppe Meazza di San Siro non ospita più solo le targhe che celebrano i tanti trofei di Milan e Inter. Nel Giorno della Memoria la ‘Scala del calcio’ diventa un luogo di ricordo. È stata posta, infatti, una targa in ricordo di Arpad Weisz, allenatore e giocatore dell’Inter, Campione d’Italia nel primo torneo a girone unico del 1929-30, deportato e ucciso ad Auschwitz. Un’iniziativa votata all’unanimità dal Consiglio comunale, che ieri ha approvato una mozione dei consiglieri Elisabetta Strada e Ruggero Gabbai.

Figlio di ebrei ungheresi, Weisz giocò anche in Nazionale e, dopo gli apprendistati in Uruguay, arrivò in Italia nell’Alessandria. Raggiunse la fama nella stagione 1929-1939, portando l’Ambrosiana al primo titolo a girone unico. Qui, scoprì l’immenso talento di Giuseppe ‘Pepin’ Meazza. Allenò poi il Bologna nei campionati 1935-‘36 e 1936-’37. Nel 1937 con il Bologna vinse a Parigi il Torneo dell’Esposizione Universale, travolgendo per 4 a 1 i maestri inglesi del Chelsea. Fu coautore di un famosissimo manuale del calcio, introducendo in Italia il metodo WM. In seguito alle Leggi razziali del 1938 dovette lasciare prima il lavoro e poi l’Italia, emigrando insieme alla moglie e ai figli in Olanda. In seguito all’occupazione nazista dei Paesi Bassi, i Weisz vennero rinchiusi nei campi di lavoro e successivamente deportati ad Auschwitz, dove Arpad morì il 31 gennaio del 1944.

“Sono molto felice e orgogliosa di questa iniziativa – ha dichiarato l’assessora Bisconti – e ringrazio tutti coloro che con passione hanno lavorato per arrivare alla posa di questa targa: dal Preside e dai ragazzi del liceo Boccioni ai consiglieri comunali che hanno lanciato l’iniziativa raccolta poi da tutta l’Aula consiliare, fino all’Internazionale Football Club che ringrazio per la sua sensibilità. Sono particolarmente soddisfatta anche per la presenza del Console generale d’Ungheria Istvan Manno e del Presidente della Comunità ebraica di Milano Roberto Jarach. La cultura dello sport è innanzitutto rispetto e tolleranza. E con questa targa Milano rinnova il suo No alla violenza e il suo Si alla convivenza civile tra identità e culture diverse, per costruire una città di pace. È la grande lezione dello sport, che noi vogliamo continuare a diffondere nei giovani, anche grazie alle squadre milanesi, ai circoli sportivi, nei quartieri, nelle scuole. Figure come Arpad Weisz ci invitano a rinnovare insieme, ogni giorno, questo impegno”.

“Abbiamo accolto con grande gioia l’invito del liceo Boccioni – ricordano i consiglieri Strada e Gabbai – di apporre una targa a San Siro in memoria di un grande innovatore del calcio come Weisz: allenatore dell’Inter, con cui vinse il titolo nazionale nella stagione 1929-30, deportato e ucciso con la sua famiglia ad Auschwitz. Crediamo che queste iniziative, che vedono anche il coinvolgimento della scuola e dello sport, possano essere momenti educativi importanti e necessari, spunti di riflessione, esempio di integrazione e rispetto per i nostri giovani, per il mondo del calcio e dello sport in generale, che troppo spesso è teatro di violenza e razzismo”.

“La posa di questa targa – ha spiegato Roberto Jarach, Presidente della Comunità ebraica di Milano – è un’ulteriore dimostrazione di come lo sport possa essere veicolo di convivenza sociale e stimolo ad una sana competizione. Trovo che questo sia una segnale molto importante e sono fiero che venga dalla mia città. Lo sport si fa contributo sociale e partecipa a questa opera collettiva di ricordo e di elaborazione della memoria, elemento essenziale per la costruzione delle nuove coscienze”.

“Come Capitano dell’Inter – afferma Javier Zanetti – tenevo moltissimo ad essere presente alla cerimonia in ricordo di Arpad Weisz. La sua storia è quella di un uomo che ha dato moltissimo al calcio ed è stato travolto dall’orrore del campo di concentramento. Sono qui per non dimenticare Weisz e nessuna delle vittime del nazismo”.

“Arpad Weisz – ha ricordato il Mister Claudio Ranieri – è stato un allenatore, come me, ha guidato l’Inter e ha saputo far conquistare ai colori nerazzurri il primo scudetto a girone unico, nel 1929-30. Un innovatore, un uomo colto, lo scopritore di Giuseppe Meazza. La sua esistenza e quella della sua famiglia sono state distrutte ad Auschwitz. Il calcio è contro ogni forma di razzismo, e ricordarlo oggi è fondamentale, nella giornata della Shoah, anche se l’impegno affinché nessuno affronti mai più un destino simile è qualcosa da rinnovare ogni giorno”.

Redazione

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