Milano. Ecco le 100 professioni più diffuse e quelle più curiose

(mi-lorenteggio.com) Milano, 07 aprile 2012 –   La città del settore terziario, ma anche degli studenti e, soprattutto, dei pensionati. Questo il quadro che emerge dall’elenco dei mestieri dei milanesi, elaborato dal settore Anagrafe del Comune in base alle dichiarazioni riportate sulle carte d’identità alla voce “professione”. Si tratta di dati che, comunque, non sono certificabili, in quanto sono frutto delle autodichiarazioni dei cittadini. In testa a questa classifica ci sono coloro che hanno smesso di lavorare, ossia i pensionati, che a Milano sono ben 217.037, seguiti dagli impiegati (183.366). I commercianti, che costituiscono la parte più importante e consistente del settore terziario, sono 20.728. Al terzo e quarto posto due categorie che, invece, non sono ancora entrate nel mondo del lavoro: 145.315 “infanti” e 126.340 studenti, cui vanno aggiunti anche 11.999 milanesi che dichiarano di essere universitari e 6.301 “scolari”. Il 28° posto è occupato, purtroppo, dai disoccupati, con 5.591 dichiarazioni.
“Questi dati confermano alcune tendenze in atto da tempo, come l’espansione del settore terziario e il numero elevato di pensionati. Ci sono, inoltre, aspetti che inducono all’ottimismo: Milano è la città che offre opportunità per chi vuole intraprendere un’attività creativa, per i giovani e per chi intende impegnarsi nel sociale”. Lo dichiara l’assessore all’Area metropolitana, Decentramento e Municipalità, Servizi civici Daniela Benelli.

L’analisi dei dati conferma il mutamento sociale ed economico avviato in città negli anni ’80. Gli operai – sino a trent’anni fa il ceto più numeroso a Milano – oggi occupano “solo” il sesto posto, con 79.361 persone. Si sviluppano, invece, attività di sostegno alle famiglie, diventate vere e proprie professioni: in città risultano esserci 28.595 domestici, 7.633 collaboratori familiari, 7.313 assistenti di anziani, 2.818 babysitter. Numeri consistenti, che dimostrano come tante famiglie milanesi abbiano bisogno di un aiuto esterno per fare fronte agli impegni quotidiani.

Scorrendo l’elenco delle professioni si trova la conferma che Milano resta una città stimolante per i creativi. Gli architetti sono 9.775, i musicisti 2.278, i designer 2.228, i pubblicitari 2.060, gli attori 1.003, 782 pittori, 652 i registi. Ci sono, inoltre, 854 stilisti che contribuiscono a conservare intatta la fama della capitale della moda, mentre ben 1.572 milanesi che, evidentemente, non soffrono di complessi d’inferiorità, dicono di essere “artisti”. Sono invece 1.936 i cittadini che, alla voce professione, dichiarano “religioso”, cui si aggiungono 15 “pastori di culto”, 14 rabbini, sette sacerdoti ortodossi, 41 sacrestani, 4 parroci, un “arcivescovo” e due “vescovi”, 54 missionari. In 221 casi la professione non viene indicata.

Infine le curiosità. A parte il dato di tre Prefetti autodichiaratisi tali in un’unica città, Milano può vantare 17 acrobati, sei prestigiatori, cinque cartomanti, quattro domatori, una chiromante, 19 astrologi. Esistono poi un “labirintologo”, un banditore d’asta, due sinologi, due incassatori di gemme, due agopunturisti, tre spazzacamini, tre necrofori, tre parolieri, tre iridologi, cinque tolettisti di cani, sei figurinisti, dieci maggiordomi, 23 doppiatori, tre tenori e un soprano. Gli atleti sono 40. Tra coloro, invece, che studiano i misteri del cosmo, della materia o quelli apparentemente più comuni relativi alle umane vicende, figurano tre detective privati, cinque fisici nucleari, 16 astronomi, cinque criminologi clinici.

Strano a dirsi, ma in una grande metropoli come Milano ci sono inoltre due tagliatori di pelli, otto comandanti di nave, otto capitani di marina, due comandanti marittimi, tre piloti di imbarcazione, sette pescatori, un motorista d’aerei, due accompagnatori di montagna, cinque guide alpine, 10 “guide polari”, 12 maestri di sci, un paleontologo, 12 sommozzatori, 26 fantini, tre paracadutisti, 4 apicoltori.

Ecco le prime 100 professioni

V.A.