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Binasco. Poesia, lezione aperta con Nicolas Campagnoli

(mi-lorenteggio.com) Binasco, 25 marzo 2015 – Lunedì mattina è un giorno un po’ insolito per fare e proporre poesia, ma che volete, è quello abituale di lezione del laboratorio dell’UTL di Binasco, e quindi il 23 si è tenuta la consueta lezione annuale aperta, alla presenza di un folto pubblico, incontrando un giovane poeta, che ha da poco cominciato a scrivere, ma è già stato notato da importanti editori, e ha ricevuto proposte di pubblicazione. Si tratta di Nicolas Campagnoli, di Lacchiarella, che dopo aver brillantemente frequentato il liceo classico, accostandosi con amore e passione ai lirici greci e alla poesia contemporanea, italiana e straniera, ha deciso di frequentare la facoltà di matematica, per conoscere un diverso tipo di linguaggio, e scoprirne le diverse e affascinanti modalità di espressione. A Binasco ha presentato alcune delle sue liriche, che si dipanano lungo due tracce: la ricerca dell’essenzialità e l’eco, il riflesso, la rilettura di quanto in questi anni i grandi autori gli hanno trasmesso, aiutandolo a far chiarezza in se stesso e a tradurre in parole ciò che gli urgeva dentro. Oltre ai poeti noti e famosi, anche il cantautore De Andrè, mito della sua adolescenza, e la terra di Liguria, particolarmente vicina al suo cuore. Nicolas ha raccontato come le poesie non sgorghino improvvise, per un’immediata ispirazione, come molti possono pensare, ma siano il frutto di una rielaborazione che a volte dura persino anni. Il pubblico è rimasto ammaliato dalla profondità e ricchezza interiore di questo giovanissimo, che ha saputo accendere di entusiasmo anche chi non se ne credeva più capace, e gli ha chiesto di ricordarsi di questo suo primo pubblico quando sarà famoso. Nicolas ha promesso sorridendo: forse lui non crede di diventare un grande, ma i suoi primi ascoltatori ne sono fermamente convinti.

Epigramma

Tra la sabbia si estinsero i falò lasciando solo ceneri alterne
E nella casa rossa nera, la scala cantoniera, scale su scale
Una bambina saliva scendeva dagli occhi grigi d’alba.
E l’alba soggiunse davvero grigia e misterica, in sé inversa
Annunciata dal sibilo cupo del vento che spreda da Est

Valeria Acquarone

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