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Histoire du Soldat – teatro musicale MAGENTA CULTURA 2015

(mi-lorenteggio.com) Magenta, 3 aprile 2015 – L’associazione culturale Totem la Tribù delle Arti propone fuori abbonamento il 18 aprile al Teatro Lirico ore 21, il concerto spettacolo "Histoire du soldat" inserito nel cartellone degli eventi della rassegna "Magenta Cultura 2015" con una duplice motivazione: inserirsi nel filo conduttore del tema di quest’anno, “La Parola”, e nella celebrazione del centenario della Prima Guerra Mondiale, concretizzatosi nel progetto curato dalla Pro Loco Magenta "Da Casa Giacobbe a Vittorio Veneto", cui Amministrazione Comunale e Totem partecipano come partner.

La produzione originale, di e con Luca Micheletti, diretta dal maestro Angelo Bolciaghi, viene presentata al Teatro Lirico in assoluta prima per poi essere portata nei maggiori teatri italiani.

La direzione artistica Totem ha deciso di offrire la possibilità di acquistare il biglietto a prezzo ridotto (8 euro) agli abbonati alla Stagione Musicale 2015, ai soci Pro Loco e agli iscritti all’Università del Magentino.

CamerOperEnsemble in
HISTOIRE DU SOLDAT
musica di Igor Stravinskij – testo di Charles-Ferdinand Ramuz
con un epilogo di Pier Paolo Pasolini
Versione italiana di Giusi Checcaglini e Luca Micheletti (ed. gam 2012)
Uno spettacolo di e con LUCA MICHELETTI
nei ruoli del Soldato, del Diavolo, del Narratore
Direzione musicale di ANGELO BOLCIAGHI

Creata con l’encomiabile volontà di dare vita ad un’utopia – quella del teatro musicale itinerante destinato alle classi incolte – Stravinskij e Ramuz nel 1918 compongono e mettono in scena l’Histoire du soldat, riunendo un’eterogenea compagine formata da musicisti, attori e danzatori che avrebbe dovuto improvvisare un’avventurosa tournée per le province svizzere dell’immediato primo dopoguerra. Il destino dell’opera fu però differente: dopo il difficile inizio, l’Histoire fu salutata subito come un gioiello destinato a fare scuola, uno dei più innovativi e riusciti tentativi di dare vita alla chimera dell’opera d’arte totale in una raffinata versione “folk”. Attraverso l’alternarsi di scene recitate, narrate, danzate e parti esclusivamente musicali, una sorta di eclettico caravanserraglio racconta l’antico scontro tra il bene e il male, il mito intramontabile dell’incontro con il Diavolo e della compravendita dell’anima (qui simboleggiata dal celebre violino) tradotto in una fiaba popolare, vivace ed emozionante.

Stravinskij scrive una musica vibrante, difficile e facile allo stesso tempo: una musica non descrittiva, ma evocativa, fatta di marce militari, di citazioni barocche (Bach su tutti per il Grande corale in cui si svela la morale della storia), di ritmi cangianti e “sghembi” su cui ballare i difficili passi dell’esistenza.
Il violino è l’anima; le percussioni sono il diavolo; il contrabbasso, forse, lo scorrere del tempo… L’orchestra dialoga con l’attore, dando voce (musicale) ai personaggi assenti e realizzando il sogno dell’opera d’arte totale in una raffinatissima versione “da camera”.

La versione di Luca Micheletti, insieme ai sette solisti del CamerOperEnsemble diretto da Angelo Bolciaghi, restituisce con istrionismo e misura la limpidezza e la magia della storia, rintracciandone il fascino recondito tra i dolenti chiaroscuri della solenne morale di fondo: «Non è consentito avere tutto. La felicità è una».

Come opera ‘teatrale’ è stata molto semplificata, essendo stata agita con un’unica voce che costringe l’impatto drammatico a valenze affabulatorie da recital. Lavorando sui materiali editoriali d’epoca, sul carteggio tra il musicista e lo scrittore, sulle diverse edizioni della partitura, sugli appunti della prima regia, approvata e voluta da Stravinskij, sui bozzetti dei costumi, sulle scenografie e le coreografie d’allora, il direttore, il regista, i traduttori e adattatori hanno inteso restituire la forza integrale dell’opera, rivissuta nel suo significato universale che, come tale, riesce a contenere anche le inquietudini contemporanee.

In appendice una riduzione della Histoire du Soldat di Pasolini che concluderà lo spettacolo, dopo Stravinsky. Un post-scriptum che frequenta, con una sensibilità sociale tutta italiana, il tema del Bene e del Male, «della purezza sorgiva degli umili della malizia dei potenti, con suggestivi richiami al linguaggio evangelico e mitologico (la Musica, come voce di un’innocenza perduta, prima espressione di poesia dell’anima, precedente la parola, ben presto divenuta strumento oscuro di oppressione), e con sferzanti giudizi sul consumismo, legato al potere mediatico della televisione».

SCHEDA DELL’OPERA

CONTESTO STORICO
Il 1918, alla fine della Grande Guerra, non era certo un anno in cui poter pensare a costose messe in scena. Anche per questo motivo Igor Stravinskij, lo scrittore Charles-Ferdinand Ramuz e il pittore René Auberjonois pensarono ad una sorta di teatro ambulante, in cui i mezzi scenografici e musicali fossero ridotti al minimo, con il quale realizzare uno spettacolo che potesse essere trasportato facilmente in varie località, compresi i villaggi.
L’essenzialità che contraddistingue l’Histoire du soldat scaturì, dunque, anche da una motivazione pratica. Tuttavia essa si conciliava perfettamente con le motivazioni poetiche degli autori, che rifuggivano da ogni tipo di grandiosità e di ridondanza. Per via dell’epidemia di una bruttissima influenza, detta spagnola, che fece molte vittime in tutta Europa, le rappresentazioni dello spettacolo si limitarono alla prima, avvenuta a Losanna il 28 settembre 1918, dovendosi annullare le successive repliche.

L’argomento è tratto da un libro di fiabe russe (Antiche fiabe russe curate da A. N. Afanas’ev), anche se il soggetto non è tipicamente russo. Fiabe simili si trovano nelle raccolte dei fratelli Grimm, e la vicenda del soldato che baratta con il diavolo ricorda quella del mito di Faust, che fa un patto con il diavolo, cedendogli l’anima in cambio di poter godere dei beni della terra e di possedere poteri sovraumani.
La storia, non a caso, secondo lo stesso autore Ramuz, può essere ambientata in varie località: "Entre Denge et Denezy" se lo spettacolo è rappresentato in Francia, "Zwischen Chur und Wallenstadt", se messo in scena in Germania, "Fra Belsit’ e Pieve al Mar", se, invece, rivolto ad un pubblico italiano.
Anche la musica segue un analogo intento cosmopolita, spaziando in generi musicali tipici di vari Paesi, dal Tango argentino, al Ragtime nordamericano, alle fanfare svizzere, al Pasodoble spagnolo, al Valzer viennese.
Il violino, che rappresenta l’anima del soldato, ha, invece, una impronta musicale da folklore russo.

L’ORGANICO STRUMENTALE
L’organico strumentale è costituito soltanto da 7 elementi: clarinetto, fagotto, cornetta a pistoni, trombone, violino, contrabbasso, batteria. Ogni strumento, a parte la batteria, rappresenta l’estremo acuto o grave delle principali famiglie (legni, ottoni, archi). Agli strumentisti si aggiungono nella versione originale 1 narratore, 2 attori, 1 ballerina.

LA TRAMA
Un soldato se ne sta tornando a casa in licenza, incontra il diavolo (nei panni di un vecchio signore con retino acchiappafarfalle) mentre sta suonando il proprio violino sulla riva di un ruscello e viene convinto a barattarlo con un libro magico in grado di predire il futuro e di procurare denaro e potere. Il soldato dovrà restare con il diavolo tre giorni per insegnargli a suonare il violino. In realtà, senza accorgersene, il soldato non rimane con il diavolo tre giorni, bensì tre anni, e una volta ritornato al proprio villaggio la madre non lo riconosce e la fidanzata si è sposata. Gli ricompare il diavolo (ora nelle vesti di un ricco mercante di bestiame), che lo incita ad usare il libro magico, dal quale otterrà ricchezza e potere, ma non la felicità. Per questo il soldato rimpiange il proprio piccolo e vecchio violino. Ancora una volta riappare il diavolo (vestito da vecchia mezzana) con il violino, ma il soldato si rende conto che non è più in grado di saperlo suonare, si infuria e distrugge il libro, rompendo l’incantesimo.
Il soldato si rimette in cammino e giunge in un regno il cui re ha promesso in sposa la propria figlia a chi riuscirà a guarirla da una misteriosa malattia. Guarda caso, anche il diavolo si trova in questa città, come elegante violinista. Il soldato lo sfida a carte, lo fa ubriacare e riesce così a recuperare il violino. Con esso si reca al capezzale della principessa, suona tre danze che ridanno vita alla malata e la fanno danzare. Ricompare il diavolo, questa volta proprio nelle sue peculiari vesti di diavolo, ma il soldato lo costringe a ballare al suono del violino, fino a che cade esausto. Il soldato e la principessa si sposano, ma sulla loro felicità grava la maledizione del diavolo, che si attuerà nel caso abbandonino il loro regno. Quando la nostalgia e il desiderio della principessa di conoscere la madre e il villaggio dello sposo li condurranno oltre i confini del regno, infatti, per l’ultima e definitiva volta ricompare il diavolo, che al suono del violino trascina con sé il soldato.

Redazione

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