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LOMBARDIA. IMMIGRAZIONE, MARONI: NOI CONTRARI A IPOTESI TENDOPOLI

Milano, 21 luglio 2015 –  "Sono contro le tendopoli, anzi faremo quanto possiamo per evitare che ne vengano fatte. Quanto alle caserme dismesse, se ne verranno individuate, manderemo l’Asl per verificare se ci sono le condizioni minime igienico-sanitarie per ospitare persone, donne e bambini in particolare". Lo ha fatto sapere il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a margine della presentazione dei risultati sui primi sei mesi di sperimentazione degli ‘Angeli anti burocrazia’, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle soluzioni che potrebbero essere individuate nel territorio bresciano per l’accoglienza degli immigrati.

SENTIRE IL TERRITORIO – Il governatore ha osservato che, come avveniva quando guidava lui il Viminale, "bisogna sentire il territorio". "Ministero dell’Interno e Prefetture – ha detto – devono ascoltare gli amministratori, la Regione e chiunque abbia a che fare con queste situazioni. Purtroppo questo non avviene, invece il dialogo e’ fondamentale".

"In pratica, verranno mandati in Francia molti meno immigrati di quelli che adesso sono ospitati nelle strutture lombarde, 6.000 contro 9.000, e in Polonia lo stesso numero di quelli che adesso sono ospitati nelle strutture presenti in provincia di Brescia, cioe’ 1.000. Questo accordo e’ una farsa e dimostra come il Governo italiano sia poco ascoltato e considerato a livello internazionale. Ora attendiamo che Renzi e Alfano mettano in pratica il tanto pubblicizzato ‘piano B’, se davvero esiste".

L’assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia Simona Bordonali ha commentato cosi’ i termini dell’accordo europeo sulla distribuzione dei richiedenti asilo. "Negli ultimi 18 mesi, in Italia, – ha ricordato l’assessore – sono sbarcati piu’ di 250.000 immigrati, ma con questo accordo verranno redistribuite in Europa solo 32.000 persone tra coloro che sono arrivati in Italia e in Grecia". "E’ come dare una aspirina a un malato terminale – ha concluso Bordonali – il problema dell’immigrazione va risolto a livello strutturale, non mettendo toppe qua e la’. Bisogna applicare i respingimenti, espellere i clandestini e chiedere l’intervento dell’Onu per istituire campi profughi in Libia, in modo tale da riconoscere, prima della partenza, chi ha diritto alla protezione internazionale, ossia solo il 6 per cento dei richiedenti asilo, secondo i dati 2015 del Viminale".

Redazione

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